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Coronavirus - MotoGP: team al lavoro a singhiozzo, piloti tra allenamenti e solidarietà

Anche Jerez chiude la pista: Honda era l'ultimo team intenzionato a effettuare prove private, ma deve disdire come avevano già fatto Ktm, Suzuki e Aprilia. A Noale e Borgo Panigale sono in corso interventi sanitari e organizzativi per permettere di riprendere a lavorare negli impianti la prossima settimana. VR46 e Fondazione Simoncelli in prima linea nella raccolta fondi per l'emergenza Coronavirus
Non è passata nemmeno una settimana dal gran premio del Qatar in cui sono andate in scena solo Moto2 e Moto 3, mentre il mondo della MotoGP è alle prese con nuovi rinvii in calendario e un'inattività forzata difficile da fronteggiare. Gli addetti ai lavori fanno il possibile per tutelare i propri interessi, pur con tutti gli ostacoli del caso. Il motomondiale è una realtà che corre in 16 diverse nazioni, piloti e tecnici vengono da ogni continente e rappresentano quanto più possibile i diversi Paesi. La situazione è frammentata quanto più non potrebbe essere: la diffusione del Coronavirus si muove in maniera differente a seconda delle diverse zone della Terra e le risposte dei governi riflettono questa mancanza di sincronia e i differenti umori degli esecutivi e dell'opinione pubblica.

Team al lavoro, anzi no
Fino a qualche giorno fa si riteneva che la diffusione del Covid-19 sarebbe giunta in “soccorso” ai team che avevano maggiormente da lavorare in fabbrica sui propri prototipi. In cima alla lista delle squadre in ritardo c'è sicuramente Hrc, che nei test del Qatar aveva mostrato come la Rc213-V avesse imboccato una strada sbagliata nello sviluppo. I tecnici giapponesi ora possono cercare di rivedere aerodinamica e motore, prima di omologare entrambi i materiali per la stagione. Proprio Honda non aveva disdetto i test di Jerez, come avevano fatto invece qualche giorno fa Ktm, Suzuki e Aprilia. La comunità andalusa al momento è una delle meno colpite dalla malattia, ma questa mattina il sindaco ha disposto la chiusura dell'impianto, anche perché in Spagna la situazione sta peggiorando rapidamente. Lo stop al momento ha fine al 30 marzo, ma potrebbe prolungarsi per 50 giorni. Il GP è programmato per il 3 maggio e l'ipotesi sul timing della riapertura non sembra casuale. In settimana i team di MotoE avevano disputato le proprie prove, con l'eccezione del team Sic58 che aveva rinunciato per senso di responsabilità. Hrc si sarebbe dovuta presentare con Stefan Bradl a collaudare la moto della Casa Alata tra il 18 e il 20 marzo.

In Italia
Proprio gli stabilimenti di Aprilia si fermano oggi a Noale, stop che proseguirà fino almeno a lunedì per permettere di riorganizzare la produzione secondo le più recenti disposizioni sanitarie. Il reparto corse ha parecchio su cui lavorare, con la RS-GP che ha mostrato di essere nata bene, ma che ha necessità di sviluppo, anche e soprattutto a livello di motore. Proprio sotto questo punto di vista lo stop inizialmente poteva consentire di guadagnare tempo. Aprilia gode delle concessioni e può sviluppare liberamente il propulsore nel corso della stagione. Ovviamente ora è tutto il sistema della filiera produttiva a essere messo a dura prova, per cui non è detto che il tempo in più possa essere sufficiente. In generale i tecnici di Noale, qualora possano tornare al lavoro, avranno settimane a disposizione per proseguire nella ricerca e sviluppo. Anche del nuovo sistema di partenza e assetto variabile, che Albesiano ha confermato avere in cantiere.
È ferma anche Ducati, intesa come stabilimento di Borgo Panigale, Ktm e Suzuki come indicato sopra hanno rinunciato a svolgere prove private. Yamaha prosegue a lavorare in Giappone: il reparto corse è a Monza ma il test team, se confermerà l'intenzione di svolgere delle prove a Motegi con Jorge Lorenzo, dovrebbe convocare il maiorchino in aprile.

Piloti tra infortuni, inattività e solidarietà
Maverick Vinales è incappato in un incidente mentre si allenava con la moto da cross, ma il ricovero ospedaliero ha escluso fratture. Anche i fratelli Marquez si dedicano alle ruote artigliate, mentre Jorge Lorenzo fino a qualche giorno fa mostrava immagini che lo ritraevano in versione running a Lugano. Valentino Rossi è in una delle regioni più colpite dall'emergenza e ha partecipato – tramite la VR46- a una raccolta fondi per l'ospedale Marche Nord. La strattura fa sapere che il pilota della Yamaha ha versato "un generoso contributo" per l'azienda ospedaliera. Grazie alla sottoscrizione sono arrivati i primi respiratori, fondamentali per attrezzare e implementare le terapie intensive. Anche la Fondazione Simoncelli si è mossa, pochi chilometri più a nord, promuovendo una raccolta fondi per aiutare l'ospedale Infermi di Rimini.
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