Honda, ecco la moto che "legge nella mente" del pilota
Al confine tra scienza e realtà, la divisione Ricerca e Sviluppo Americas di Honda ha di recente depositato alcuni brevetti per lo studio di una moto in grado di leggere nella mente del pilota. Una tecnologia ancora tutta da sviluppare, ma dalle enormi potenzialità
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Interazione uomo-moto
Proiettati in un futuro fatto di aiuti alla guida sempre più sofisticati, sensori radar e telecamere, non pare oggi così improbabile o quantomeno fantascientifico l’impegno di Honda nella progettazione e nello sviluppo di una moto in grado di “leggere la mente” del pilota.
L’idea è quella di un sistema di rilevamento delle onde cerebrali che aiuti le moto del futuro a conoscere le intenzioni del motociclista e, quindi, intervenire preventivamente con l’attivazione di eventuali aiuti alla guida che correggano una possibile situazione di pericolo. La domanda di brevetto proviene direttamente dalla struttura di Ricerca e Sviluppo Americas di Honda con sede a Los Angeles e mira a migliorare l’interazione tra uomo e macchina, o meglio, tra uomo e moto. Semplicemente (si fa per dire), nel progetto Honda il pilota indosserà un casco con elettrodi incorporati in grado di captare i segnali delle onde cerebrali e trasmetterli direttamente al computer "Brain-Machine Interface" il cui compito è quello di “interpretarli” ed inviarli successivamente alla centralina in un linguaggio a lei comprensibile. La suite, integrata con accelerometri, un'unità di misura inerziale per il calcolo di inclinazione, imbardata e beccheggio, acceleratore elettronico, controllo della trazione e sistema frenante ABS controllato dal computer non sarebbe poi così diversa da quelle di oggi. L’unica “aggiunta” degna di nota sarebbe in tal caso il sensore che misura l'angolo di sterzata (del quale in parte vi avevamo già parlato qui) completo di attuatore per muovere lo sterzo qualora il computer ne stabilisse la necessità.
Prevede le impennate
Le prime sperimentazioni Honda sull’effettivo utilizzo di una simile tecnologia riguardano in particolare l’impennata: stando ai brevetti, la moto potrebbe “percepire” l’input del pilota, cioè le sue intenzioni di effettuare l’impennata, ed aiutarlo assumendo automaticamente il controllo di vari comandi necessari. “L’acceleratore - spiegano da Honda - può essere attivato in automatico per superare un valore di soglia e contestualmente la frizione tirata per disinnestare gli ingranaggi della trasmissione: all’aumentare del numero di giri, la frizione verrebbe rilasciata in una data misura, ad esempio dell’80%, permettendo così alla ruota anteriore di sollevarsi”.
Sebbene una moto in grado di eseguire un'impennata perfetta indipendentemente dall'abilità del pilota potrebbe non essere intesa come un ovvio vantaggio dal punto di vista della sicurezza stradale, l’esempio di Honda dimostra senza troppa difficoltà le potenzialità di una simile tecnologia.
Non è un caso che i sistemi di controllo azionati dalle onde cerebrali siano già da parecchio tempo oggetto di numerose ricerche militari, specialmente per quanto concerne il sistema di controllo dei jet da combattimento. Intendiamoci: in campo motociclistico di strada da fare ce n’è ancora parecchia, ma il brevetto recentemente depositato dal costruttore giapponese lascia ben sperare…
L’idea è quella di un sistema di rilevamento delle onde cerebrali che aiuti le moto del futuro a conoscere le intenzioni del motociclista e, quindi, intervenire preventivamente con l’attivazione di eventuali aiuti alla guida che correggano una possibile situazione di pericolo. La domanda di brevetto proviene direttamente dalla struttura di Ricerca e Sviluppo Americas di Honda con sede a Los Angeles e mira a migliorare l’interazione tra uomo e macchina, o meglio, tra uomo e moto. Semplicemente (si fa per dire), nel progetto Honda il pilota indosserà un casco con elettrodi incorporati in grado di captare i segnali delle onde cerebrali e trasmetterli direttamente al computer "Brain-Machine Interface" il cui compito è quello di “interpretarli” ed inviarli successivamente alla centralina in un linguaggio a lei comprensibile. La suite, integrata con accelerometri, un'unità di misura inerziale per il calcolo di inclinazione, imbardata e beccheggio, acceleratore elettronico, controllo della trazione e sistema frenante ABS controllato dal computer non sarebbe poi così diversa da quelle di oggi. L’unica “aggiunta” degna di nota sarebbe in tal caso il sensore che misura l'angolo di sterzata (del quale in parte vi avevamo già parlato qui) completo di attuatore per muovere lo sterzo qualora il computer ne stabilisse la necessità.
Prevede le impennate
Le prime sperimentazioni Honda sull’effettivo utilizzo di una simile tecnologia riguardano in particolare l’impennata: stando ai brevetti, la moto potrebbe “percepire” l’input del pilota, cioè le sue intenzioni di effettuare l’impennata, ed aiutarlo assumendo automaticamente il controllo di vari comandi necessari. “L’acceleratore - spiegano da Honda - può essere attivato in automatico per superare un valore di soglia e contestualmente la frizione tirata per disinnestare gli ingranaggi della trasmissione: all’aumentare del numero di giri, la frizione verrebbe rilasciata in una data misura, ad esempio dell’80%, permettendo così alla ruota anteriore di sollevarsi”.
Sebbene una moto in grado di eseguire un'impennata perfetta indipendentemente dall'abilità del pilota potrebbe non essere intesa come un ovvio vantaggio dal punto di vista della sicurezza stradale, l’esempio di Honda dimostra senza troppa difficoltà le potenzialità di una simile tecnologia.
Non è un caso che i sistemi di controllo azionati dalle onde cerebrali siano già da parecchio tempo oggetto di numerose ricerche militari, specialmente per quanto concerne il sistema di controllo dei jet da combattimento. Intendiamoci: in campo motociclistico di strada da fare ce n’è ancora parecchia, ma il brevetto recentemente depositato dal costruttore giapponese lascia ben sperare…
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