Bad Winners CB550 Racing Rose - Quando la semplicità è tutto
Al diavolo forcelle contorte, motori iperelaborati e colorazioni shock. Non servono salti mortali per fare una bella moto, anzi...
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Fuoriserie
Dici CB e dici "classico"
La bellezza di molte cose risiede proprio nella loro semplicità: tra queste un posto spetta alle motociclette speciali che meno sono arzigogolate, meglio è. Almeno se non siete El Solitario, ma questo è un altro discorso.
Soprattutto le cafè racer non necessitano di voli pindarici su come cambiare il serbatoio o differenziale la seduta. Ci vuol poco: bastano due modifiche ben fatte e il risultato di solito è preciso.
Così hanno fatto i parigini di Bad Winners con la loro Honda CB550: scelte mirate e special semplice e bella.
Walid l’anima del brand spiega così la sua filosofia: «Ho iniziato a lavorare sulle moto all'età di 7 anni nel garage di mio cugino. Era un corridore professionista, così là ho ottenuto un primo sguardo alle prestazioni e come funzionano le moto. Poco dopo, ho iniziato a costruire moto personalizzate per miei amici con il mio tocco personale, tenendo sempre presente le prestazioni della macchina. Il mio obiettivo è quello di costruire moto con stile e fornire un’esperienza di guida dinamica. Costruisco ogni moto come se fossero mie. Con amore, passione e affetto». Così è nata anche questa “rosa da corsa”.
«Il concept alla base di questa moto è stato quello di creare una racer di classe pulita, minimalista e aggressiva stile anni Settanta. Nulla è stato toccato sul telaio. La parte posteriore della moto è un progetto tutto fatto in casa. Abbiamo cercato di mantenere l'aspetto vintage mescolato con fanale posteriore a LED con frecce integrate. Il nome "Racing rose" deriva ovviamente dal colore utilizzato sui due soli elementi delle sovrastrutture, serbatoio e codino monoposto».
Sono poche come detto le modifiche su questa snella jap quadricilindrica; il comparto sospensioni ha avuto un upgrade con una coppia di più prestazionali YSS, una nuova cassa filtro costruita dalla crew di Bad Winners è stata installata dietro ai carburatori originali, un paio di pedane Tarozzi ha opreso il posto di quelle stock mentre lo scarico Megaton 4 in 1 fa brontolare la Hondina in modo più rabbioso.
Oltre alle luci posteriori, anche quella anteriore è stata rimpiazzata con un’unità Marshall molto sottile. Sempre per ottenere un aspetto pulito anche la strumentazione s’è rimpicciolita grazie all’adozione di un tachimetro Motogadget.
Fa quasi strano vedere così poche modifiche su una motocicletta, essendo ormai abituati a liste interminabili di particolari sostituiti. Questa volta no. Ma il risultato paga lo stesso.
La bellezza di molte cose risiede proprio nella loro semplicità: tra queste un posto spetta alle motociclette speciali che meno sono arzigogolate, meglio è. Almeno se non siete El Solitario, ma questo è un altro discorso.
Soprattutto le cafè racer non necessitano di voli pindarici su come cambiare il serbatoio o differenziale la seduta. Ci vuol poco: bastano due modifiche ben fatte e il risultato di solito è preciso.
Così hanno fatto i parigini di Bad Winners con la loro Honda CB550: scelte mirate e special semplice e bella.
Walid l’anima del brand spiega così la sua filosofia: «Ho iniziato a lavorare sulle moto all'età di 7 anni nel garage di mio cugino. Era un corridore professionista, così là ho ottenuto un primo sguardo alle prestazioni e come funzionano le moto. Poco dopo, ho iniziato a costruire moto personalizzate per miei amici con il mio tocco personale, tenendo sempre presente le prestazioni della macchina. Il mio obiettivo è quello di costruire moto con stile e fornire un’esperienza di guida dinamica. Costruisco ogni moto come se fossero mie. Con amore, passione e affetto». Così è nata anche questa “rosa da corsa”.
«Il concept alla base di questa moto è stato quello di creare una racer di classe pulita, minimalista e aggressiva stile anni Settanta. Nulla è stato toccato sul telaio. La parte posteriore della moto è un progetto tutto fatto in casa. Abbiamo cercato di mantenere l'aspetto vintage mescolato con fanale posteriore a LED con frecce integrate. Il nome "Racing rose" deriva ovviamente dal colore utilizzato sui due soli elementi delle sovrastrutture, serbatoio e codino monoposto».
Sono poche come detto le modifiche su questa snella jap quadricilindrica; il comparto sospensioni ha avuto un upgrade con una coppia di più prestazionali YSS, una nuova cassa filtro costruita dalla crew di Bad Winners è stata installata dietro ai carburatori originali, un paio di pedane Tarozzi ha opreso il posto di quelle stock mentre lo scarico Megaton 4 in 1 fa brontolare la Hondina in modo più rabbioso.
Oltre alle luci posteriori, anche quella anteriore è stata rimpiazzata con un’unità Marshall molto sottile. Sempre per ottenere un aspetto pulito anche la strumentazione s’è rimpicciolita grazie all’adozione di un tachimetro Motogadget.
Fa quasi strano vedere così poche modifiche su una motocicletta, essendo ormai abituati a liste interminabili di particolari sostituiti. Questa volta no. Ma il risultato paga lo stesso.
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