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Cassazione, condanna per il pedone che ha provocato l'incidente

Attraversare senza prestare attenzione alla strada, e alle sue regole, è reato. Questo già si sapeva, ma da oggi la Cassazione ha decretato che è anche punibile con la reclusione: la sentenza punisce un pedone che, a causa del comportamento incauto, ha provocato un incidente mortale
Distratti o incauti
Con una recente sentenza la Cassazione traccia una linea dura per chi, pedone, dovesse con il proprio incauto o distratto comportamento causare un incidente sulla strada.
Il caso è quello di Massimiliano Lepratti, 51 anni, che circa un anno fa nell’attraversare la strada con il rosso e nascosto da un autobus a Milano, ha causato la morte di Salvatore Zammataro mentre era alla guida di una Yamaha. Proveniente dal senso opposto di marcia in Viale Misurata il motociclista non aveva avuto il tempo di frenare e, dopo aver investito il pedone, era stato sbalzato dalla sella.
La sentenza 32095 della Cassazione ha perciò condannato il pedone ad un anno di reclusione – sospeso dalla condizionale – tenendo conto “dell’assenza di tracce di frenata, della presenza di un mezzo di grosse dimensioni che occultava la visibilità e della rapidità con cui è avvenuto l’investimento”. Il centauro si trovava a una distanza talmente ravvicinata dall’attraversamento pedonale che non avrebbe potuto arrestare il proprio veicolo ed è quindi l’incauto pedone ad essere responsabile.
La Cassazione ha dichiarato il concorso colposo in misura del 75% alla morte dello Zammataro e, oltre all’anno di carcere, Lepratti dovrà risarcire la famiglia del motociclista con 150mila euro, in accordo alla sentenza della Corte d’Appello del 26 febbraio 2015.
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