Carrie Fisher addio alla principessa Leila, ma la vedremo ancora in Star Wars VIII
L'attrice, 60 anni, è morta a causa di un infarto ma il suo volto e il suo personaggio più celebre, la Principessa Leila, li vedremo ancora nell'ottavo capitolo della saga Star Wars in uscita il prossimo anno
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Leila tornerà
Carrie Fisher, indimenticato volto della Principessa Leila nella saga di Star Wars (nei primi tre episodi, più il settimo), è morta a soli 60 anni a causa di un arresto cardiaco. Noi motociclisti la ricordiamo a cavallo delle moto volanti sulla luna di Endor ne "Il ritorno dello Jedi" e infatti suo volto è entrato nell'immaginario collettivo del cinema degli ultimi 40 anni non solo per partecipato alla saga di fantascienza più famosa e conosciuta al mondo, ma anche per aver preso parte a un altro capolavoro del cinema anni 80, The Blues Brothers, dove interpretava la fidanzata “violenta” del mitico Jake Blues (John Belushi). In queste ore i social sono letteralmente esplosi di ricordi di quest'attrice e della “sua” Leila, il cui volto è tornato protagonista nel settimo episodio uscito lo scorso anno e che, per la felicità dei fans, vedremo anche nell'episodio VIII, in uscita il prossimo anno (la Fisher aveva già registrato le sue scene del nuovo episodio). Se tutti ricordano con affetto uno dei volti più celebri di Star Wars, in pochi sanno (soprattutto tra i più giovani) chi era realmente Carrie Fisher, un'attrice dotatissima ma allo stesso tempo tormentata dall'abuso di droga e dal disturbo bipolare. La sua dipendenza dall'eroina era cosa nota a Hollywood e si racconta, addirittura, che nel 1980 il suo abuso di sostanze le fece addirittura rischiare il licenziamento dal set di The Blues Brothers. Sembra che John Landis, il regista di quello che divenne il musical più famoso al mondo, non ne potesse più della sua difficoltà a portare a termine ogni singola scena. Gli anni 80, in seguito, furono costellati da numerosi tentativi di disintossicazione che culminarono nel 1989 quando rischiò la vita a causa di un'overdose. I suoi problemi di salute, uniti al “peso” di essere identificata costantemente con un solo personaggio, contribuirono a limitare la carriera di attrice della Fisher, ma fortunatamente non quella di artista a tutto tondo. Negli anni 90 e 2000 infatti l'attirce pubblicò due libri e realizzò alcuni lavori come sceneggiatrice di cinema e di teatro, poi, la nomina in giuria al Festival del Cinema di Venezia nel 2013, ne sancì il rientro sulle scene che culminò con il ritorno, attesissimo dai fan, in Star Wars VII. Sembrava essere il preludio a un nuovo inizio per questa tormentata attrice, ma il suo cuore purtroppo non ha retto.
Carrie Fisher, indimenticato volto della Principessa Leila nella saga di Star Wars (nei primi tre episodi, più il settimo), è morta a soli 60 anni a causa di un arresto cardiaco. Noi motociclisti la ricordiamo a cavallo delle moto volanti sulla luna di Endor ne "Il ritorno dello Jedi" e infatti suo volto è entrato nell'immaginario collettivo del cinema degli ultimi 40 anni non solo per partecipato alla saga di fantascienza più famosa e conosciuta al mondo, ma anche per aver preso parte a un altro capolavoro del cinema anni 80, The Blues Brothers, dove interpretava la fidanzata “violenta” del mitico Jake Blues (John Belushi). In queste ore i social sono letteralmente esplosi di ricordi di quest'attrice e della “sua” Leila, il cui volto è tornato protagonista nel settimo episodio uscito lo scorso anno e che, per la felicità dei fans, vedremo anche nell'episodio VIII, in uscita il prossimo anno (la Fisher aveva già registrato le sue scene del nuovo episodio). Se tutti ricordano con affetto uno dei volti più celebri di Star Wars, in pochi sanno (soprattutto tra i più giovani) chi era realmente Carrie Fisher, un'attrice dotatissima ma allo stesso tempo tormentata dall'abuso di droga e dal disturbo bipolare. La sua dipendenza dall'eroina era cosa nota a Hollywood e si racconta, addirittura, che nel 1980 il suo abuso di sostanze le fece addirittura rischiare il licenziamento dal set di The Blues Brothers. Sembra che John Landis, il regista di quello che divenne il musical più famoso al mondo, non ne potesse più della sua difficoltà a portare a termine ogni singola scena. Gli anni 80, in seguito, furono costellati da numerosi tentativi di disintossicazione che culminarono nel 1989 quando rischiò la vita a causa di un'overdose. I suoi problemi di salute, uniti al “peso” di essere identificata costantemente con un solo personaggio, contribuirono a limitare la carriera di attrice della Fisher, ma fortunatamente non quella di artista a tutto tondo. Negli anni 90 e 2000 infatti l'attirce pubblicò due libri e realizzò alcuni lavori come sceneggiatrice di cinema e di teatro, poi, la nomina in giuria al Festival del Cinema di Venezia nel 2013, ne sancì il rientro sulle scene che culminò con il ritorno, attesissimo dai fan, in Star Wars VII. Sembrava essere il preludio a un nuovo inizio per questa tormentata attrice, ma il suo cuore purtroppo non ha retto.
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