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Le 5 leggende giapponesi che hanno fatto la storia degli anni '80

Dalla rivoluzionaria Suzuki GSX-R 750 al dragster Yamaha 1200 VMax: gli anni '80 sono stati guidati dalla fame per le prestazioni e questi 5 modelli sono autentiche pietre miliari

Gli anni 80 sono stati monopolizzati dalle moto giapponesi e, in particolare, dai modelli ad altre prestazioni. C'è chi spingeva forte con i 2 tempi, chi invece ha evoluto il 4 tempi e tutto ciò che gira attorno al motore per dar vita a mezzi di nuova generazione. Escluse le fenomenali 500 GP replica di Suzuki e Yamaha, ci sono 5 moto che hanno scritto la storia delle due ruote di quel perioro scopriamoli insieme con il supporto e le preziose informazioni ne "Il grande libro delle moto giapponesi anni 80" di Giorgio Sarti.

 

Suzuki GSX 750 R

Chi l'ha provata l'ha definita una "bomba", un modello da competizione con targa e luci (qui se volete approfondire). Nel 1985, anno di debutto di questo modello, la GSX-R 750 ha lasciato a bocca aperta appassionati, piloti e case costruttrici. Era una moto di nuova generazione, tanto che chiamarla semplice sportiva era riduttivo. La carena avvolgente caratterizzata da grafiche entusiasmanti nascondeva soluzioni tecniche innovative per quegli anni che gli permisero di raggiungere un rapporto peso/potenza da record. Il motore 4 cilindri in linea con raffreddamento misto aria ed olio (tecnologia denominata SACS) era leggerissimo e anche molto potente: 100 CV a 10.500 giri/min. La ciclistica invece faceva affidamento su un telaio in lega di alluminio (ben più pregiato dell'acciaio), forcella a steli tradizionali da 41 mm e monoammortizzatore con leveraggio progressivo. Oggi è molto ricercata la primissima serie (1985-1986) che si fa riconosce per alcuni dettagli come la griglia traforata sul silenziatore.

 

Yamaha FZR 1000

Rimaniamo nel segmento delle supersportive con Yamaha e la sua FZR 1000. Questa carenata presentava soluzioni già conosciute e sviluppate dalla casa giapponese, ma che per la prima volta erano associate ad una mille ad alte prestazioni. Il motore 4 cilindri in linea raffreddato a liquido era inclinato in avanti di 45° ed era caratterizzato da 5 valvole per cilindro (tre di aspirazione, due di scarico): il risultato erano 135 CV di potenza a 10.000 giri/min e oltre 250 km/h di velocità massima. Dalle moto da Gran Premio, invece, derivava il telaio Deltabox in alluminio, così denominato per la particolare forma della sezione. La FZR 1000, però, non è stata apprezzata solo per la tecnica raffinatissima, ma anche per la sua incredibile eleganza. Le differenze estetiche tra la prima serie (1987-1988) e la seconda (1988-1989) erano minime e riguardano principalmente il faro anteriore e le prese d'aria frontali. Questa sportiva affascina ancora oggi per l'incredibile potenza abbinata alla grande guidabilità. La carriera di questa splendida moto dura solo tre anni, per poi essere aggiornata dalla versione Ex-Up con valvola elettronica allo scarico.

 

Honda VFR 750 F

Nel pieno boom delle sportive, nel 1985 Honda toglie i veli ad una sportiva raffinatissima: facile per andare a spasso, comoda per viaggiare e molto gustosa anche in pista. Ha dato vita alla categoria delle sport-touring, ma la VFR 750 F aveva soluzioni tecniche super all'avanguardia. Dietro a quella voluminosa carena e ad una posizione di guida rilassata si nascondeva un motore 4 cilindri a V di 90° da 748 cm3 con la distribuzione gestita da una raffinatissima cascata di ingranaggi per una riduzione degli attriti del 30%. La potenza era di ben 105 CV a 10.500 giri/min: numeri da sportiva, infatti questo modello si è fatto valere anche nelle gare di endurance. D'altronde la ciclistica con telaio e forcellone in alluminio e l'accoppiata di cerchi 16"-18" la rendevano molto maneggevole ed efficace. Tra l'85 e l'89 padroneggia la prima serie, sostituita nel 1990 dalla seconda generazione che guadagna il forcellone monobraccio e anche più potenza.

 

Kawasaki GPz 900 R

Il mondo la ricorderà sempre per essere stata la moto di Maverick in Top Gun, ma i veri appassionaticonoscono molto bene il potenziale di questa sportiva. Pensate che la GPz 900 R è piaciuta così tanto che è rimasta a listino in Giappone dal 1984 al 2002. Storia curiosa: al lancio stampa nel '86 della 1000 RX, sviluppata per sostituirla, i giapponesi portarono in pista entrambi i modelli, ma la "vecchia" 900 piacque comunque di più. Il segreto era il suo motore 4 in linea, il primo della casa giapponese con raffreddamento a liquido. E in più c'era il cambio a 6 rapporti e un contralbero per azzerare le vibrazioni. I 115 CV di potenza erano molto gestibili e il telaio misto acciaio e alluminio la rendeva entusiasmante sia in strada che in pista. La prima generazione monta cerchi con misure 16" davanti e 18" dietro, sostituiti nelle serie successive con una coppia da 17". La carena poi era affilatissima e valorizzata da colorazioni che ancora oggi ricordano tutti: non a caso Kawasaki stessa ha lanciato negli ultimi anni una serie speciale dedicata proprio a lei. Ve la raccontiamo ancora più nel dettaglio qui.

 

Yamaha 1200 V-Max

Lei è la prima "muscle-bike" al mondo, una moto per gli amanti delle accelerazioni brucianti e pensata soprattutto per il mercato statunitense (non a caso per disegnarla venne richiesta la consulenza dell'americano Ed Burke). Le linee sono nette e mettono ben in chiaro di che pasta è fatta la V-Max: il serbatoio sembra inesistente, infatti quello vero è nascosto sotto alla sella, ci sono maxi prese d'aria e una super gommone per scaricare a terra tutta la coppia (110 Nm il picco massimo). Il cuore di questa bestia giapponese era il V4 da 1.198 cm3 derivato dalla gran turismo Venture, qui appositamente rivisitato per dare il massimo. La potenza era di ben 145 CV, ma solo per il mercato americano dove si riusciva a sfruttare tutta la cavalleria. Per l'Europa (dove non doveva neanche arrivare) c'era solo la versione da 100 CV, che tra le curve rimaneva comunque impegnativa visto il peso di 265 kg e la ciclistica poco sportiva. In accelerazione però era imprendibile... La prima generazione nasce nel 1985 e viene aggiornata profondamente solo nel 1990: nel 2008, invece, la cilindrata sale a 1.700 cm3 per una potenza di 200 CV, ma si trata di fatto di un modello completamente nuovo. La Yamaha V-Max venne molto apprezzata in Francia, ancor più che in America.

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