Daijiro Kato oggi avrebbe compiuto 38 anni
Oggi è il compleanno di Daijiro Kato, purissimo talento giapponese morto a Suzuka nel 2003. Campione del mondo 250 nel 2001, Daijiro era il pilota di punta del team Gresini con cui corse anche in MotoGP nel 2002 e, purtroppo, nella gara inaugurale del 2003, dove perse la vita. Rispettato da tutti, lui amava l'Italia e in particolar modo Misano Adriatico, che gli ha dedicato la via affianco all'autodromo
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In memoria di Daijiro Kato
Oggi venerdì 4 luglio Daijiro Kato avrebbe compiuto 38 anni. E ci piace immaginare che se quel maledetto muretto di Suzuka non se lo fosse portato via il 6 aprile 2003, oggi, Daijiro avrebbe potuto vivere un finale di carriera "alla Biaggi", magari togliendosi qualche sfizio anche in SBK dopo aver duellato per anni in MotoGP con l'amico Valentino Rossi. Il suo, infatti, era un talento purissimo, coltivato alla fine degli anni 90 nei campionati nazionali, con qualche wild card in 250 (due vittorie a Suzuka) e il suo primo campionato Mondiale 250 "intero" nel 2000, dove stupì tutti centrando un terzo posto finale. Il 2001 fu l'anno d'oro, l'anno in cui salì sul tetto del mondo vincendo con il Team Gresini il titolo della 250 a mani basse, un dominio assoluto con dieci vittorie su quindici gare disputate. Nel 2002 il salto in MotoGP, sempre con Gresini e Honda. L'anno del debutto lo concluse in settima posizione assoluta, guadagnandosi il riconoscimento di miglior esordiente, consacrando capacità che avrebbero forse potuto portarlo lontano. Per questo motivo nel 2003 c'erano grandi aspettative sul suo conto e sempre con il team Gresini Racing si accinse a iniziare una nuova stagione nella massima categoria. La prima gara si disputava sul circuito di Suzuka, in Giappone, un appuntamento importante per lui sia perché era il tracciato di “casa”, sia perché su quel tracciato Daijiro ci aveva vinto già quattro volte in sette partecipazioni. Proprio quel circuito, però, lo ha tradito. Alla curva 130R Daijiro ha perso il controllo della sua Honda e si è schiantato a circa 140 km/h sul muretto posto a soli 10 metri dalla pista. Dopo due settimane di coma Kato morì e, da quell'anno, non si corse più sul circuito di Suzuka e venne ritirato il numero con cui correva, il 74. La morte di Kato, innescò un processo profondo nei vertici della MotoGP che proprio quell'anno istituì la Commssione Sicurezza, organo istituito per lavorare al miglioramento della sicurezza di ogni circuito del Campionato del Mondo.
Oggi venerdì 4 luglio Daijiro Kato avrebbe compiuto 38 anni. E ci piace immaginare che se quel maledetto muretto di Suzuka non se lo fosse portato via il 6 aprile 2003, oggi, Daijiro avrebbe potuto vivere un finale di carriera "alla Biaggi", magari togliendosi qualche sfizio anche in SBK dopo aver duellato per anni in MotoGP con l'amico Valentino Rossi. Il suo, infatti, era un talento purissimo, coltivato alla fine degli anni 90 nei campionati nazionali, con qualche wild card in 250 (due vittorie a Suzuka) e il suo primo campionato Mondiale 250 "intero" nel 2000, dove stupì tutti centrando un terzo posto finale. Il 2001 fu l'anno d'oro, l'anno in cui salì sul tetto del mondo vincendo con il Team Gresini il titolo della 250 a mani basse, un dominio assoluto con dieci vittorie su quindici gare disputate. Nel 2002 il salto in MotoGP, sempre con Gresini e Honda. L'anno del debutto lo concluse in settima posizione assoluta, guadagnandosi il riconoscimento di miglior esordiente, consacrando capacità che avrebbero forse potuto portarlo lontano. Per questo motivo nel 2003 c'erano grandi aspettative sul suo conto e sempre con il team Gresini Racing si accinse a iniziare una nuova stagione nella massima categoria. La prima gara si disputava sul circuito di Suzuka, in Giappone, un appuntamento importante per lui sia perché era il tracciato di “casa”, sia perché su quel tracciato Daijiro ci aveva vinto già quattro volte in sette partecipazioni. Proprio quel circuito, però, lo ha tradito. Alla curva 130R Daijiro ha perso il controllo della sua Honda e si è schiantato a circa 140 km/h sul muretto posto a soli 10 metri dalla pista. Dopo due settimane di coma Kato morì e, da quell'anno, non si corse più sul circuito di Suzuka e venne ritirato il numero con cui correva, il 74. La morte di Kato, innescò un processo profondo nei vertici della MotoGP che proprio quell'anno istituì la Commssione Sicurezza, organo istituito per lavorare al miglioramento della sicurezza di ogni circuito del Campionato del Mondo.
Di Daijiro, oggi, restano il ricordo di uno dei talenti più puri "prodotti" dalla scuola giapponese, il grande rimpianto degli appassionati e soprattuto dei piloti che lo hanno conosciuto. Kato, per la sua simpatia e la sua curiosa "italianità" (passava a Misano quasi tutte le estati) era uno dei piloti più amati e apprezzati dagli addetti ai lavori. In onore del pilota la città romagnola ha deciso di intitolargli la strada accanto all'autodromo.
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