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Doping Iannone: i 5 motivi della condanna e cosa potrebbe accadere adesso

Ieri Andrea Iannone è stato condannato dal TAS a quattro anni di squalifica, confermando così l’accusa di doping e accogliendo totalmente le richieste della WADA, l’agenzia antidoping internazionale. Vediamo di capire quali sono le ragioni di questa sentenza e cosa potrebbe fare adesso Iannone
Andrea Iannone è stato condannato ieri per doping dal TAS, il tribunale sportivo di Losanna a cui si era appellato contro la condanna a 18 mesi inflittagli dal Tribunale della FIM che aveva sanzionato l’assunzione della sostanza dopante (il Drostanolone) ma accolto parzialmente la tesi difensiva secondo cui tutto sarebbe accaduto a causa di alimenti (della carne nella fattipecie) contaminati. Il TAS ha accolto iinvece la richiesta della WADA (l’agenzia internazionale antidoping), che chiedeva il massimo della pena. Vediamo quali sono le motivazioni di questa decisione.

Perché Iannone è stato condannato?

- Secondo le norme antidoping un atleta è considerato responsabile delle sostanze rinvenute nel suo corpo, è lui deve dimostrare che l’assunzione è stata involontaria (cosa difficile), se non lo fa è ritenuto automaticamente colpevole.

- Secondo il TAS quindi non si può escludere che Iannone abbia mangiato carne contaminata, ma lui non è stato in grado di dimostrare senza ombra di dubbio che le cose siano andate come sostiene, né quale tipo di carne abbia consumato né la sua origine.

- Il TAS rincara la dose sostenendo che Iannone non abbia dimostrato che esista un problema di carni contaminate con Drostanolone in Malesia.

- Sempre secondo il TAS "Anche con maggiori sforzi sull’origine delle carni, però, il giudizio non sarebbe cambiato perché la quantità di carni importate in Malesia dalla Cina, paese a rischio, sono solo lo 0,23%, troppo poco per provare un rischio di contaminazione".

- Considerata inutile la tesi secondo cui il doping non servirebbe a un pilota professionista per migliorare le proprie prestazioni.


Il TAS ha concluso lapidario: “Andrea Iannone non è stato in grado di fornire alcuna prova convincente per stabilire che quello che ha commesso non era intenzionale.”
Iannone  perà sembra anche una vittima “perfetta” del sistema, non è sfuggito a molti che se fosse stato assolto la WADA avrebbe dovuto riscrive i suoi protocolli (e rivedere parecchie sentenze…), secondo i quali non è possibile assumere il Drostanolone attraverso alimenti contaminati.


Cosa può fare Iannone ora?
L’avvocato del pilota, Antonio De Rensis non accetta questa decisione: "È un omicidio del diritto sportivo, è una sentenza che crea un precedente pericoloso perché impedisce a un atleta di difendersi dalla contaminazione alimentare ed equipara un’eventuale colpa al dolo."

Le strade per il pilota di Vasto sono poche, la sentenza del TAS non puà essere impugnata presso un altro tribunale sportivo. In teoria Iannone potrebbe ancora rivolgersi entro un mese al Tribunale Federale svizzero, ma la strada è strettissima e percorribile solo per casi eclatanti.
 
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