Apecar da mezzo di lavoro a simbolo fashion dello street food
Nata nel 1948 in un'Italia affamata e stremata dalla guerra, l'Apecar in questi ultimi anni è rinata come simbolo del made in Italy e del buon cibo: rappresenta la nuova frontiera per chi vuole fare impresa, in Italia o a Dubai, le grandi aziende se ne sono già accorte…
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Le tre ruote che tirano
In produzione da oltre 50 anni, l’Apecar negli ultimi anni è rinato, passando da mezzo di lavoro sfruttato al massimo a mezzo alla moda per nuovi canali di vendita.
I vecchi e scrostati cassoni hanno lasciato il posto a verniciature moderne e allestimenti dal design ricercato. Una rinasciata dettata anche dalla crisi economica, abbandonati i troppo costosi negozi tradizionali - secondo Confesercenti, nel nostro paese, dal 2012 hanno abbassato le saracinesche 300 mila attività - è ritornata in auge la vendita ambulante, aggiornata alle esigenze e al gusto di oggi. Eataly, Rossopomodoro, Aperol o California Bakery sono esempi utili a capire la portata del fenomeno “ambulante” che, stando a quanto dichiarato da Coldiretti, ha fatto registrare un aumento record del 17%, per un totale di 189.291 imprese, composto per lo più da autonegozi con licenza a posto fisso nei mercati. A cavalcare l’onda del commercio itinerante non soltanto le imprese più famose del settore gastronomico, ma anche quelle nate e cresciute nel mondo della moda e della bellezza: sull’ Ape, on the road, ci sono anche, tanto per fare qualche nome, Fiorucci, Douglas e Dolce&Gabbana. Le tre ruote servono ai “più piccoli” per promuovere un nome, un concetto o un’idea aggirando i costi di gestione derivanti da un esercizio fisso: Ape Malandra, Moving Shop milanese avviato dalla stilista Valeria Ferlinie, vende capi di alta sartoria in oltre 20 città a bordo di boutique firmate Piaggio, mentre a Roma si moltiplicano gli ambulanti dello Street Food. L’investimento è minimo: partita Iva, licenza di commercio itinerante, immatricolazione del mezzo come veicolo speciale per negozi e, in media, 20-30 mila euro sul controcorrente.
Un fenomeno in crescita, che ha conseguentemente portato alla “gara” a chi possiede i veicoli più creativi: per farsi notare, gli esercenti s’affidano a carrozzerie specializzate in allestimenti e design, capaci di donare alla vecchia Ape un look moderno e attento ai gusti di oggi. Spiega Andrea Carletti, ideatore della Street Food Mobi-le che ogni anno disegna, in collaborazione con la Carrozzeria Fiori di Pontedera, oltre cinquanta diversi allestimenti: “Il nostro lavoro si concentra sull'efficienza dei veicoli ma anche sulla valorizzazione del prodotto in vendita. E quindi trasformiamo l'Apecar in una boutique vestita su misura alle esigenze del cliente. Ora stiamo studiando anche una cucina-imbarcazione che opererà sui Navigli a Milano la prossima primavera, mentre a dicembre porteremo un'apecar di torte fritte e prosciutti a marchio Gurmetti fino in alto, in un rifugio a Courmayeur”. Dalla Capitale alla città della moda fino ad arrivare alle località più eleganti e prestigiose fuori i confini italiani: “Le Apecar della Piaggio riallestite in modo creativo affascinano i clienti esteri - spiega Davide Cavalieri d’Oro, titolare di una Pmi internazionalizzata che vende anche all'estero i propri allestimenti - il Made in Italy, anche in questo caso, è una garanzia di qualità e di stile. Dopo Dubai, dove abbiamo consegnato due Apecar per due gelaterie artigianali, e ci stiamo preparando a consegnare un mezzo anche a Montecarlo”.
In produzione da oltre 50 anni, l’Apecar negli ultimi anni è rinato, passando da mezzo di lavoro sfruttato al massimo a mezzo alla moda per nuovi canali di vendita.
I vecchi e scrostati cassoni hanno lasciato il posto a verniciature moderne e allestimenti dal design ricercato. Una rinasciata dettata anche dalla crisi economica, abbandonati i troppo costosi negozi tradizionali - secondo Confesercenti, nel nostro paese, dal 2012 hanno abbassato le saracinesche 300 mila attività - è ritornata in auge la vendita ambulante, aggiornata alle esigenze e al gusto di oggi. Eataly, Rossopomodoro, Aperol o California Bakery sono esempi utili a capire la portata del fenomeno “ambulante” che, stando a quanto dichiarato da Coldiretti, ha fatto registrare un aumento record del 17%, per un totale di 189.291 imprese, composto per lo più da autonegozi con licenza a posto fisso nei mercati. A cavalcare l’onda del commercio itinerante non soltanto le imprese più famose del settore gastronomico, ma anche quelle nate e cresciute nel mondo della moda e della bellezza: sull’ Ape, on the road, ci sono anche, tanto per fare qualche nome, Fiorucci, Douglas e Dolce&Gabbana. Le tre ruote servono ai “più piccoli” per promuovere un nome, un concetto o un’idea aggirando i costi di gestione derivanti da un esercizio fisso: Ape Malandra, Moving Shop milanese avviato dalla stilista Valeria Ferlinie, vende capi di alta sartoria in oltre 20 città a bordo di boutique firmate Piaggio, mentre a Roma si moltiplicano gli ambulanti dello Street Food. L’investimento è minimo: partita Iva, licenza di commercio itinerante, immatricolazione del mezzo come veicolo speciale per negozi e, in media, 20-30 mila euro sul controcorrente.
Un fenomeno in crescita, che ha conseguentemente portato alla “gara” a chi possiede i veicoli più creativi: per farsi notare, gli esercenti s’affidano a carrozzerie specializzate in allestimenti e design, capaci di donare alla vecchia Ape un look moderno e attento ai gusti di oggi. Spiega Andrea Carletti, ideatore della Street Food Mobi-le che ogni anno disegna, in collaborazione con la Carrozzeria Fiori di Pontedera, oltre cinquanta diversi allestimenti: “Il nostro lavoro si concentra sull'efficienza dei veicoli ma anche sulla valorizzazione del prodotto in vendita. E quindi trasformiamo l'Apecar in una boutique vestita su misura alle esigenze del cliente. Ora stiamo studiando anche una cucina-imbarcazione che opererà sui Navigli a Milano la prossima primavera, mentre a dicembre porteremo un'apecar di torte fritte e prosciutti a marchio Gurmetti fino in alto, in un rifugio a Courmayeur”. Dalla Capitale alla città della moda fino ad arrivare alle località più eleganti e prestigiose fuori i confini italiani: “Le Apecar della Piaggio riallestite in modo creativo affascinano i clienti esteri - spiega Davide Cavalieri d’Oro, titolare di una Pmi internazionalizzata che vende anche all'estero i propri allestimenti - il Made in Italy, anche in questo caso, è una garanzia di qualità e di stile. Dopo Dubai, dove abbiamo consegnato due Apecar per due gelaterie artigianali, e ci stiamo preparando a consegnare un mezzo anche a Montecarlo”.
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