Husqvarna monterà in India le moto in kit?

Escamotage legale

Il “trucco” è stato inventato dalla Land Rover negli anni 50, ma in tempi recenti è stato riscoperto da Harley-Davidson, Ducati e BMW (di cui Husqvarna è una controllata). Si tratta di spedire nei paesi con forti tasse di importazione le moto sotto forma di CKD Kit (Complete KnockDown Kit, cioè moto completamente smontata). Così facendo si aggirano le tasse di importazione (solitamente altissime), calano sensibilmente i prezzi di acquisto e in ultimo si creano posti di lavoro nel paese che importa (il montaggio della moto, infatti è affidato a loro). Secondo voci attendibili, anche Husqvarna starebbe valutando in modo concreto questa possibilità: il mercato di riferimento sarebbe quello indiano dove ci sarebbe un serio interesse per le moto di piccola e media cilindrata prodotte dalla casa varesina.

Ampliarsi per risalire la china

Husqvarna al momento non se la sta passando molto bene. Le vendite languono, nonostante il recente approdo nel settore delle moto da strada con la Nuda 900. I numeri, purtroppo, spiegano molto bene l'andamento delle vendite della casa di Cassinetta. Mentre BMW continua a crescere sul mercato mondiale - con un +6,4% di vendite nel 2011 rispetto all'anno precedente – la sua controllata è scesa del 23%, raggiungendo quota 9286 moto vendute contro le oltre 12 mila del 2010. Da qui, la necessità di esplorare nuove realtà per provare a mettersi al passo della “capofila” BMW. Per Husqvarna si prospetterebbe un futuro intenso ma sul filo del rasoio: come molte altre realtà ci hanno insegnato in questi ultimi anni, il passaggio da "delocalizzazione fiscale" a "delocalizzazione produttiva" è più breve di quello che si pensa.