Inquinamento atmosferico, per ISPRA PM10 causato da riscaldamento domestico
Ambiente, l'inquinamento atmosferico nelle principali città italiane secondo Ispra è causato soprattutto dal riscaldamento domestico. Unica eccezione Roma. Moto e scooter non vengono mai nominati
Image
News
Colpa del riscaldamento
I livelli di inquinamento da Pm10 nelle principali città italiane sarebbero in leggera discesa, lo rileva l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale ) anche se sottolinea nel suo consueto rapporto annuale, nelle 60 metropoli tenute sotto controllo si sono comunque sforati i limiti fissati dall’Organizzazione mondiale per la sanità. Nel rapporto sulla qualità dell’ambiente si legge infatti: "In tutte e 60 le città considerate - tranne Livorno - nel 2011 le concentrazioni medie annue (fondo urbano) di Pm10 sono state superiori al valore soglia per la protezione della salute umana consigliato dall'Oms (20 microgrammi/m3), in 6 città del bacino padano i valori hanno superato la soglia annuale prevista dalla normativa (40 microgrammi/m3). Le città con maggiori concentrazioni di Pm10 sono Milano, Monza, Torino e Brescia”. Nelle città analizzate (dove si concentra il 25% delle popolazione italiana) però la fonte principale di Pm10 non sono i veicoli, bensì il riscaldamento domestico e dei camini industriali, le tanto colpevolizzate moto non sono prese quasi in considerazione. Unica eccezione rilevata Roma che, con oltre un milione e mezzo di veicoli circolanti, ha come produttori principali di Pm10 le quattro ruote. In ogni caso confrontando i dati dal 2006 al 2010 Ispra rileva “Deboli ma significativi segnali di una diffusa tendenza alla riduzione delle concentrazioni per il Pm10 e per il biossido di azoto". Nessun miglioramento invece per le concentrazioni, altrettanto dannose, di ozono.
I livelli di inquinamento da Pm10 nelle principali città italiane sarebbero in leggera discesa, lo rileva l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale ) anche se sottolinea nel suo consueto rapporto annuale, nelle 60 metropoli tenute sotto controllo si sono comunque sforati i limiti fissati dall’Organizzazione mondiale per la sanità. Nel rapporto sulla qualità dell’ambiente si legge infatti: "In tutte e 60 le città considerate - tranne Livorno - nel 2011 le concentrazioni medie annue (fondo urbano) di Pm10 sono state superiori al valore soglia per la protezione della salute umana consigliato dall'Oms (20 microgrammi/m3), in 6 città del bacino padano i valori hanno superato la soglia annuale prevista dalla normativa (40 microgrammi/m3). Le città con maggiori concentrazioni di Pm10 sono Milano, Monza, Torino e Brescia”. Nelle città analizzate (dove si concentra il 25% delle popolazione italiana) però la fonte principale di Pm10 non sono i veicoli, bensì il riscaldamento domestico e dei camini industriali, le tanto colpevolizzate moto non sono prese quasi in considerazione. Unica eccezione rilevata Roma che, con oltre un milione e mezzo di veicoli circolanti, ha come produttori principali di Pm10 le quattro ruote. In ogni caso confrontando i dati dal 2006 al 2010 Ispra rileva “Deboli ma significativi segnali di una diffusa tendenza alla riduzione delle concentrazioni per il Pm10 e per il biossido di azoto". Nessun miglioramento invece per le concentrazioni, altrettanto dannose, di ozono.
Aggiungi un commento