Deliveroo, i ciclofattorini scioperano per ottenere maggiore flessibilità
Un altro sciopero nella sharing economy: a protestare, questa volta, i ciclofattorini torinesi di Deliveroo che, lunedì 1 maggio, hanno interrotto le consegne. I collaboratori chiedono una più equa distribuzione delle ore, che ne garantisca un minimo di 10 settimanali
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Sciopero Deliveroo
Come già fatto dai colleghi di Foodora, anche i ciclofattorini azzurri - quelli cioè con la maglia di Deliveroo - hanno scioperato contro la mancata promessa fattagli in fase di assunzione. Deliveroo è una multinazionale leader nel settore delle consegne a domicilio del cibo con prenotazione tramite app direttamente al ristorante: un settore forte e in crescita che, in Italia, vede oggi concorrere Deliveroo con Foodora. Seguendo l’esempio dei colleghi inglesi (e degli italiani assunti dalla competitor Foodora), i lavoratori “azzurri” di Torino hanno interrotto le consegne per protestare contro la mancanza di flessibilità che, a sua volta, avrebbe provocato il taglio delle ore di occupazione e, quindi, dello stipendio: "Deliveroo propone ai suoi ciclofattorini un lavoro flessibile, dinamico che consente ad ognuno di rendersi disponibile in base ai suoi impegni. La piattaforma di gestione dei turni permette di candidarsi per determinate fasce orarie e di attendere la conferma del turno da parte dell'azienda, quindi scegliere settimanalmente quanto lavorare e quando no”, spiega la lettera inviata dai lavoratori alla direzione di Deliveroo. L’idea dovrebbe essere quella di una collaborazione flessibile, che permetta ad ognuno di lavorare per un numero di ore variabile a seconda della propria disponibilità. Una soluzione in realtà - questa la denuncia - per nulla rispettata dall’azienda: “questa sbandierata flessibilità offerta da Deliveroo - continua la lettera - è totalmente vanifica dal sistema di riconferma dei turni di settimana in settimana che da febbraio ad oggi ha imposto a tutti i componenti della flotta un lavoro che di flessibile ha ben poco. Limitando drasticamente la facoltà di scelta di ogni ciclofattorino, questo sistema di organizzazione del lavoro ha determinato per non pochi fattorini la perdita di totale o parziale delle ore di lavoro e reso particolarmente difficile, se non impossibile, riottenere le ore perdute o un numero di turni paragonabile a quello promesso durante “l'on boarding”, o meglio l’assunzione”.
Ciò che i collaboratori chiedono è quindi una più corretta distribuzione delle ore, che garantisca, in base a turni e disponibilità, almeno 10 ore di lavoro settimanale per tutti.
Ciò che i collaboratori chiedono è quindi una più corretta distribuzione delle ore, che garantisca, in base a turni e disponibilità, almeno 10 ore di lavoro settimanale per tutti.
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