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KTM Adventure: 20 anni dopo, Gio Sala guida la moto di Meoni e l'evoluzione di Caprioni

A Lido di Pomposa si è tenuta la consueta commemorazione di Fabrizio Meoni. Grande l'emozione quando si è rivista in azione la 950 del campione di Castiglion Fiorentino a confronto con la 990 sviluppata dal team Kapriony. Il tester d'eccezione era l'ex compagno di squadra di Fabrizio, il mitico Gio Sala: "Quella di oggi è maneggevole e leggera, ma che emozione la vecchia 950". In pista anche Gioele Meoni: "Certe moto non possono stare ferme in garage"
Sono passati 17 anni da quando Fabrizio Meoni vinse la Dakar sulla KTM 950 LC8 e Giovanni Sala arrivò sesto. Mercoledì scorso la moto di Meoni è tornata in pista, a Lido di Pomposa, dove su un tracciato rivisto per l'occasione è andata in scena un'inedita comparativa: la KTM 950 di Fabrizio ha “sfidato” la 990 con cui Paolo Caprioni ha disputato l'ultima edizione dell'Africa Eco Race (photo credits Alessio Corradini). E c'era anche Gio Sala nel ruolo di tester d'eccezione. Non poteva esserci pilota migliore del bergamasco - che ha visto venire alla luce e crescere l'LC8-, per giudicare lo stato dell'arte della potente bicilindrica un paio di decenni dopo la sua nascita. "Premetto che l'Italia non si presta a questo tipo di prove – apre il cinque volte campione del mondo enduro-, perché non ci sono piste sufficientemente veloci. È un mezzo che bisogna provare sul dritto di certe piste africane. Però è anche vero che in una situazione così si valuta bene la maneggevolezza, che era un po' la questione aperta su questa moto".

Caratteristiche tecniche
La KTM del team Kapriony pesa 167 kg a secco, ha lasciato l'iniezione per i carburatori Kehin Cvr da 43 di diametro, originali del 950, più gestibili in un rally africano. Monta forcella WP ad aria da 48, con steli sono del 450 da cross del 2016. Il link del monoammortizzatore è di produzione artigianale, realizzato da "mago" Diego Golinelli. Il motore è stato arretrato e ruotato all'indietro, per migliorare la trazione al posteriore. La moto monta poi uno scarico SC Project in titanio. "Ora non picchia più in alto e ha un ottimo allungo – spiega Caprioni-. Inoltre con questo link abbiamo perso un po' di stabilità alle alte velocità, ma la moto è molto più maneggevole".

Il giudizio del campione
Nello sviluppo della moto i quasi vent'anni passati si sentono tutti, a detta di Sala. Anche perché sono gli stessi rally a essere cambiati: "La moto di Caprioni è stata fatta per correre in Africa, ma oggi le tappe sono molto più brevi rispetto alla vecchia Dakar. Ci sono percorsi tecnici dove bisogna essere agili. Già dall'impostazione del mezzo si ricava una sensazione migliore, perché si è potuto montare un serbatoio più snello, meno capiente. Questa 990 risulta subito facile, mentre la nostra KTM la senti un po' più goffa. Bisogna ricordare però che la nostra era vincolata per regolamento a 200 kg, ora invece all'Africa Eco Race puoi dimagrire finché vuoi. La moto comunque ha un buon bilanciamento dei pesi, non è troppo caricata all'avantreno. Per quanto riguarda le sospensioni invece l'ho trovata un po' morbida: secondo me dovrebbe essere un po' più sostenuta per affrontare i terreni a cui è rivolta". Sala non crede in un possibile ulteriore sviluppo, che tra l'altro non è in programma perché il team Kapriony sta già lavorando al nuovo 790 Adventure R: "Investendo dei soldi la 990 potrebbe ancora migliorare, lavorando sui materiali. Ma bisogna vedere se hai voglia di spendere un capitale per qualcosa che ha i suoi anni, quando invece sul mercato ormai stanno entrando nuovi prodotti".

A sinistra la 950 Adventure a destra la 990 del Team Kapriony

I ricordi
Tornando invece alla 950, Sala si emoziona ancora alla guida: "Prima avevo 35 anni, ora...qualcuno di più ed è una moto che mette soggezione. Ma solo sentire il rombo regala sempre grandi emozioni. È sicuramente la moto a cui sono più affezionato perché io e Fabrizio l'abbiamo sviluppata da zero". L'LC8 non è mai stata una moto facile, ma Meoni aveva le idee chiare su cosa servisse: "Ammortizzatore, pedane: su ogni particolare Fabrizio ci metteva poco a trovare gli aspetti su cui lavorare, in compenso KTM ci faceva fare tanti di quei chilometri...Avevano investito molto sul progetto, c'era un mercato a cui rivolgersi e volevano essere sicuri di avere una moto super affidabile. Consumavamo tonnellate di benzina nelle prove: per me e Meoni ci fu un test da 1000 chilometri a testa. Io mi fermai prima. Oggi però sono soddisfatto e orgoglioso quando la guardo, nel pensare ai risultati che ha ottenuto".

Il mitico Giò Sala in sella alla 950 Adventure

DNA da pilota
Gioele Meoni dal canto suo non si è risparmiato sulla pista di Pomposa: ha girato parecchio e a quanto pare buon sangue non mente. Il ragazzo ha la testa sulle spalle e per lui le moto sono un gioco, anche se gli viene bene. La vera occupazione del figlio di Fabrizio è lavorare a un'applicazione che si chiama Whip live. È una sorta di Strava per le moto e allo stesso tempo un sistema di sicurezza che permette di valutare posizione e stato del mezzo: "Ma questa comparativa era una bella idea: da un po' volevo sistemare la moto del babbo perché questi sono mezzi che non puoi lasciare fermi, hanno bisogno di correre. Mi dicono che lo stile assomiglia a papà, nel modo con cui do il gas".

Gioele Meoli, il figlio di Fabrizio

Emozioni a mille
"Ha parecchio di Fabrizio – conferma Paolo Caprioni – in moto ci sa andare, eccome. Però lo vedo molto centrato in quello che fa, la vera passione è nella sua attività". Per quanto riguarda il 950, Paolo si è emozionato forse più di tutti: "Ci credi che dopo tre giri mi sono dovuto fermare? Mi ha preso un magone allucinante. La moto in sé è mastodontica, ma  non ti so dire molto, perché davvero provarla è stato così toccante che più di tanto non ho potuto fare".
Sono passati diciassette anni da quella vittoria, ma la magia di Fabrizio è ancora nell'aria, insieme al rombo del suo bicilindrico. Sabato a Lido di Pomposa si replica, con l'evento allargato al pubblico.
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