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Vespa Primavera ET3: prezzi, dati tecnici e storia della "tre travasi"

Nata da una costola della Vespa Primavera, l’ET3 fa da subito sognare i vespisti più giovani: bella, agile e leggera come la sorellina presentata qualche anno prima, la "tre travasi" ha quello sprint in più che la rende unica. Anche oggi

Nel 1976, Piaggio lancia una novità destinata a segnare la storia dello scooter italiano: la Vespa 125 Primavera ET3.
Svelata senza clamori o eventi speciali, questa versione più sportiva della popolare Primavera cattura subito l’attenzione del pubblico - e specialmente dei giovanissimi - grazie a un’estetica accattivante e a prestazioni migliorate. Gli ingredienti sono semplici ma di successo: linee compatta mutuate da quelle della Primavera, agilità ineguagliabile e una nuova “verve” data dalle modifiche tecniche. Andiamo con ordine. 

L’evoluzione della Vespa Primavera

Tutto nasce dalla già fortunatissima Vespa Primavera, modello lanciato nel 1967 come evoluzione della Nuova 125, basato sulla scocca della piccola Vespa 50 e migliorato sotto diversi aspetti. Le ruote da 10 pollici, il sellone con gancio appendiborse e un motore potenziato rispetto ai modelli precedenti la rendono subito amata dal pubblico, in particolare dai giovani, che apprezzano la sua facilità di guida e la maneggevolezza. L’estetica è curata e pulita, con un perfetto equilibrio tra dimensioni ridotte e comfort. Difficile pensare potesse essere ulteriormente migliorata. Invece, pochi anni dopo, arriva la ET3...

Un versione “sportiva”: arriva l’ET3

Visto il successo della Primavera, Piaggio decide di “insistere” sul progetto lanciando di lì a poco tempo la versione ET3. Il nuovo modello si distingue subito per il terzo travaso del motore (ET3 è appunto acronimo di Elettronica a 3 travasi), per l’adozione dell’accensione elettronica e una serie di dettagli estetici che ne sottolineano la natura sportiva, come la marmitta a siluro e le strisce adesive con la scritta "electronic". Modifiche che, insieme all’aumento della compressione e a una carburazione rivisitata, permettono alla nuova di Pontedera di superare agevolmente i 90 km/h (la Casa dichiarava 93 km/h) con prestazioni dunque leggermente superiori a quelle della Primavera standard. 

Vendite e successi

Con un’estetica immutata e sempre piacevole, ma prestazioni migliorate, la ET3 diventa subito un modello di successo, tanto che tra il 1976 e il 1983 se ne produrranno oltre 144.000 esemplari. Il prezzo era di 567.840 lire franco fabbrica Iva compresa contro le 505.120 lire della Primavera

La tecnica che fa la differenza

Il motore della ET3, un monocilindrico a due tempi inclinato di 45°, con un rapporto di compressione migliorato e accensione elettronica Ducati abbinato al carburatore Dell’Orto SHB 19/19 garantisce prestazioni superiori rispetto ai modelli precedenti. Con una potenza di 7 CV a 5.500 giri, la Vespa ET3 si dimostra scattante e adatta a ogni situazione urbana. Il telaio in lamiera d’acciaio, le ruote da 10 pollici e le sospensioni di buona qualità (per l'epoca) assicurano una guida precisa e sicura. Ovviamente, rimaniamo nell’ambito Vespa, con tutti i “limiti” del caso.  I freni, ad esempio, sono a tamburo centrale con alettatura radiale per rinforzare la struttura e migliorare il raffreddamento, (diametro utile 125x17 mm ant e 150x24 mm post). Per ciò che riguarda invece dimensioni (in mm) e peso, non ci si discosta dalla Primavera “base”, quindi lunghezza 1.665, larghezza 680, altezza 1.005, interasse 1.180, altezza sella 750 e peso a vuoto 78 kg. 

Colorazioni delle ET3
 

  • Blu Jeans (codice Max Meyer 1.298.7228): Il colore di lancio abbinato inizialmente a una sella in tessuto jeans fino al numero di telaio 7735; successivamente, venne adottata una sella nera;
  • Chiaro di Luna Metallizzato (codice Max Meyer 2.268.018): Un colore grigio metallizzato, identico a quello della Primavera;
  • Blu Marine (codice Max Meyer 1.298.7275): Una tonalità di blu scuro;
  • Rosso (codice Max Meyer 5003 M, codice Piaggio P 2/1): Disponibile negli ultimi due anni di produzione. 

Pregi e difetti della Vespa ET3

La Vespa ET3 vanta numerosi pregi, tra cui una maneggevolezza impareggiabile, prestazioni vivaci e consumi ridotti. Tuttavia, non è priva di difetti: come in quai tutte le Vespe, il freno anteriore si rivela anche qui poco efficace e le sospensioni, rigide, penalizzano il comfort, soprattutto con un solo passeggero a bordo.

Riconoscere una “vera” ET3

La ET3 è riconoscibile fin da una prima occhiata per dettagli come le strisce laterali, la sella allungata e la marmitta nera a siluro. Anche la scheda tecnica, come ricordato sopra, differisce per alcuni aspetti, tra cui il motore a tre travasi e l'elettronica Ducati. Tuttavia, dato che molti proprietari hanno trasformato le loro normali Primavera in ET3 con kit aftermarket, appiccicando le strisce adesive o sostituendo la marmitta della Primavera, per identificare un modello originale è essenziale verificare il numero di telaio. Tutti i modelli si distinguono per la sigla VMB1T e sono così suddivisi per anni di produzione:

  • 1976 dal n° 1101 al n° 8925
  • 1977 dal n° 8926 al n° 26810
  • 1978 dal n° 26811 al n° 51703
  • 1979 dal n° 51704 al n° 76045
  • 1980 dal n° 76046 al n° 100260
  • 1981 dal n° 100261al n° 129919
  • 1982 dal n° 129920 al n° 144679
  • 1983 dal n° 144680 al n° 145312

Le quotazioni

Ovviamente quando si parla di moto d'epoca i prezzi variano sensibilmente in base allo stato del mezzo. Per una ET3 in condizioni molto buone i prezzi variano dai 7.000agli 8.000 euro, che possono salire sensibilmente per modelli restaurati a regola d'arte. Per esemplari da restauro si parte dai 2.000 euro.

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aieale74
Lun, 09/09/2024 - 10:45
Buongiorno Vorrei precisare che i colori non sono solo quelli nell'elenco. Io ho un et3 bianca che è il suo colore originale e un mio amico ne ha una verde chiaro met. Esistono tante versioni fuori catalogo di colori diversi
Ciao, i colori che citiamo sono quelli ufficiali validati dai registri e che, nel caso si voglia ottenere la certificazione storica per la Vespa, non danno alcun problema in fase di “omologazione". Il bianco in effetti ci risulta fosse previsto ma solo per l’esportazione, è vero però che verso la fine della produzione di questo modello Piaggio utilizzò, come capitava spesso, le rimanenze che aveva in casa di vari colori, così si è creata un po’ di confusione.