Coronavirus e viaggi annullati – Rimborso soldi o voucher? Fate valere i vostri diritti
Tutti i viaggi annullati causa coronavirus devono essere rimborsati, ma il Governo ha deciso che sono i tour operator a poter decidere se restituire i soldi oppure offrire un voucher. Questa norma però è in contrasto con le leggi europee, ecco come far valere i propri diritti
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I voucher non bastano
Tra i tanti problemi causati da questi mesi di lockdown ci sono state le cancellazioni di viaggi e vacanze di ogni tipo, anche quelle in moto. Cancellazioni che hanno avuto come conseguenza la necessità di risarcire quanti hanno dovuto rinunciare alle proprie ferie. Per risolvere il problema il Decreto Cura Italia aveva stabilito che chi ha acquistato un viaggio o un soggiorno dal 23 febbraio al 31 luglio e non è potuto partire per via dell’emergenza coronavirus, può ottenere, a discrezione del venditore (agenzia di viaggio, tour operator, ecc.), il rimborso di quanto speso oppure un voucher equivalente valido per un anno.
L'Atitrust contro il Governo
Una decisione presa per salvaguardare il settore turistico ma che per i consumatori si è tradotta nell’impossibilità di riavere indietro il denaro. A opporsi alla norma imposta dal Governo ci ha pensato l’Antitrust che, con una nota al Governo, ha spiegato: "Tale norma (quella del decreto Cura Italia ndr) si pone in contrasto con la vigente normativa europea, che nel caso di cancellazione per circostanze inevitabili e straordinarie, prevede il diritto del consumatore ad ottenere un rimborso. A fronte del permanere del descritto conflitto tra normativa nazionale ed europea, l'Antitrust interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria disapplicando la normativa nazionale contrastante."
L'Europa sta con i consumatori
In buona sostanza la norma presente nel decreto Cura Italia è in contrasto con la normativa europea che consente ai consumatori e non ai tour operator, di scegliere se avere un buono da spendere in futuro o il rimborso diretto del denaro speso per la prenotazione.
Secondo le associazioni dei consumatori il diritto comunitario prevale su quello italiano, ed i consumatori possono farlo valere inviando una raccomandata A/R o una mail pec per mettere in mora l’operatore con cui avevano prenotato un viaggio chiedendo indietro i soldi. Questo diritto potrebbe essere fatto valere anche da chi ha dovuto accettare il voucher a seguito della minaccia da parte degli operatori di perdere soldi e voucher.
Tra i tanti problemi causati da questi mesi di lockdown ci sono state le cancellazioni di viaggi e vacanze di ogni tipo, anche quelle in moto. Cancellazioni che hanno avuto come conseguenza la necessità di risarcire quanti hanno dovuto rinunciare alle proprie ferie. Per risolvere il problema il Decreto Cura Italia aveva stabilito che chi ha acquistato un viaggio o un soggiorno dal 23 febbraio al 31 luglio e non è potuto partire per via dell’emergenza coronavirus, può ottenere, a discrezione del venditore (agenzia di viaggio, tour operator, ecc.), il rimborso di quanto speso oppure un voucher equivalente valido per un anno.
L'Atitrust contro il Governo
Una decisione presa per salvaguardare il settore turistico ma che per i consumatori si è tradotta nell’impossibilità di riavere indietro il denaro. A opporsi alla norma imposta dal Governo ci ha pensato l’Antitrust che, con una nota al Governo, ha spiegato: "Tale norma (quella del decreto Cura Italia ndr) si pone in contrasto con la vigente normativa europea, che nel caso di cancellazione per circostanze inevitabili e straordinarie, prevede il diritto del consumatore ad ottenere un rimborso. A fronte del permanere del descritto conflitto tra normativa nazionale ed europea, l'Antitrust interverrà per assicurare la corretta applicazione delle disposizioni di fonte comunitaria disapplicando la normativa nazionale contrastante."
L'Europa sta con i consumatori
In buona sostanza la norma presente nel decreto Cura Italia è in contrasto con la normativa europea che consente ai consumatori e non ai tour operator, di scegliere se avere un buono da spendere in futuro o il rimborso diretto del denaro speso per la prenotazione.
Secondo le associazioni dei consumatori il diritto comunitario prevale su quello italiano, ed i consumatori possono farlo valere inviando una raccomandata A/R o una mail pec per mettere in mora l’operatore con cui avevano prenotato un viaggio chiedendo indietro i soldi. Questo diritto potrebbe essere fatto valere anche da chi ha dovuto accettare il voucher a seguito della minaccia da parte degli operatori di perdere soldi e voucher.
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