Alex Zanardi, le condizioni dopo la terza notte sono stabili ma gravi
Il responsabile dell'emergenza Sabino Scolletta aggiorna i media sulla situazione legata all'atleta bolognese: "I parametri cardiovascolari, respiratori e metabolici sono buoni ma serve sempre cautela, il cambiamento potrebbe essere repentino”. In merito alle polemiche circa l'iniziativa a cui ha preso parte Zanardi, il ds Piero Dainese risponde alle insinuazioni: "Nessun problema di permessi, era solo una scampagnata tra amici"
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Pur nell'emergenza che rimane grave, il quadro generale riguardante le condizioni di Alex Zanardi dopo la terza notte di ricovero, quella tra domenica e lunedì, appare stabile. “La notte è passata tranquilla, siamo fiduciosi”. Così si è espresso di prima mattina il responsabile dell'emergenza-urgenza dell'ospedale Le Scotte di Siena, Sabino Scolletta, hai microfoni della Rai. Il medico ha spiegato che sono “buoni i parametri cardiovascolari, respiratori e metabolici”, ma ha anche ripetuto che “serve sempre cautela, il cambiamento potrebbe essere repentino”. Come già detto domenica, inoltre, Scolletta ha ricordato che “il percorso non sarà breve, avremo bisogno di tempo per valutare Zanardi nelle prossime settimane”. Riguardo a una possibile riduzione della sedazione, per poter iniziare a valutare gli eventuali danni neurologici, Scolletta resta cauto: "Il risveglio? Pensiamo più nei prossimi giorni che nelle prossime ore. Al cervello serve tempo e riposo". Zanardi si era scontrato con un camion che veniva in direzione opposta sulla statale 146 nel comunale di Pienza.
L'inchiesta
Nel frattempo Piero Dainese, direttore sportivo della società che ha organizzato l'iniziativa a cui ha preso parte Zanardi quando è rimasto vittima dell'incidente, risponde ad alcune speculazioni dei media sui risvolti dell'inchiesta volta ad accertare eventuali responsabilità: “Alex aveva voluto questa staffetta per far vedere all'Italia che si poteva ripartire dopo il Covid, magari anche dallo sport. Che se ce la fa un gruppo di persone senza gambe, possono farcela tutti. E così abbiamo pensato a una scampagnata a tappe, da nord a sud, dandoci il cambio in una cinquantina”. Il direttore sportivo ribadisce che “non avevamo il dovere di avvertire nessuno, era solo una passeggiata in bicicletta fra amici. Avevamo due soli regolamenti da rispettare, quello stradale e quello del Covid. Dunque per favore non parlate di scorte o permessi mancanti”. Il rammarico del ds è evidente: “Alex quella tappa non doveva neanche correrla, non era in programma. Ma si è lasciato coinvolgere dall'entusiasmo dei ragazzi. Ora, se esiste un Dio, che compia un altro miracolo per favore e lo aiuti subito”.
L'inchiesta
Nel frattempo Piero Dainese, direttore sportivo della società che ha organizzato l'iniziativa a cui ha preso parte Zanardi quando è rimasto vittima dell'incidente, risponde ad alcune speculazioni dei media sui risvolti dell'inchiesta volta ad accertare eventuali responsabilità: “Alex aveva voluto questa staffetta per far vedere all'Italia che si poteva ripartire dopo il Covid, magari anche dallo sport. Che se ce la fa un gruppo di persone senza gambe, possono farcela tutti. E così abbiamo pensato a una scampagnata a tappe, da nord a sud, dandoci il cambio in una cinquantina”. Il direttore sportivo ribadisce che “non avevamo il dovere di avvertire nessuno, era solo una passeggiata in bicicletta fra amici. Avevamo due soli regolamenti da rispettare, quello stradale e quello del Covid. Dunque per favore non parlate di scorte o permessi mancanti”. Il rammarico del ds è evidente: “Alex quella tappa non doveva neanche correrla, non era in programma. Ma si è lasciato coinvolgere dall'entusiasmo dei ragazzi. Ora, se esiste un Dio, che compia un altro miracolo per favore e lo aiuti subito”.
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