Codice della strada, nuove regole per patenti e monopattini
Regole piú severe per la guida in stato di ebbrezza, micromobilità e esami patente. Questi i punti cardine della riforma del Codice della Strada che ha iniziato l'iter parlamentare
Riforma codice della strada
È cominciato il lungo percorso che dovrebbe portare alla revisione del Codice della strada. Dalla micromobilità alla guida in stato di ebrezza o sotto sostanze stupefacenti, la riforma prevede una stretta sulle regole e sui controlli. Più in generale, le questioni su cui interverranno i legislatori riguardano tre ambiti: sicurezza nella guida, sosta dei veicoli e micromobilità, cioè l’insieme delle leggi atte a regolare l’utilizzo di bici, scooter e monopattini elettrici.
Casco e targa obbligatori per i monopattini
In riferimento ai monopattini, il Ministero starebbe ragionando sull’introduzione del casco e della targa e, forse, anche sul l’obbligo di assicurazione. Rimanendo in ambito sicurezza ci sarebbe anche l’eventuale modifica alle regole per l’ottenimento della patente di guida. A tal proposito, in occasione del convegno #FORUMAutomotive andato in scena lo scorso 21 marzo a Milano, il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Galeazzo Bignami aveva dichiarato: “In Italia sono sufficienti 10 ore di guida per conseguire la patente. Dovremo portarle almeno a 12 avendo presente che la media europea è di 20. È inoltre fondamentale prevedere l’inserimento di test sul pericolo percepito. Molti giovani non hanno la reale idea di cosa possa accadere non rispettando un semaforo rosso o contravvenendo a elementari quanto fondamentali regole per la circolazione. Altri non sono in grado di guidare indifferente auto con cambio manuale e automatico, sempre più diffuso”.
Per quanto riguarda invece le tempistiche, dopo il via libera al Ddl di riforma entro aprile il percorso prevederebbe l’approvazione di un decreto legislativo delegato entro dicembre di quest’anno, e di un nuovo regolamento di attuazione ed esecuzione entro giugno 2024. La revisione passerà da una condivisione con altri ministeri a partire da Viminale e Giustizia oltre che dall'esame parlamentare da ultimare entro la fine dell'anno.