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Quando la Vespa divenne il Vespone: storia della P 200 E “Nuova Linea”

Più snella e filante rispetto alla Rally, con la Vespa P 200 E “Nuova Linea” prese vita l’ultima generazione di Vespa fedele al progetto originario. Affidabile e veloce, piacque fin da subito. Ancora oggi è molto ambita

Nuova Linea

Presentata al 45° Salone di Milano del 1977, accanto alla mastodontica Vespa da oltre 700 kg realizzata da Piaggio per annunciare la novità della nuova Vespa,  la P 200 E sfoggiava una linea moderna, più filande di quella vista sulle 200 Rally e 150 Sprint Veloce. Non a caso, più che di P 200 E, disponibile anche con motori 125 e 150 (l’anno dopo arrivarono anche la P 125 X e la P 150 X), il nome più adatto per indicare la nuova famiglia è quello di Vespa Nuova Linea. 

Debutto "alla grande" per la Vespa PX al salone di Milano del 1977

Tecnica: motore, cambio, trasmissione

La P 200 E era equipaggiata con un monocilindrico a due tempi da 198 cm3 raffreddato ad aria. L'alesaggio e la corsa erano rispettivamente di 66,5 mm e 57 mm, con un rapporto di compressione di 9,8:1. Il carburatore era un Dell'Orto SI 24/24 E.  Con 12 CV a 5.700 giri/min di potenza, la P 200 E poteva raggiungere una velocità massima di circa 110 km/h con  consumi fermi a poco più di 30 km/l. L’accensione era elettronica Ducati ed il cambio a 4 rapporti. 

Ciclistica

Il telaio in lamiera stampata portante in acciaio era abbinato ad una sospensione anteriore monobraccio e ad un ammortizzatore teleidraulico con escursione di 91 mm. Un’importante novità della P 200 E era proprio la sospensione anteriore, completamente ridisegnata per ottenere un ben più efficace effetto antiaffondamento. Diversamente dalla sospensione precedente infatti, l’ammortizzatore idraulico e la molla erano coassiali ed ancorati alla levetta oscillante, cosa che permetteva tra l’altro una manutenzione più agevole. Anche il pedale del freno (un tamburo monocamera da 125x25mm) incernierato sotto la pedana era una bella novità, che consentiva un più facile azionamento. Il tutto per un peso di 102 kg a secco. 

Look

Le linee, come accennato, si mostrarono subito più snelle e filanti, ma anche più arrotondate, per un maggiore equilibrio tra design dello scudo e cofani posteriori. Rispetto alla Rally, c’è anche molta più plastica, utilizzata sul copristerzo sopra al clacson, sui blocchetti dei comandi elettrici, sulla cuffia convolgliatrice dell’aria per il raffreddamento e per la protezione inferiore della ruota di scorta. Tornando alle linee, in molti fecero tuttavia notare la deportanza dello scudo anteriore e la cattiva distribuzione dei pesi, che, unitamente alla maggior potenza del motore, portavano ad un sensibile alleggerimento dell’avantreno alle alte velocità. 

Altri dettagli

Prerogativa della P 200 E senza frecce (che furono proposte come “optional” solo a partire dal 1978) è la chiave di contatto posizionata sopra al tachimetro (nero, con fondo scala a 120 km/h) su cui si riconoscono la spia delle luci e l’alloggiamento per la spia dei lampeggianti. Il bauletto sullo scudo, ampio e di forma regolare, ben accessibile e protetto d serratura, era sufficientemente capiente per contenere qualche ferro, i documenti, un impermeabile e il barattolo per l’olio da miscela. Il pratico galletto di sgancio è lo stesso visto nel 1958: insieme al PX, la PE sarà l’ultima Vespa a montarlo. 

Accoglienza ed evoluzioni

Proposta a prezzo di 908.200 lire (a cui bisognava aggiungerne circa 45mila per il trasporto e le spese di immatricolazione), la P 200 E fu accolta con un certo entusiasmo, soprattutto per via delle prestazioni superiori e del design moderno. Piacque un po’ meno l’autonomia, considerata limitata (tirandola a stento si facevano più di 20 km con un litro), ma, di fatto, fu un buon successo. Non per nulla, nel corso degli anni, la P 200 E subì diverse - anche se minime - evoluzioni tecniche, come l’introduzione degli indicatori di direzione e il leggero aumento di diametro del perno ruota. Poco, a riprova del fatto che si trattasse di un modello nato bene. 

Quotazioni

Come tutte le Vespe, la P 200 E costa parecchio. I prezzi dell’usato dipendono ovviamente dallo stato del mezzo e dal livello di conservazione. Mediamente, per mettersene una in garage, conviene aspettarsi una spesa di almeno (se siete fortunati) 4.000 euro. Ben di più invece se si desidera un modello restaurato. I più richiesti sono i modelli della prima serie, quelli senza gli indicatori di direzione. 

 


 

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