Fidanzati travolti in Val di Susa, Matteo ha perso la memoria
Il motociclista originario di Moncalieri, sopravvissuto allo schianto, non ricorda la dinamica dell'incidente in quanto ha perso parzialmente la memoria. Ciò non consente ai pm di ottenere una deposizione completa. I tempi del processo dunque si allungano
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Dramma senza fine
Matteo, il motociclista travolto, assieme alla sua fidanzata Elisa, morta sul colpo, dall'auto guidata da Maurizio De Giulio (arrestato per omicidio volontario), ha perso la memoria e non riesce ancora a ricordare la dinamica dello schianto. Una tegola per i pm che vedono così allungarsi i tempi per una deposizione e il conseguente processo. Le cause della perdita di memoria sono dovute alla gravità dei danni fisici a seguito dell'incidente e sicuramente a un meccanismo di rimozione. Matteo sa che la sua amata Elisa è morta, ma non riesce a ricordare nulla della dinamica dello schianto. Il dottor Marco Bertino, autore di una consulenza di parte, lo spiega nel modo più semplice: "Matteo ha riportato una serie di traumi importanti da cui si sta lentamente riprendendo. È da 70 giorni ricoverato nell’unità spinale del Cto e cammina a fatica, sostenendosi con un girello. È un processo di rimozione di un evento traumatico di così immense dimensioni - spiega Bertino - abbastanza frequente in casi come questo. A volte alcuni pazienti con il trascorrere del tempo superano l’amnesia, altri invece mai. È come una forma di auto-protezione inconscia dal ricostruire e dunque rivivere un evento tanto tragico." La memoria di Matteo s’è fermata a poche ore prima dell’incidente. Ricorda pochi dettagli, che aveva dormito in un camper, che aveva fatto colazione, che si apprestava con la fidanzata a fare una gita in moto. Nient’altro. Le fasi cruciali dell’incidente, quando il furgone, uscito da una strada laterale della Statale, non aveva rispettato la precedenza rischiando così di investire la moto Ktm 650 con Matteo ed Elisa, sono state inesorabilmente resettate; nè ricorda la sua reazione, quando, raggiunto il Ford Transit di Di Giulio, che aveva a bordo anche la compagna e la figlia, c’era stato uno scambio di insulti e di minacce. Poi la moto, superando la coda, si era diretta verso la rotatoria, rallentando per entrare in corsia; ma Maurizio Di Giulio si era lanciato all’inseguimento per poi investire la moto. Elisa era morta sul colpo, Matteo, sbalzato a diversi metri di distanza. Oltre al grave trauma cranico, aveva riportato fratture in tutto il corpo. Una tragedia che si somma a quella del fratello di Matteo, vittima anni fa anche lui di un grave incidente stradale, in sella alla sua moto, che lo ha ridotto sulla sedia a rotelle. Lui fu travolto, in centro a Torino, da un’auto che non rispettò la precedenza.
Matteo, il motociclista travolto, assieme alla sua fidanzata Elisa, morta sul colpo, dall'auto guidata da Maurizio De Giulio (arrestato per omicidio volontario), ha perso la memoria e non riesce ancora a ricordare la dinamica dello schianto. Una tegola per i pm che vedono così allungarsi i tempi per una deposizione e il conseguente processo. Le cause della perdita di memoria sono dovute alla gravità dei danni fisici a seguito dell'incidente e sicuramente a un meccanismo di rimozione. Matteo sa che la sua amata Elisa è morta, ma non riesce a ricordare nulla della dinamica dello schianto. Il dottor Marco Bertino, autore di una consulenza di parte, lo spiega nel modo più semplice: "Matteo ha riportato una serie di traumi importanti da cui si sta lentamente riprendendo. È da 70 giorni ricoverato nell’unità spinale del Cto e cammina a fatica, sostenendosi con un girello. È un processo di rimozione di un evento traumatico di così immense dimensioni - spiega Bertino - abbastanza frequente in casi come questo. A volte alcuni pazienti con il trascorrere del tempo superano l’amnesia, altri invece mai. È come una forma di auto-protezione inconscia dal ricostruire e dunque rivivere un evento tanto tragico." La memoria di Matteo s’è fermata a poche ore prima dell’incidente. Ricorda pochi dettagli, che aveva dormito in un camper, che aveva fatto colazione, che si apprestava con la fidanzata a fare una gita in moto. Nient’altro. Le fasi cruciali dell’incidente, quando il furgone, uscito da una strada laterale della Statale, non aveva rispettato la precedenza rischiando così di investire la moto Ktm 650 con Matteo ed Elisa, sono state inesorabilmente resettate; nè ricorda la sua reazione, quando, raggiunto il Ford Transit di Di Giulio, che aveva a bordo anche la compagna e la figlia, c’era stato uno scambio di insulti e di minacce. Poi la moto, superando la coda, si era diretta verso la rotatoria, rallentando per entrare in corsia; ma Maurizio Di Giulio si era lanciato all’inseguimento per poi investire la moto. Elisa era morta sul colpo, Matteo, sbalzato a diversi metri di distanza. Oltre al grave trauma cranico, aveva riportato fratture in tutto il corpo. Una tragedia che si somma a quella del fratello di Matteo, vittima anni fa anche lui di un grave incidente stradale, in sella alla sua moto, che lo ha ridotto sulla sedia a rotelle. Lui fu travolto, in centro a Torino, da un’auto che non rispettò la precedenza.
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c'e' un errore nell'articolo.. "Matteo sa che la sua amata Sara è morta, ma non riesce a ricordare nulla della dinamica dello schianto."
il nome della ragazza, come piu' volte citato nello stesso articolo, e' Elisa non Sara
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