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Guard Rail assassini: quattro indagati a Milano

Un altro caso di guard rail assassini: a Milano la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tre dipendenti comunali e il responsabile di un'azienda privata che non avrebbero valutato correttamente la pericolosità delle protezioni montate sul raccordo autostradale di Rogoredo
Guard Rail assassini
I guard rail italiani sono una minaccia per tutti i motociclisti, ma anche gli automobilisti devono stare molto attenti. Lo dimostra quanto accaduto poco più di un anno fa, il 3 febbraio 2017, quando un'automobilista 30enne rimase uccisa a seguito dello schianto sul raccordo autostradale di Rogoredo (MI). Secondo la Procura, la morte della ragazza, incastratasi con la sua Fiat 500 nel guard rail, fu dovuta proprio all’irregolarità della barriera, montata male e mai sottoposta ai necessari lavori di sistemazione. A seguito di questo incidente, il raccordo fu chiuso per qualche giorno e poi riaperto con limite di velocità abbassato a 30 km/h. È notizia di oggi che le indagini sull'accaduto si sono chiuse con rinvio a giudizio per quattro persone: tre dipendenti del Comune di Milano e il direttore tecnico di un'impresa. Secondo il pubblico ministero Sergio Spadaro, gli indagati, a vario titolo, avrebbero avuto a che fare con l’istallazione e la manutenzione del guard rail. Tra questi, il geometra del Comune che, in qualità di direttore dei lavori, ne certificò per due volte (nel 2010 e poi nel 2014 a seguito dei lavori di manutenzione) il collaudo e la corretta istallazione, il direttore tecnico dell’impresa che lasciò "basculante" il profilato orizzontale della vecchia barriera, il dirigente comunale che nel 2016 non fece sistemare il guard rail danneggiatosi e il responsabile del quarto reparto strade del Comune che, non segnalando la pericolosità della barriera, non richiese l’intervento dal parte del nucleo per le manutenzioni urgenti.
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