I caschi disegnati a Langhirano vanno a Hollywood per il nuovo Alien di Ridley Scott
Noi italiani sappiamo fare ottimi caschi, non solo da moto. È il caso della Northwall di Gianluca Martini, specializzata in protezioni per piloti di elicotteri: ha convinto anche Ridley Scott, che ha voluto una dozzina di caschi made in Langhirano sul set del nuovo Alien
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I caschi di Gianluca Martini
I caschi progettati da Gianluca Martini e prodotti dalla sua Northwall, sono stati particolarmente apprezzati dalla produzione del nuovo film Alien di Ridley Scott che, con una telefonata da Londra, ne ha ordinati una dozzina. Per una volta non parliamo di caschi strettamente dedicati ai motociclisti, bensì di “elmet” (questo il nome del prodotto) made in Italy appositamente studiati e disegnati per settori assai differenti. Appassionato di sport estremi e anche fantascienza, Gianluca Martini ha fondato a Langhirano, insieme ad un amico esperto di biomeccanica e alla moglie disegnatrice (autrice tra gli altri proprio dei caschi indossati dai piloti nel trailer del nuovo Alien), la Northwall che, in breve tempo, ha venduto in tutto il mondo caschi destinati soprattutto a piloti di elicotteri, vigili del fuoco, polizia e corpi speciali antiterrorismo. Volontario del soccorso alpino, Martini ha avuto modo di osservare i caschi utilizzati dai piloti: “Mi dicevo - racconta al Corriere - ma come fanno a muoversi con quei caschi ingombranti e pesanti!”. E così, studiandoci sopra, ha lanciato un nuovo modello: “Volume e peso sono stati ridotti del venticinque per cento, aumentando però la protezione del quaranta”. La strada era quella giusta, tanto che nel corso degli anni, le commesse sono arrivate un po’ da tutto il mondo: dalla Germania per la polizia federale e il GSG9 (corpi speciali dell’antiterrorismo), dalla Korea del Sud per i vigili del fuoco, dal Giappone per la polizia. “I giapponesi - scherza Gianluca - sono stati un osso duro. Che fatica. Prima di ordinarli li hanno provati e testati due anni”. Il 90% degli introiti, spiega Martini, arriva proprio dall’estero: non che in Italia non vengano apprezzati, ma “i tedeschi, per fare un esempio, pagano il cinquanta per cento all’ordinazione il resto alla consegna. Da noi? Se va bene passano otto mesi”…
I caschi progettati da Gianluca Martini e prodotti dalla sua Northwall, sono stati particolarmente apprezzati dalla produzione del nuovo film Alien di Ridley Scott che, con una telefonata da Londra, ne ha ordinati una dozzina. Per una volta non parliamo di caschi strettamente dedicati ai motociclisti, bensì di “elmet” (questo il nome del prodotto) made in Italy appositamente studiati e disegnati per settori assai differenti. Appassionato di sport estremi e anche fantascienza, Gianluca Martini ha fondato a Langhirano, insieme ad un amico esperto di biomeccanica e alla moglie disegnatrice (autrice tra gli altri proprio dei caschi indossati dai piloti nel trailer del nuovo Alien), la Northwall che, in breve tempo, ha venduto in tutto il mondo caschi destinati soprattutto a piloti di elicotteri, vigili del fuoco, polizia e corpi speciali antiterrorismo. Volontario del soccorso alpino, Martini ha avuto modo di osservare i caschi utilizzati dai piloti: “Mi dicevo - racconta al Corriere - ma come fanno a muoversi con quei caschi ingombranti e pesanti!”. E così, studiandoci sopra, ha lanciato un nuovo modello: “Volume e peso sono stati ridotti del venticinque per cento, aumentando però la protezione del quaranta”. La strada era quella giusta, tanto che nel corso degli anni, le commesse sono arrivate un po’ da tutto il mondo: dalla Germania per la polizia federale e il GSG9 (corpi speciali dell’antiterrorismo), dalla Korea del Sud per i vigili del fuoco, dal Giappone per la polizia. “I giapponesi - scherza Gianluca - sono stati un osso duro. Che fatica. Prima di ordinarli li hanno provati e testati due anni”. Il 90% degli introiti, spiega Martini, arriva proprio dall’estero: non che in Italia non vengano apprezzati, ma “i tedeschi, per fare un esempio, pagano il cinquanta per cento all’ordinazione il resto alla consegna. Da noi? Se va bene passano otto mesi”…
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