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Arese, al posto dello stabilimento Alfa il centro commerciale più grande d'Europa

Primo fine settimana di apertura del “Centro”, il centro commerciale da oltre 120mila metri quadri che prende il posto dell’ex stabilimento Alfa Romeo di Arese. Protestano i sindacati: dei vecchi operai neanche l’ombra
Il nuovo Centro
Simbolo della cittadina di Arese dal 1963, lo storico Stabilimento Alfa Romeo cede il posto al centro commerciale firmato dagli architetti Michele De Lucchi, Davide Padoa e Arnaldo Zappa. Proprio accanto alla pista di collaudo sulla quale venivano testate le Alfa Romeo, svetta oggi l’imponente “Centro” che, con i suoi 120 mila metri quadrati e gli oltre 200 negozi s’è già guadagnato, tra le centinaia sul suolo italiano, il titolo di più grande centro commerciale d'Europa. L’apertura dei cancelli è avvenuta alle ore 9 di giovedì 14 aprile: per mesi si è lavorato senza sosta per trasformare i vecchi capannoni in luccicanti vetrine che, 7 giorni su 7, rimarranno illuminate dalle 9 alle 22 per la felicità degli oltre 13 milioni di visitatori attesi ogni anno. Proprio come ci si aspetterebbe da un enorme centro commerciale, i prodotti in vendita saranno di ogni tipo, dalle T-shirt di H&M ai videogames, passando ovviamente per i vari Mondadori Store e Mc Donald’s: tra i negozi “cult” anche Nespresso, Lego e il colosso della moda low-cost Primark che debutta così in Italia. Tolto il vecchio stabilimento confinante con il “Centro”, dove oggi lavorano gli addetti al call center del gruppo Fca e l’insegna rossa del museo dell’Alfa visibile già dall’autostrada dei Laghi, ciò che rimane dello storico “tempio del lavoro operaio” sono alcuni modelli storici esposti nei corridoi e il maxischermo posizionato di fronte alla gelateria che, in loop, rimanda le immagini e le voci che raccontano la storia di quelle automobili. Per ricordare il suo glorioso passato, sui social qualcuno ha già proposto di cambiare il nome “Centro”, considerato banale, in Alfa Shopping o Romeo Shopping Center, ma le più grosse critiche piovono dalla Fiom-Cgil che, forse nostalgica delle infinite assemblee e rivendicazioni operaie, ha contestato alla Regione l’assenza degli ex lavoratori dell’Alfa Romeo tra il migliaio di occupati e la scomparsa del progetto sull’auto elettrica e sulla mobilità sostenibile, considerato dagli stessi sindacati filo conduttore con il passato produttivo dell’area.
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