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Il pianeta chiede aiuto, Suzuki risponde

Entro il 2030 la gamma di veicoli Suzuki cambierà radicalmente in nome dell’elettrificazione. Dietro questa evoluzione, però, si nasconde un programma molto più ampio e definito per la salvaguardia del nostro pianeta

Suzuki lancerà la sua prima moto elettrica nel 2024. La notizia in realtà è di aprile, momento in cui la casa di Hamamatsu ha annunciato che per il 2030 la famiglia di mezzi a due ruote "green" sarà composta da ben otto modelli. Si tratterà di veicoli pensati principalmente per l’utilizzo urbano, infatti le “grandi cilindrate” vivranno ancora grazie agli e-fuel. La strategia del brand giapponese è quindi quella di trovare più soluzioni che convivano e che si adattino ad ogni Paese e popolazione: per raggiungere la neutralità carbonica in Europa entro il 2050 (e in India entro il 2070), la strada è ancora lunga, ma il programma Visione Suzuki si basa su cinque punti ben precisi e che vanno ben oltre le moto, le auto o i motori marini.

 

Elettrificazione alla terza

Il primo punto lo conosciamo molto bene e si tratta dell’elettrificazione della gamma, e non solo quella a due ruote. Infatti, oltre alle otto motociclette in arrivo per il 2030, la strategia si allarga anche e soprattutto alle auto e ai motori fuoribordo per le imbarcazioni. Sul fronte delle quattro ruote, Suzuki ha deciso di aspettare a presentare la prima auto elettrica (nonostante fosse già pronta) perché non era ancora il momento. I paesi europei sono tra i primi a guardare verso una mobilità più pulita ma secondo Suzuki solo ora iniziano ad esserci i presupposti (mentalità del cliente compresa) per lanciarsi in questo segmento. Ecco perché la prima vettura a zero emissioni sarà presentata entro i primi mesi del 2025 e, nel giro dei cinque anni successivi, arriveranno altri 5 modelli EV. La nautica, invece, segue più la linea delle motociclette: le tecnologie non sono ancora pronte a fronteggiare le necessità degli armatori, motivo per cui l’elettrificazione sarà lanciata solo sui piccoli fuoribordo, ideali per chi va piano o ha bisogno di navigare in zone protette. Anche nel settore marine la prima novità elettrica sarà lanciata nel 2024, con un totale di 5 motori green per il 2030, mentre le grandi potenze sfrutteranno i biocarburanti per contenere le emissioni di CO2.

 

In prima linea per i biocarburanti

Come anticipato, il salto dalla mobilità attuale a quella elettrica è troppo grande, motivo per cui Suzuki crede nei biocarburanti avanzati per ridurre le emissioni di carbonio. Su questo fronte, però, la posizione della casa di Hamamatsu è più che attiva. Oltre ad aver istituito insieme ad altre sei aziende private, tra cui Subaru, Daihatsu e Toyota, la Research Association of Biomass Innovation for Next Generation Automobile Fuels (Associazione di ricerca sull'innovazione delle biomasse per i carburanti di prossima generazione), Suzuki ha anche investito sulla società giapponese Fujisan Asagiri Biomass LLC., che produce energia da biogas derivato da bovini. Siccome in India gran parte delle vetture Suzuki è alimentata a metano CNG, l’iniziativa del brand è quella di supportare la produzione di biogas derivato dagli scarti e dai rifiuti organici degli allevamenti del settore lattiero-caseario, con focalizzazione sul territorio indiano. Questo investimento non è mirato esclusivamente alla neutralità delle emissioni di carbonio, ma promuoverà anche la crescita economica della società indiana.

 

Il futuro è (anche) a idrogeno?

Un’altra conferma ci è arrivata sul fronte delle due ruote: i costruttori giapponesi non credono nell’elettrico alimentato a batteria. Motivo per cui Suzuki si è alleata con Kawasaki, Yamaha e Honda per esplorare l'uso dell'idrogeno come fonte di energia pulita per i veicoli, aprendo la strada a una mobilità sostenibile e ad emissioni zero. La casa di Hamamatsu fa anche parte della società HySE (Hydrogen Small mobility & Engine technology), che si impegna a condurre ricerche per stabilire uno standard di progettazione per i motori a idrogeno per la piccola mobilità. La strada è ancora lunga ma i primi prototipi mostrati a Eicma 2022 ci hanno fatto capire che non si tratta solo di un gioco tecnico.

 

Seconda vita alle batterie

Le batterie non hanno vita eterna: le prestazioni calano con il tempo e l’utilizzo, ma una batteria che oggi non riesce più ad essere efficiente per un determinato utilizzo, magari lo è per altro. Infatti, oltre ad aver investito su due impianti di produzione (il primo per batterie dedicate alle auto elettriche e il secondo per la produzione di veicoli EV, operativi rispettivamente dal 2025 e dal 2026), Suzuki ha sviluppato una tecnologia per il riutilizzo di piccole batterie agli ioni di litio. La nuova tecnologia consente di riutilizzare le batterie raccolte da dieci veicoli fuori uso come batterie per lampioni a energia solare. In più, il consorzio dei quattro colossi giapponesi di due ruote ha raggiunto un accordo per standardizzare le batterie intercambiabili per i motocicli elettrici, così da creare un sistema di condivisione della batteria per azzerare i tempi di attesa per la ricarica e sfruttare al massimo il ciclo di vita dei pacchi batteria.

 

Largo alle start-up

Nell'ottobre 2022, Suzuki Motor Corporation ha fondato la Suzuki Global Ventures (SGV), un fondo di corporate venture capital con sede nella Silicon Valley (USA). Grazie a questa nuova società, la casa giapponese collabora attivamente con start-up innovative. Tra i progetti più interessanti e concreti ce ne sono sei, alcuni dei quali vanno ben oltre il semplice concetto di mobilità. La Applied EV, ad esempio, ha sfruttato il telaio del fuoristrada Jimny per dar vita a un veicolo commerciale elettrico a guida autonoma. Non tutti sanno che Suzuki produce anche sedie motorizzate, come quelle per anziani, che sono state usate da Lomby per creare un robot per consegne a corto raggio. Con PowerX, invece, si sta lavorando alla progettazione di sistemi di accumulo di energia innovativi, mentre in occasione dell'Esposizione Mondiale di Osaka 2025 grazie a Skydrive dovrebbe essere lanciata la prima auto volante. Un altro accordo è stato siglato con la start up africana Moove, che punta a rafforzare la mobilità del paese cercando di puntare anche sull’ibrido e l’elettrico. Infine, le attenzioni vanno anche oltre l’atmosfera con il programma di esplorazione lunare commerciale Hakuto-R, una specie di Rover lunare 2.0 per raccogliere dati, colonizzare ed esportare materiale dal nostro satellite.

 

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