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La MotoGP senza Marquez? Un trionfo per Dovizioso e Rossi

Il mercato dei due piloti italiani risente dello strapotere di Marc: senza lo spagnolo i manager non andrebbero a caccia del jolly per battere il 93. Dovi sarebbe tre volte campione del mondo in carica e Valentino avrebbe superato quasi ogni record. Ma con il Diavolo di Cervera in campo i team sono portati a bruciare i nuovi talenti e a sottovalutare l'usato sicuro
La MotoGP di oggi è assuefatta allo strapotere delle magie in pista di Marc Marquez. Lo spagnolo ha vinto sei campionati del mondo in classe regina negli ultimi sette anni, con effetti non solo sul bilancio sportivo dei suo concorrenti, ma anche sul mercato piloti. Tutti sono alla ricerca di un volto nuovo che possa battere Magic Marc, perché i vecchi avversari non ci sono riusciti. Nuovi fenomeni non sembrano comunque essere arrivati, e se per gioco togliamo il 93 dalla griglia, tornano in superficie dati interessanti. Vediamoli insieme al nostro Guido Sassi.

Il valore di Dovizioso
Chiaramente la storia non si fa con i se e con i ma, però le moto in griglia sono 22 e degli attuali piloti presenti nessuno è riuscito mai a battere Marc Marquez al termine di un campionato del mondo di MotoGP. Dovizioso è quello che ci è andato più vicino, classificandosi per tre volte consecutive alle spalle dello spagnolo. Nonostante tutto il forlivese deve ancora avviare le trattative di rinnovo con Ducati, e l'unica alternativa credibile che ha tra le moto disponibili a questo punto è la Ktm. La carriera di Desmo Dovi sarebbe ben più prestigiosa e le alternative non sarebbero sicuramente mancate senza il Diavoletto di Cervera a scombinare i piani.

Campionissimi italiani
Dovizioso oggi avrebbe vinto tre titoli mondiali consecutivi della MotoGP (così come Ducati), e tutti con un discreto margine di punti sugli avversari. Anche Rossi – pure lui in trattativa per l'anno prossimo con qualche difficoltà- avrebbe aggiunto un altro paio di titoli alla collezione. Senza addentrarci nell'impossibile questione di cosa sarebbe successo nel 2015 senza Marquez, Valentino ha raggiunto la seconda posizione in campionato infatti anche nel 2014 e 2016. Vero è che VR46 si troverebbe comunque in fase calante, ma un paio di vittorie le avrebbe portate a casa anche negli ultimi due anni. Oltre a mettere 11 titoli in bacheca il Dottore avrebbe anche superato il record di vittorie di Agostini.

Una realtà parallela
Certo, se per assurdo Marquez non fosse mai arrivato al motomondiale, molte altre cose sarebbero cambiate. Hrc per esempio chi avrebbe messo sotto contratto nel team ufficiale al fianco di Pedrosa? Stefan Bradl? Pol Espargaro? Possibile, sono stati campioni del mondo di Moto2 e avrebbero forse trovato spazio, in un momento in cui le selle libere c'erano, visto il vuoto lasciato da Stoner e Simoncelli. Ma anche Lorenzo magari avrebbe anticipato il suo passaggio in Honda, una tentazione che aveva già accarezzato un paio di volte tra il 2013 e il 2014. E cosa ne sarebbe stato di Vinales? Sarebbe arrivato prima in Yamaha? Con quale impatto sul motomondiale?
Rimanendo al 2019, Quartararo sarebbe stato capace addirittura di vincere 5 gare nella sua stagione da rookie, ma forse non avrebbe nemmeno corso in MotoGP. È lecito pensare infatti che nel 2018 ci sarebbe stato meno movimento nel mercato: tutti gli altri piloti già in classe regina si sarebbero potuti giocare le loro carte meglio, con curriculum più ricchi di titoli, vittorie, podi, pole position.

Conclusione
Ovviamente si è trattato di un gioco, lo abbiamo detto, ma in questo volo di fantasia è inclusa anche una considerazione assolutamente concreta: Marc Marquez ha alzato tremendamente il livello generale, ha spostato in parte le aspettative dei manager sul piano della speranza, piuttosto che della valutazione dei risultati. Così Vinales veniva considerato più appetibile di Dovizioso, sulla base più di quanto si spera possa regalare in futuro rispetto a quanto ha fatto vedere finora. La Suzuki si tiene stretta Rins e anche Mir, un po' per la carta d'identità e un po' puntando sul margine di crescita.
Ducati ha ancora tutte le carte sul tavolo: la scommessa Miller, sperando che il passaggio da Pramac al team ufficiale ripaghi di più rispetto a Petrucci. Oppure Zarco, da misurare su una moto totalmente nuova, piuttosto che Bagnaia. Il campione del mondo della Moto2 per una sorta di proprietà transitiva dovrebbe valere almeno un Quartararo, un Mir o un Alex Marquez. E infine c'è Dovizioso, mai come in questo caso ultimo ma non meno importante. Tre campionati del mondo persi contro Marquez lo indicano ancora come il primo di tutti gli altri.
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