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Hipster in moto, le dieci regole per riconoscerli e prenderli in giro - VIDEO

Tra le parole più usate negli ultimi anni, il termine hipster ha senza dubbio guadagnato un posto d’onore in classifica. All’inizio dell’esplosione di questa moda, gli hipster erano solo quelli “strani con la barba”, ora, invece, la connotazione si è fatta più pervasiva e anche, diciamola tutta, noiosa. Gli hipster sono ormai dappertutto, anche sulle moto. Vediamo come riconoscerli
Fenomenologia della cultura hipster motociclistica
Se vivete in una grande città come Milano o Roma non potete non aver notato la devastante ascesa, tra i giovani d’oggi, di camicie di flanella, barbe ottocentesche e occhiali dalla montatura spessa quanto un muro di cemento. Ebbene, questi sono solo tre macrodettagli che definiscono il cosiddetto hipster metropolitano, figura ormai più che sdoganata e presente in massiccio numero in tutti i luoghi più “cool” d'Europa e del Mondo. E pensare che il termine hipster, coniato negli anni 40, voleva dapprincipio definire i giovani amanti della musica jazz, per poi evolversi un decennio più tardi assumendo dei contorni più profondi e spirituali. Norman Mailer, uno dei padri della Beat Generation li definì degli esistenzialisti strangolati dal conformismo sociale che hanno deciso di “divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io. Ebbene, gli hipster attuali più che strangolati, nel conformismo sembrano sguazzarci e l’aspetto intellettuale del fenomeno pare abbia lasciato il posto a una preponderante cura del proprio aspetto, espressa con l’uso di vestiti e accessori vintage (pipe, macchine fotografiche a pellicola, vinile) e, più in generale, con la passione per tutto ciò che non è moderno. Da un paio d'anni l’hipstermania ha preso piede anche nel rude mondo dei motori e, come si poteva immaginare, ha attecchito in maniera decisa nel settore delle special customizzate. Riconoscere questa particolare tipologia di appassionati è facile non solo per come si veste, ma anche per come intende il motociclismo. Ecco quali sono i punti chiave della cultura hipster applicata alle due ruote, sotto, invece, il video geniale di See See Motorcycles con protagonista un novello customizer hipster. La clip è il video di presentazione dell'evento The One Motorcycle Show, in programma a Portland (Usa) dal 13 al 15 febbraio (qui il sito ufficiale).

1) Inglesismi – L’hipster utilizza molto spesso termini inglesi durante le sue digressioni. Per cui tenete bene a mente, il telaio non è un telaio ma un framework, l’interasse diventa wheelbase e, per carità, non parlategli mai di “sella in pelle”, non capirebbe. L’unica sella che conosce è una leather seat.

2) Citazioni – Sappiatelo, una special realizzata prendendo a calci una vecchio catorcio e andandoci giù pesante con sega circolare e fiamma ossidrica non è il semplice raptus di un customizer con qualche problema mentale. No, nel migliore dei casi è l’espressione motoristica dello spleen di Baudelaire.

3) Polemica – Nell’illustrare l’ultima special del più “santone” tra i customizer, l'hipster non si limita a spiegarti il perché di alcune decisioni tecniche e stilistiche. No, lui la butta in polemica annotando certosinamente le differenze tra il “santone” e i grandi marchi, quelli che a suo parere sono i peggiori fautori del mainstream motociclistico (inglesismo fondamentale). Ma soprattutto, l’hipster motociclista si produrrà con voi in una appassionante demolizione del progresso: l’innovazione, ricordatelo, vi ruba l’anima.
Un freno a tamburo durante una frenata d’emergenza su dei sampietrini, invece, ti ruba la vita, ma questa è un’altra storia.

4) Ribellione – Quando parlate con un motociclista hipster capirete in pochi secondi che tra voi e lui, se tutto va bene, passa un oceano differente di motivazioni motociclistiche. Voi siete banali perché guidate la moto per spostarvi, per viaggiare, per divertirvi. Lui il suo ferro lo guida per andare contro al sistema. 

5) Cultura – Mettetevelo bene in testa: non basta fare un lampeggio per definirsi motociclisti, non è nemmeno necessario saper guidare. È fondamentale però sapere che in un remotissimo angolo del più remoto sobborgo statunitense, c’è un vecchio customizer che sa piegare il ferro con la sola forza del pensiero.

6) Filosofia del Tassello – Ovvero sia: il complicatissimo concetto filosofico del “metti che. La vera special deve avere le gomme tassellate: metti che trovo una buca tra Piazzale Lagosta e via Tahon de Revel (zone del quartiere Isola a Milano, uno dei ritrovi top del motociclista hipster)? Spendere 15.000 euro per trasformare un rottame degli anni 70 in una special da flat track: metti che mi capita di andare all’Idroscalo, non le vuoi fare due sgommatine sulla sabbia?  

7) Rimpianto – Si stava meglio quando si stava peggio. Si stava meglio quando le moto erano solo di ferro, quando non c’era l’iniezione elettronica, quando il motore era al massimo a due cilindri. Soprattutto si stava meglio quando andare da A a B senza problemi meccanici non era solo una questione di manutenzione programmata, ma soprattutto di fortuna. Contenti loro.

8) Punti di vista – La forma vince sulla funzione. La moto deve essere unica non efficace (e poco importa se oramai anche l’unicità è venduta in kit). Il casco deve essere figo e non sicuro, l’abbigliamento deve essere cool e non tecnico...

9) Visione sistemica – Il normale appassionato di moto, quando è in mezzo ai suoi simili parla di due ruote o, al massimo, se è all’EICMA, si concede divagazioni più o meno spinte sulle bellezze femminili presenti. L’hipster, invece, considera le moto come una parte di un tutto perfettamente armonizzato. Preparatevi quindi a dover sostenere i seguenti argomenti fondamentali: “Vinile vs Compact Disc, la portabilità è un concetto relativo”, “Drum vs sigaretta: non è una questione di costi ma di filosofia fumatoria”, “Barba e baffi: le dieci acconciature più cool e le lozioni adatte per realizzarle”, “Tavola da surf: fenomenologia delle onde dal 1950 ad oggi”, “Religiosità: ritrovare la propria anima sulle spiagge di Bali.

10) Noia – Qui c’è poco  da aggiungere. Provate ad ascoltare per più di 5 minuti un motociclista hipster che in "trance estatica" snocciola i nove punti qui sopra elencati. Come minimo, per riflesso, vi verrà voglia di spendere tutti i vostri risparmi in una supersportiva giapponese, in un treno di gomme slick e in una tre giorni “non-stop” di  turni liberi al Mugello.
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