Autodromo Monza, Dell’Orto: “Non abbiamo più tempo, il Governo faccia la sua parte”
Andrea Dell'Orto, presidente Sias e vicepresidente esecutivo dell’omonima azienda produttrice di carburatori, è tornato a pronunciarsi sull'inammissibilità dell'emendamento relativo alla defiscalizzazione dell'ingresso della Regione nella proprietà dell'area del Parco che comprede anche la Villa Reale e l’Autodromo
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Politica e trasporti
L'importanza di puntare su un’istituzione italiana
Sul tavolo c’è la proposta di defiscalizzare la condivisione tra enti pubblici della proprietà di immobili di proprietà pubblica: in altre parole, un emendamento per azzerare l’imposta immobiliare sui passaggi di proprietà a costo zero tra enti pubblici, che nel caso di Monza, grazie all’ingresso di Regione Lombardia nella proprietà del Parco, agevolerebbe iniziative e investimenti a sostegno del Parco stesso e dell’autodromo nazionale, con un incremento di sviluppo mai visto prima. Infatti, i 20 milioni di euro che la Regione ha deciso di convogliare sul sistema Parco-Villa Reale-Autodromo potrebbero attivare per la prima volta nuovi investimenti privati, producendo benefici sull'indotto di tutto il territorio e creando, in questo modo, un modello virtuoso di sinergie tra pubblico e privato. Eppure tale emendamento non riesce a passare. “Siamo alla quarta bocciatura, è inammissibile, è un problema politico perché il provvedimento non ha nessun costo per il Governo”, lamenta Andrea Dell'Orto, presidente Sias, la società che gestisce l’autodromo di Monza, “non voglio pensare che ci sia qualcuno che abbia interesse ad ostacolare lo sviluppo dell'autodromo e voglia interrompere una tradizione che segna la storia dell'automobilismo in Italia dal 1922, quale è il Gran Premio di Formula 1 d'Italia a Monza”. “Penso alle risorse che la Regione ha messo a disposizione per il bene del territorio, che al momento non possono essere utilizzate per valorizzare, migliorare ed implementare il circuito con una vera riforma strutturale, radicale e concreta”, continua Dell’Orto, che chiosa: “Vorrei chiarezza in questa vicenda che dal 20 novembre continua a rimandare il vero rinnovamento dell’autodromo, un asset non solo regionale, ma nazionale per un prodotto made in Italy, famoso e riconosciuto in tutto il mondo. Non abbiamo più tempo, ora il Governo deve fare la sua parte”.
Sul tavolo c’è la proposta di defiscalizzare la condivisione tra enti pubblici della proprietà di immobili di proprietà pubblica: in altre parole, un emendamento per azzerare l’imposta immobiliare sui passaggi di proprietà a costo zero tra enti pubblici, che nel caso di Monza, grazie all’ingresso di Regione Lombardia nella proprietà del Parco, agevolerebbe iniziative e investimenti a sostegno del Parco stesso e dell’autodromo nazionale, con un incremento di sviluppo mai visto prima. Infatti, i 20 milioni di euro che la Regione ha deciso di convogliare sul sistema Parco-Villa Reale-Autodromo potrebbero attivare per la prima volta nuovi investimenti privati, producendo benefici sull'indotto di tutto il territorio e creando, in questo modo, un modello virtuoso di sinergie tra pubblico e privato. Eppure tale emendamento non riesce a passare. “Siamo alla quarta bocciatura, è inammissibile, è un problema politico perché il provvedimento non ha nessun costo per il Governo”, lamenta Andrea Dell'Orto, presidente Sias, la società che gestisce l’autodromo di Monza, “non voglio pensare che ci sia qualcuno che abbia interesse ad ostacolare lo sviluppo dell'autodromo e voglia interrompere una tradizione che segna la storia dell'automobilismo in Italia dal 1922, quale è il Gran Premio di Formula 1 d'Italia a Monza”. “Penso alle risorse che la Regione ha messo a disposizione per il bene del territorio, che al momento non possono essere utilizzate per valorizzare, migliorare ed implementare il circuito con una vera riforma strutturale, radicale e concreta”, continua Dell’Orto, che chiosa: “Vorrei chiarezza in questa vicenda che dal 20 novembre continua a rimandare il vero rinnovamento dell’autodromo, un asset non solo regionale, ma nazionale per un prodotto made in Italy, famoso e riconosciuto in tutto il mondo. Non abbiamo più tempo, ora il Governo deve fare la sua parte”.
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