Revisioni annuali per moto e scooter
Se approvata, bisognerà uniformarsi entro il 2020
L'Europa si è data degli obbiettivi ambiziosi per la sicurezza stradale: entro il 2020 vuole ridurre del 50% il numero di incidenti mortali sulle sue strade. Per riuscirci ha in cantiere numerose modifiche alle norme che regolano la "vita" dei veicoli a motori, oltre alla proposta di rendere l'ABS obbligatorio su tutti veicoli immatricolati (clicca qui), la Commissione Europea ha da poco presentato una proposta che vuole rendere obbligatorio in tutti gli Stati menbri la revisione per le moto, aumentandone anche la frequenza. La proposta prevede che la prima revisione sia fatta dopo 4 anni dalla prima immatricolazione, la seconda 2 anni dopo e poi, dal sesto anno, il controllo diventi addirittura annuale. Pare sia prevista un'esenzione per le moto di interesse storico. Questo giro di vite viene giustificato dalla Commissione con un dato preciso: gli incidenti mortali causati dalle carenze tecniche dei veicoli ammontano al 6% del totale. Per l'Italia, cambierebbe quindi la frequenza, visto che oggi la prima revisione si fa dopo quattro anni e poi ogni due anni, ma in nove paesi Europei, tra cui Francia, il Belgio, la Grecia, il Portogallo e la Finlandia, invece, la svolta sarà "epocale" visto che attualmente moto e scooter erano esentati da controlli. La proposta, se verrà approvata da Consiglio e Parlamento Europeo, diventerà operativa già dal prossimo anno e obbligherà i Paesi membri a uniformarsi ad essa entro il 2020.
Chilometraggio garantito
Le revisioni verranno uniformate anche per quanto riguarda le tipologie di controlli effettuati. Prevista anche l'introduzione della certificazione del chilometraggio della moto che, insieme ai dati tecnici del veicolo, dovrà essere inserito in un registro nazionale. Questa "carta d'identità della moto" sarà consultabile in ogni paese, rendendo di impossibile la falsificazione del chilometraggio e l'anno di immatricolazione.
Secondo le previsioni della Commissione Europea, queste rivoluzione delle revisioni dovrebbero salvare ben 1.200 vite all'anno e di evitare 36.000 incidenti, con un risparmio per la collettività di 5.600 milioni di euro.
La Fema protesta
La Fema, la lobby europea delle associazioni dei motociclisti, non ha apprezzato queste novità: secondo i dati in possesso della Federazione infatti, gli incidenti causati dalle carenze tecniche del veicolo rappresentano solo lo 0,3% del totale (e non il 6%), un dato troppo basso per giustificare la portata di questa norma. Sempre secondo la Fema, l'attuazione della norma porterà a un aumento dei costi per i cittadini di circa 1,7 miliardi.
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