ANCMA, autostrade più sicure, va ridotto il pedaggio ai biker
Si torna a parlare di motociclisti e autostrada: la mancata differenza tra il pedaggio chiesto alle due e alle quattro ruote è un’ingiustizia e l’ANCMA sottolinea la questione sicurezza: è meglio incentivare l’uso di autostrade, più sicure per i biker rispetto alle extraurbane. Nel frattempo però ANCMA continua a ignorare il problema dell'abbigliamento sicuro...
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Meglio le autostrade dell'abbigliamento omologato?
L’annosa questione “motociclisti e autostrada” torna nel mirino di Confindustria ANCMA, secondo la quale i motociclisti dovrebbero pagare meno rispetto agli utenti a quattro ruote. Questo avviene in moltissimi (quasi tutti) paesi europei: Austria, Francia, Grecia, Portogallo, Serbia, Slovenia e Repubblica Ceca prevedono un pedaggio ridotto del 30 e del 50%, mentre in Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Lettonia, Lituania, Norvegia, Olanda e Svezia, addirittura, i pedaggi non ci sono (o meglio, sono previsti per determinati tratti, come ponti o tunnel, ma comunque ridotti per i biker).
La novità sottolineata da ANCMA per continuare la battaglia a questa "ingiustizia" riguarda invece la sicurezza degli stessi motociclisti: con prezzi più bassi, infatti, l’autostrada potrebbe essere scelta in più occasioni, limitando così il rischio di incidente. Quest’ultima affermazione è spiegata dai dati ACI ISTAT che mostrano come il motociclista coinvolto nell’incidente abbia più probabilità (circa 2:1) di sopravvivere se questo avviene sull’autostrada rispetto che su un’extraurbana. Nel dettaglio, i motociclisti che hanno perso la vita sull’autostrada sono stati, negli ultimi quattro anni, 577, contro i 1260 delle extraurbane. Sulle autostrade, inoltre, nonostante le velocità più elevate, imprevisti come il classico automobilista che brucia lo stop - terrore di ogni motociclista - sono ridotti al minimo. “L’associazione si batte da tempo sul tema dei pedaggi autostradali – ha spiegato il Presidente di Confindustria ANCMA, Corrado Capelli - per portare il prezzo all’uso effettivo che le moto ne fanno. Non è giusto e logico che quattro e due ruote siano considerate allo stesso modo una volta giunti al casello. Non ci dimentichiamo, inoltre, che la maggior parte degli incidenti che coinvolgono un motociclista sono dovuti a responsabilità di terzi e, anche in questo, le autostrade rappresentano una tutela maggiore per chi usa una moto per viaggiare”.
Peccato che oltre a questa "battaglia", Confindustria ANCMA non voglia impegnare le sue forze su un altro tema: la certificazione dei capi "da moto", che dovrebbe interessare parecchio i suoi soci (tra cui molte importanti aziende produttrici di abbigliamento). Un elemento fondamentale per la sicurezza di tutti coloro che si muovono su due ruote, in città e in autostrada, al quale noi di inSella dedichiamo grande attenzione da anni: cercate nel sito e troverete numerose news su questi temi.
Chissà se ANCMA, dopo avere sostenuto iniziative legate a airbag e autostrade, si accorgerà che la sicurezza comincia con quello che indossiamo tutti i giorni, cioè con "normali" giubbotti, guanti e stivali... purché omologati!
La novità sottolineata da ANCMA per continuare la battaglia a questa "ingiustizia" riguarda invece la sicurezza degli stessi motociclisti: con prezzi più bassi, infatti, l’autostrada potrebbe essere scelta in più occasioni, limitando così il rischio di incidente. Quest’ultima affermazione è spiegata dai dati ACI ISTAT che mostrano come il motociclista coinvolto nell’incidente abbia più probabilità (circa 2:1) di sopravvivere se questo avviene sull’autostrada rispetto che su un’extraurbana. Nel dettaglio, i motociclisti che hanno perso la vita sull’autostrada sono stati, negli ultimi quattro anni, 577, contro i 1260 delle extraurbane. Sulle autostrade, inoltre, nonostante le velocità più elevate, imprevisti come il classico automobilista che brucia lo stop - terrore di ogni motociclista - sono ridotti al minimo. “L’associazione si batte da tempo sul tema dei pedaggi autostradali – ha spiegato il Presidente di Confindustria ANCMA, Corrado Capelli - per portare il prezzo all’uso effettivo che le moto ne fanno. Non è giusto e logico che quattro e due ruote siano considerate allo stesso modo una volta giunti al casello. Non ci dimentichiamo, inoltre, che la maggior parte degli incidenti che coinvolgono un motociclista sono dovuti a responsabilità di terzi e, anche in questo, le autostrade rappresentano una tutela maggiore per chi usa una moto per viaggiare”.
Peccato che oltre a questa "battaglia", Confindustria ANCMA non voglia impegnare le sue forze su un altro tema: la certificazione dei capi "da moto", che dovrebbe interessare parecchio i suoi soci (tra cui molte importanti aziende produttrici di abbigliamento). Un elemento fondamentale per la sicurezza di tutti coloro che si muovono su due ruote, in città e in autostrada, al quale noi di inSella dedichiamo grande attenzione da anni: cercate nel sito e troverete numerose news su questi temi.
Chissà se ANCMA, dopo avere sostenuto iniziative legate a airbag e autostrade, si accorgerà che la sicurezza comincia con quello che indossiamo tutti i giorni, cioè con "normali" giubbotti, guanti e stivali... purché omologati!
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