Salta al contenuto principale

Storie curiose: come sono nati i 10 loghi più famosi del motociclismo

Dal leggendario Bar & Shield di Harley-Davidson alla presunta elica di BMW, passando per il diapason di Yamaha e lo scudo di Triumph, ecco come sono nati i loghi più famosi del motociclismo

Ci sono il “chicco di caffè” Ducati, che poi è una D stilizzata, i tre diapason di Honda, l’ala di Honda, l’Aquila di Guzzi, omaggio all’aviatore Giovanni Ravelli, il pollice in su della Bultaco, lo scudo di Triump e molti altri… Le storie sono curiose, scopriamole insieme.

I (tanti) loghi Ducati

Nata nel 1926 come azienda specializzata in componenti radiofoniche, Ducati iniziò a produrre motociclette solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il logo ha avuto numerosi restyling nel corso degli anni, passando dalla semplice scritta in maiuscolo a quello del 1958, ben diverso dal precedente e assai strutturato, composto da un paio di ali dorate ed un cerchio suddiviso in due metà, una con la corona di alloro verde, l’altra una “D” bordata di rosso e di bianco. Subito dopo arrivò il logo con l’aquila dorata e la bandiera bordata di blu e oro con la scritta “MOTO DUCATI“. Nel 77 Giugiaro disegnò quindi la versione stilizzata, con lettere maiuscole e connotazione simmetrica e aperta, poi, nell’85, comparve l’elefantino di Cagiva e, nel 97, la scritta rossa in maiuscolo corsivo col “chicco di caffe” (che in realtà era una D stilizzata) ed infine, nel 2008, dopo l’acquisizione di Audi, il ben noto ed attuale scudo triangolare rosso attraversato da una curvatura bianca. 

L’Ala di Honda

Se molti produttori usano un unico logo per auto e moto, Honda pensò di distinguersi. Il celebre logo ad Ala fu ideato nel 1947, cioè prima ancora della nascita ufficiale dell’azienda, da Soichiro Honda, che per disegnarlo prese ispirazione alla dea greca Nike, simbolo di vittoria. L’emblema fece il suo debutto sulla Honda A-Type del 1947 e venne aggiornato nel corso degli anni, con l’ultima revisione avvenuta nel 1988. Per le auto, invece, Honda introdusse un logo separato – una semplice H stilizzata – adottata ufficialmente nel 1961.

Il Bar & Shield di Harley-Davidson

Fondata nel 1903 dai fratelli Davidson e William Harley, Harley-Davidson introdusse il suo celebre ‘Bar & Shield’ solo nel 1910. Sebbene l'autore del logo sia ad oggi sconosciuto, alcuni ritengono che a idearlo sia stata Janet Davidson, zia dei fratelli Davidson, che contribuì anche alla decorazione dei primi materiali promozionali. Il logo, brevettato nel 1911, ha subito numerose variazioni nel tempo, ma il classico schema nero, arancione e bianco rimane un simbolo inconfondibile da oltre 100 anni. 

Lo scudo Triumph

Fondata nel 1885 da Siegfried Bettmann e Maurits Schulte, l’azienda iniziò producendo biciclette a Coventry, per poi lanciare la prima moto nel 1902. Il logo originale, uno scudo con il nome ‘Triumph’, fu sostituito nel 1936 da un design più moderno, rimasto iconico fino alla chiusura dell’azienda nel 1983. Quando John Bloor rilanciò Triumph nel 1991, il logo fu aggiornato nuovamente e poi ancora nel 2013 con l’introduzione dell’attuale versione triangolare con i richiami alla bandiera britannica.

I diapason Yamaha

Yamaha, questo lo sanno tutti, nacque inizialmente come azienda di strumenti musicali, da qui il logo con i tre diapason introdotto nel 1898. Quando Yamaha iniziò a costruire moto nel 1955, scelse di mantenerlo inalterato se non per il colore: viola per la divisione musicale e rosso per quella moto.

L’elica BMW

Molti credono che il logo BMW rappresenti un’elica stilizzata, ma, come spiega Fred Jakobs del BMW Group Classic, la verità è diversa. Fondata nel 1917, BMW nacque come evoluzione della Rapp Motorenwerke, azienda specializzata in motori per aerei. Il logo originale, registrato nel 1917, mantenne la forma circolare del precedente marchio Rapp, includendo però i colori della bandiera bavarese bianco e blu. Il “mito” dell’elica arrivò solo nel 1929, quando un annuncio pubblicitario associò il logo al movimento di un’elica di aereo. Nonostante si fosse trattato di un malinteso, questa interpretazione si è consolidata nel tempo, diventando simbolo del brand.

Kawasaki: il ritorno del River Mark

Fondata nel 1896 da Shozo Kawasaki, la casa di Akashi iniziò a produrre motociclette solo nel 1962. Il primo logo, introdotto nel 1961, celebrava l’eredità navale con il simbolo giapponese del ‘River Mark’, la rappresentazione stilizzata dell'ideogramma giapponese che significa fiume. Nel 1967 fu introdotta la caratteristica ‘K’ rossa, diventata simbolo del brand. Il River Mark, tuttavia, ha fatto il suo ritorno nel 2015 sui modelli quali la Ninja H2 e H2R, e nel 2021 è stato riadottato come marchio ufficiale dell’azienda.

L’aquila di Moto Guzzi

Moto Guzzi, alias la più antica Casa motociclistica italiana, fu fondata da tre amici che si conobbero duirante la Prima Guerra Mondiale nel corpo Aviazione Italiana, erano Giovanni Ravelli, Giorgio Parodi e Carlo Guzzi. Dopo la tragica scomparsa di Ravelli, motro durante un volo, i suoi compagni decisero di onorarlo col simbolo dell’aquila, emblema delle uniformi militari. Il logo è stato aggiornato più volte, cambiando forma e colori ma mantenendo sempre la presenza dell’aquila e la scritta Moto Guzzi. L’ultima versione è quella 2007, praticamente identica a quella “dedicata” a Ravelli. 

Bultaco: un pollice in su per il successo

Fondata in Spagna nel 1958 da Francesc Xavier Bultó detto Paco, la Bultaco nacque come reazione alla decisione di Montesa di chiudere il reparto corse. Il celebre logo con il pollice alzato si ispirò a un gesto di approvazione visto fare ad un pilota britannico dallo stesso Bultó. L’emblema divenne il marchio di fabbrica di un’azienda che dominò il mondo delle competizioni su strada e trial negli anni ’60 e ’70.

Husqvarna: una storia lunga secoli

Nata in Svezia nel 1689 come azienda produttrice di moschetti, l’ultra centenaria Husqvarna si dedicò alle moto a partire dal 1903. L’azienda ha subito numerosi cambi di proprietà, ma il suo logo, quello con la H introdotto nel 1974, è fondamentalmente un’evoluzione dell’originale. Nel 2012, la tonalità di blu è stata leggermente scurita, mantenendo però l’essenza di uno dei simboli più longevi e riconoscibili del settore.

Aggiungi un commento