Jeremy Clarkson sospeso: addio a Top Gear?
Jeremy Clarkson, re di Top Gear e del politically scorrect, ha messo fine a un litigio con uno dei produttori della trasmissione colpendolo con un pugno. La BBC ha aperto un’inchiesta e sospeso la puntata prevista per domenica: che si stia davvero pensando a un Top Gear senza Jeremy? Ci sono però 750mila firme di fans che ne chiedono il ritorno…
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Un Top Gear senza Jeremy?
Il litigio scoppiato tra la star di Top Gear Jeremy Clarkson e uno dei produttori del programma è terminata con un pugno: se il motivo della lite non è chiaro, lampante invece la gravità della situazione. La BBC ha infatti annunciato di aver aperto un’inchiesta interna sul conduttore, arrivando a cancellare la puntata prevista per domenica. Possibile che l'emittente inglese stia pensando a un’uscita di scena dell’eccentrico, e amatissimo, conduttore? Difficile a dirsi, considerando anche le prese di posizioni provenienti dai diversi network internazionali che, avendo acquistato diritti sulla trasmissione, temono seriamente la messa in onda di un programma senza il suo protagonista, capace di raccogliere davanti alla tv oltre 100 milioni di spettatori. Sul web i fan di Clarkson hanno già preparato una petizione online per chiederne il ritorno in studio, raccogliendo finora più di 750 mila firme. Gli appassionati di Top Gear dunque sembrerebbe essersi abituati, e forse pure innamorati, del comportamento “scorretto” più volte assunto dal mitico presentatore. L’episodio infatti, per il quale, tra l’altro, Jeremy si è scusato (via Twitter, però) è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie di comportamenti “inopportuni” assunti dal conduttore britannico nel corso della sua trentennale carriera in BBC. Si passa da commenti sul filo del razzismo a vere e proprie provocazioni più o meno pesanti: sul Messico, per esempio, Clarkson dichiarò in onda “che non va alle Olimpiadi
perché tutti quelli che sanno saltare, nuotare o correre sono già dall’altra parte del confine, negli Stati Uniti”, o, ancora, quando in occasione di una puntata girata alle isole Falkland, riuscì a scatenare ondate di protesta fra gli argentini per una targa che ricordava la guerra del 1982, causando addirittura tensioni diplomatiche tra Buenos Aires e Londra. L’umorismo caustico, a volte eccessivo, di Clarkson è dunque elemento distintivo e, forse, anche responsabile dell’enorme successo di pubblico: il presentatore infatti, diventato milionario, rimane sicuramente artefice principale della fortuna di uno show capace di guadagnandosi lo status, oltre che di più costoso, anche di più seguito di tutta la BBC2. Suona davvero strano, dunque, pensare a un Clarkson “fatto fuori” e a un Top Gear presentato dai soli Hammond e May; staremo a vedere…
Il litigio scoppiato tra la star di Top Gear Jeremy Clarkson e uno dei produttori del programma è terminata con un pugno: se il motivo della lite non è chiaro, lampante invece la gravità della situazione. La BBC ha infatti annunciato di aver aperto un’inchiesta interna sul conduttore, arrivando a cancellare la puntata prevista per domenica. Possibile che l'emittente inglese stia pensando a un’uscita di scena dell’eccentrico, e amatissimo, conduttore? Difficile a dirsi, considerando anche le prese di posizioni provenienti dai diversi network internazionali che, avendo acquistato diritti sulla trasmissione, temono seriamente la messa in onda di un programma senza il suo protagonista, capace di raccogliere davanti alla tv oltre 100 milioni di spettatori. Sul web i fan di Clarkson hanno già preparato una petizione online per chiederne il ritorno in studio, raccogliendo finora più di 750 mila firme. Gli appassionati di Top Gear dunque sembrerebbe essersi abituati, e forse pure innamorati, del comportamento “scorretto” più volte assunto dal mitico presentatore. L’episodio infatti, per il quale, tra l’altro, Jeremy si è scusato (via Twitter, però) è soltanto l’ultimo di una lunghissima serie di comportamenti “inopportuni” assunti dal conduttore britannico nel corso della sua trentennale carriera in BBC. Si passa da commenti sul filo del razzismo a vere e proprie provocazioni più o meno pesanti: sul Messico, per esempio, Clarkson dichiarò in onda “che non va alle Olimpiadi
perché tutti quelli che sanno saltare, nuotare o correre sono già dall’altra parte del confine, negli Stati Uniti”, o, ancora, quando in occasione di una puntata girata alle isole Falkland, riuscì a scatenare ondate di protesta fra gli argentini per una targa che ricordava la guerra del 1982, causando addirittura tensioni diplomatiche tra Buenos Aires e Londra. L’umorismo caustico, a volte eccessivo, di Clarkson è dunque elemento distintivo e, forse, anche responsabile dell’enorme successo di pubblico: il presentatore infatti, diventato milionario, rimane sicuramente artefice principale della fortuna di uno show capace di guadagnandosi lo status, oltre che di più costoso, anche di più seguito di tutta la BBC2. Suona davvero strano, dunque, pensare a un Clarkson “fatto fuori” e a un Top Gear presentato dai soli Hammond e May; staremo a vedere…
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Senza Jeremy non c'è Top Gear... Basta vedere le altre tristissime edizioni dello stesso programma (Australia, USA, ecc ecc) Per capire quanto questo personaggio sia importante per il successo della serie.
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