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Italian Bike Festival, un successo per tutti

La terza edizione della rassegna romagnola ha accontentato tutti, dai visitatori finalmente in sella alle novità della prossima stagione, agli espositori, felici per l’afflusso di pubblico e i successi di vendite. Una tre giorni che ha mostrato interessanti novità non soltanto sul fronte del prodotto, ma anche delle strategie per sedurre una clientela sempre più esigente
Il futuro è un’incognita
C’erano ampi sorrisi che neppure le mascherine d’obbligo per l’emergenza sanitaria hanno saputo celare. E di ragioni per rallegrarsi ce ne sono state molte durante la terza edizione dell’Italian Bike Festival, la rassegna dedicata al ciclo andata in scena al Parco Fellini di Rimini dall’11 al 13 settembre. I visitatori hanno gioito alla possibilità di tornare a vivere una manifestazione a due ruote dopo mesi di lockdown e di appuntamenti annullati, mentre gli organizzatori hanno festeggiato per le tre giornate di sole e per il successo di pubblico (25.000 registrazioni con un’affluenza media di 10.000 persone al giorno), risultato non scontato in periodo di Covid.
I più felici, però, sono stati gli espositori che aggiungono alle ragioni già citate un anno di vendite straordinario. Esauriti i cicli 2020 ed eliminate le scorte di magazzino passate, ora il “problema” è smaltire gli ordini e soddisfare la domanda in arrivo. Un compito non semplice a causa della difficoltà di reperire le componenti, almeno a detta dei costruttori. Opinione non condivisa dai costruttori degli stessi che imputano il blocco della produzione alla mancata programmazione delle aziende. Diatriba a parte, l’esito è che per i modelli più richiesti la consegna dalla data dell’ordine avviene ancora dopo 6-8 mesi. Una situazione di criticità destinata a perdurare nel tempo, con i più ottimisti a prevedere un ritorno alla normalità a inizio 2021 e i più pessimisti nella seconda metà del prossimo anno, se non nel 2022. Molto, però, dipenderà dall’intensità della domanda, ossia se il trend di crescita registrato alla fine del lockdown proseguirà o se la voglia di bici si esaurirà con l’arrivo dell’inverno e la normalizzazione della capacità del trasporto pubblico.



Un settore effervescente
Se il futuro è incerto, la rassegna romagnola ha comunque confermato un settore effervescente e variegato. Le e-bike viste a Rimini hanno prezzi compresi tra i 599 euro e gli “oltre 12.000 euro” e includono tutti i segmenti delle due ruote a pedali, dalle pieghevoli urbane alle cargo bike per lavoro e spostamenti famigliari. A dominare il settore in Italia, però, rimangono sempre i modelli per l’offorad, protagonisti delle lunghe code per accedere all’Arena Bosch, la pista di prova per il fuoristrada, e le più presenti negli stand dei produttori. Un settore dove nell’alto di gamma il carbonio è ormai lo standard per la costruzione dei telai e nel quale la sfida si fa nei dettagli. Per distinguersi in un mondo con molti componenti in comune diventa importante proporre geometrie efficienti, buona qualità costruttiva e possibilità di personalizzazioni. Esigenza, per la verità, necessarie in tutte i comparti che porta a interessanti proposte come la disponibilità di serie su tutte le Cannondale di una tecnologia di Garmin per rilevare i tour, fornire informazioni su manutenzione o la consultazione di manuali. La spagnola BH Emotion punta, invece, su un programma BH Unique che consente di scegliere tra 32.000 tinte per il telaio, un servizio gratuito per il modelli top di gamma e con un costo fino a 300 euro per le altre e-bike. I più attivi nel assemblare le e-bike sui desideri dei clienti sono, però, alcuni artigiani come FM Bike o Focarini che, di fatto, permettono ai ciclisti di scegliere materiali, geometrie, misure, componenti e colori, se non di incidere il proprio nome sull’e-bike.



Nuove formule commerciali
La seduzione dei potenziali clienti passa anche dal fornire la garanzia illimitata sui telai, come fa Cannondale, o da proposte commerciali insolite ideate dai piccoli produttori. PM Zero sdogana il noleggio a lungo termine con una formula di 24 mesi che prevede una rata giornaliera di 2,50 euro e la possibilità di riscatto a fine nolo. Ancora più originale è l’idea di NOx che consente di acquistare una city bike e una MTB equipaggiate con medesimo sistema elettrico, il Fazua, ma comprando un solo kit (con un risparmio di 800 euro) da applicare al ciclo che si intende usare. Molto attenzione è rivolta pure all’assistenza, con diversi costruttori a optare per kit italiani, in particolare Polini e Oli, per assicurare tempi rapidi di riconsegna dell’e-bike al cliente in caso di guasto. Per velocizzare le operazioni di “riparazione” la XP si rivolge alla tecnologia creando un kit con centralina di gestione, uno dei componenti più soggetti a guasti, separata da motore o batterie e sostituibile in pochi minuti. Una tendenza, quella di sviluppare con partner tecnologici dei kit elettrici proprietari in costante aumento, come dimostrano gli esempi di BH Emotion o la volontà di Scapin di perseguire la stessa strada per la sua futura e-Road, attesa per il 2022. Da segnalare, infine, la presenza di molte novità interessanti (ne scriveremo nei prossimi articoli), la nascita di nuovi marchi desiderosi di conquistare quote di un mercato in ascesa e la proliferazione di monopattini, ormai co-protagonisti della mobilità urbana.
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