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BMW, la moto del futuro si controllerà con i gesti

Stando ad alcuni brevetti, BMW starebbe lavorando su un sistema in grado di riconoscere i gesti del pilota e trasformarli in comandi per la gestione della moto. Si tratterebbe di un dispositivo che permetterebbe di ridurre il numero di tasti sui blocchetti al manubrio, semplificando la vita al pilota e aumentando la sicurezza
Si comanda con un gesto
Comandare una moto tramite gesti riconosciuti da un sensore. No, non si tratta di una scena del mitico Minority Report con Tom Cruise ma del futuro ipotizzato da BMW. Alcuni brevetti, infatti, svelano che la casa bavarese sta studiando un sistema in grado di rilevare alcuni gesti codificati e tradurli in comandi da impartire alla moto. In pratica, dei sensori posizionati vicino al manubrio (forse, alla base degli specchi retrovisori) sarebbero in grado di rilevare movimenti elementari (lo spostamento dell'indice o altri gesti simili), per attivare alcune "funzioni" della moto, come ad esempio il cruise control oppure la gestione del software che collega la moto allo smartphone.
Si tratta di una tecnologia non del tutto inedita, visto che BMW la introdusse già nel 2015 sulle sue auto, ma che sulle moto di oggi potrebbe trovare un'applicazione parecchio interessante. La possibilità di comandare alcuni aspetti della gestione delle due ruote con i gesti, infatti, potrebbe cambiare parecchio il modo di guidare attuale. Innanzitutto si potrebbero sfoltire parecchio i tasti al manubrio, tutto a vantaggio della razionalità e della facilità di utilizzo. In più la gestione di alcune funzioni potrebbe rendere più facile e sicura la guida, perché consentirebbe al pilota di eseguire comandi senza distrarsi cercandoli nei complicati sottomenù dei cruscotti e permetterebbe di avere una gestione quasi totale della moto senza mai staccare le mani dal manubrio o gli occhi dalla strada. Quando vedremo un'applicazione reale di questo progetto? Difficile a dirsi, ma vista la velocità con cui i marchi di moto hanno accelerato nello sviluppo di tecnologia di sicurezza attiva e passiva, potrebbero volerci solo pochi, anzi, pochissimi anni (se non mesi). 


 
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