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Il futuro della mobilità urbana?

Nelle città di domani ci sposteremo con e-bike, scooter e quadricicli elettrici e saremo più “alternativi” e “intermodali”. A dirlo è il docente del Politecnico di Milano Sergio Savaresi, che abbiamo intervistato

A capo del Motor vehicle control team

In futuro muoversi in città sarà diverso. A sostenerlo sono molti esperti di mobilità. Ma come ci sposteremo? Per capirlo lo abbiamo chiesto a Sergio Savaresi, professore ordinario del dipartimento di elettronica del Politecnico di Milano, docente del corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione e responsabile del gruppo di ricerca Move (Motor vehicle control team), nonché consulente di numerose aziende delle due e quattro ruote.

Perché cambieranno il nostro modo di spostarci?
La ragioni principale è che le città sono sempre più congestionare e con le previsioni di crescita future il problema del traffico diventerà impossibile, o quasi, da gestire. Una questione di non poco conto se si pensa che la congestione costa alla collettività miliardi di euro ogni anno.  

E quali sono le soluzioni per ridurre il traffico?
Principalmente due. La prima è potenziare il trasporto pubblico e le formule alternative, quali car sharing e car pooling. Un contesto nel quale è ipotizzabile un aumento degli spostamenti intermodali, cioè con l'uso di più mezzi come auto e metropolitana o treno e bicicletta. La seconda è di favorire i veicoli con minori ingombri a terra, ad esempio facendo pagare l'accesso alle ZTL non in base alle emissioni, ma allo spazio che i veicoli occupano.

Cosa intende per veicoli con minori ingombri?
Intendo che le auto diventeranno più piccole e leggere, ma soprattutto che ci sarà il passaggio a mezzi più idonei per la circolazione urbana come quadricicli, scooter e biciclette. In particolare, credo che la seconda auto sarà sostituita da quadricicli o dal car sharing e che ci sarà una forte crescita della mobilità a pedali.

Un cambiamento che aiuterebbe a risolvere anche i problemi di inquinamento?
Certo, anche se un contributo alla riduzione delle emissioni arriverà anche dai modelli elettrici, oggi limitati per l'alto costo d'acquisto. Ma è la soluzione più efficiente in termini assoluti e il limite del costo è relativo per i veicoli piccoli. Basti pensare al successo avuto dai quadricicli che hanno proposto le batterie a noleggio o la crescita che stanno registrando le biciclette a pedalata assistita. Anzi, nei prossimi anni è le e-bike sono destinate a sostituire gli scooter 50 cm3 perché hanno spesa irrisorie e offrono prestazioni similari in città.

E il Politecnico com'è impegnato per la mobilità del futuro?
Abbiamo molti progetti in corso. Uno di questi è un applicativo per scooter e bici elettriche che ribalta il concetto di autonomia. Oggi siamo abituati scegliere prima di partire la modalità di erogazione della potenza del motore e di guidare senza pensare all'energia consumata fino a quando non si sta per esaurire. Viceversa il nostro sistema si basa sull'ottimizzazione dello stile di guida. In altre parole, prima di partire si imposta la destinazione, o il chilometraggio che si intende percorrere, ed è il sistema che imposta la modalità di guida ideale per farti arrivare con la minore fatica possibile. Ma stiamo lavorando anche su progetti che migliorano il controllo e la gestione delle batterie e dei flussi di energia del sistema elettrico in modo da incrementare le percorrenze a parità di “corrente” presente negli accumulatori.

C'è anche un progetto per le e-bike?
Il progetto e-bike è ormai in fase di industrializzazione grazie agli ex studenti che hanno sviluppato le biciclette che si sono riuniti per creare una società che le produrrà, la Zehus, ossia Zero Emission Human Synergy. Il loro obiettivo è di commercializzare a inizio 2014 il kit Bike+ che consente di “elettrificare” le biciclette tradizionali semplicemente cambiando la ruota in quanto tutto il sistema è concentrato nel mozzo. Un prodotto innovativo dove, a differenza di altri, le batterie non si ricaricano collegandole alla presa, ma con la pedalata. Un sistema essenziale, leggero e poco costoso che è ideale per la città. L'energia accumulata, infatti, aziona il motore solo nei momenti di maggiore sforzo, come in partenza e in salita, riducendo la fatica del viaggio del 30-40%.
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