Salta al contenuto principale

Le 125 sportive "race replica": oggi più di ieri un sogno per pochi

A cavallo tra anni 80 e 90 ci fu il boom delle sportive 125, la massima espressione furono le versioni "replica" delle moto protagoniste del combattutissimo Campionato SP. Ecco le più belle

Per rendere bene il concetto, non potevamo che aprire questo articolo con una foto di Eddie Lawson in sella a una Cagiva Mito. Un binomio che diventerà poi un tutt'uno: non in pista, ma grazie alla Cagiva Mito Lawson Replica lanciata nel 1991, prendendo ispirazione proprio dalla Cagiva V591 con la quale lo statunitense chiuse in settima piazza nel mondiale 500. 

Image

La celebrazione dietro all'idea di "replica" servì anche da escamotage commerciale per fomentare ulteriormente un mercato che - a quei tempi - cresceva esponenzialmente. Tuttavia, non si trattò solo di applicare un nuovo maquillage ai modelli di serie. Non era "tutto fumo e niente arrosto", ma ci fu anche parecchia "sostanza", specie riguardo le edizioni speciali "pronto gara" pensate per i campionati SP, prodotte in numero limitato e capaci di coniugare un'estetica corsaiola a dettagli tecnici altrettanto raffinati. 

Aprilia AF1 Sintesi - Futura - RS

La Aprilia AF1 Sintesi Sport esordisce nel 1989 e deriva dal modello "base". A differenza di quest'ultima però, è pensata per competere nel Campionato Sport Production: il blocco motore è un Rotax 123 alimentato da un carburatore Dell'Orto VHSB a sezione ovale da 34 mm con pacco lamellare ed espansione opportunamente adeguati, per una potenza complessiva di 31 CV alla ruota a 10.500 giri. Inizialmente proposta con un'unica livrea, vede poi introdotta una versione propriamente "replica" con livrea ispirata alla AF1 250 portata in gara dal belga Didier De Radigues.

Image

Aprilia AF1 Sintesi Sport

Nel 1992 arriva la AF1 Futura Sporto Pro che, rispetto alla Futura standard, monta un diverso cilindro e un diverso controllo della valvola allo scarico, oltre al carburatore Dell'Orto PHBH nella misura di 28 mm, per rispettare le regole d'ingaggio dell'omonimo campionato.

Image

Aprilia AF1 Futura Sport Pro

Già l'anno successivo (1993) è la volta della Aprilia Extrema SP93, che sostituisce la Sport Pro 1992, porta sulle carene i colori della versione standard Reggiani Replica ma, a differenza di quest'ultima, si fregia di una bellissima coppia di cerchi Marchesini, di uno scarico Giannelli e un gruppo cilindro/valvola differente. Con questa moto, Roberto Locatelli conquisterà l'italiano SP nella classe Under 21. 

Aprilia Extrema SP93 in livrea Reggiani replica

Il 1994 è la volta dell'Aprilia RS Extrema SP94 che introduce la livrea nera con sponsor Chesterfield, proprio come sulle 250 GP di Loris Reggiani e Jean P. Ruggia. Sotto le carene però sono poche le differenze rispetto alla SP93 dell'anno precedente. Il trend proseguirà nel biennio successivo, fino al 1996 quando, oltre alla livrea Chesterfield arriverà anche la più sobria livrea grigia metalizzata in riferimento ai colori impiegati da Doriano Romboni.

Image
Image

Sopra, l'Aprilia RS Extrema in livrea Chesterfield. Sotto, in livrea grigia metalizzata (Romboni)

Cagiva Mito

Una delle più pregiate Cagiva Mito mai prodotte è senza dubbio la versione a tiratura limitata con livrea Lucky Explorer, che debuttò nel 1990 con l'acronimo Cagiva Mito C12SP e venne riproposta nel 1994. Anche qui, rispetto alla Mito "base" troviamo un setting ciclistico più esasperato, un motore profondamente rivisto a partire dall'imbiellaggio e un cambio a denti dritti. Una nota a sé stante riguarda il carburatore: una "bocca" da 37 mm mai vista prima (né dopo) su una ottavo di litro di serie. Un mix che frutta alla Mito ben 32 CV a 11.000 giri (stando ad alcuni rilevamenti dell'epoca) per una velocità di punta compresa tra i 166 e i 170 Km/h.

Image

Cagiva Mito Lucky Explorer 1991

Altrettanto degna di nota è la ricercatissima Cagiva Mito Denim, che poco ha a che fare con le corse, in quanto ispirata all'omonima marca e prodotta appositamente per un concorso a premi. Se ne contarono in totale 501 esemplari (una sola per il vincitore del concorso Denim e 200+300 per la produzione ordinaria) e sono oggi molto ricercate dai collezionisti.

Image

Cagiva Mito Denim

Come per la Casa di Noale, anche in questo caso si susseguono le versioni SP introducendo via via dettagli corsaioli quali l'ammortizzatore di sterzo di serie (1991), la forcella Marzocchi a steli rovesciati con cerchi Marchesini e l'impianto frenante Brembo (1992).

Honda NSR

Nella lotta per lo scettro della ottavo di litro più veloce, è protagonista anche la Casa alata con la sua Honda NSR 125 SP: le versioni 1989/1990 sono allestite pressoché artigianalmente grazie al lavoro di Honda Italia e montano scarico Arrow, carburatore Dell'Orto PHBE 32 e sospensioni Marzocchi con mono regolabile. 

Image

Honda NSR 125 SP 1989

Nel 1991 arriva la Honda NSR-R SP che condivide la base tecnica con la più ortodossa NSR-RM. A differenza di questa però, la ciclistica è più estrema nelle tarature e il disco del freno anteriore è flottante. Anche il motore è diverso e principalmente la SP beneficia di un gruppo termico con diagramma luci più spinto e maggiore compressione. La chiusura del cerchio ideale arriva però nel 1992 con la nuova versione, vestita con gli splendidi colori Rothmans (già visti nel 1987 sulla NS-R) proprio come le NSR 250/500 di Luca Cadalora e Mick Doohan. Poche le differenze rispetto alla versione 1991: forcella regolabile nel precarico, migliore erogazione e sesta marcia accorciata.

Image

Honda NSR-R SP 1992 Rothmans

Gilera SP01 - GFR SP

Come un fulmine a ciel sereno, nel 1989 arriva la Gilera SP01. Non si tratta di un'edizione limitata né di una "pronto corsa", ma senza dubbio è a quel mondo che si ispira, con la sua livrea che strizza l'occhio alla Suzuki RGV 500 da Gran Premio. L'equipaggiamento è comunque di gran rispetto: telaio Twinbox, forcella Marzocchi e mono Boge, disco freno anteriore flottante da 300 mm con pinze Grimeca e tubi in treccia, infine cerchi a razze cave, anch'essi Grimeca. Con la SP01 debutta il nuovo motore che deriva sì dalla sorella MXR, ma porta in dote modifiche importanti all'imbiellaggio e al cilindro, per un allungo fino a 11.000 giri che può contare su 35 briosi CV.

Image

Gilera SP01

Un altro bel pezzo da museo è anche la Gilera GFR SP introdotta nel 1993 per competere nella Sport Production, sulla base della "normale" GFR.  Si tratta dell'ultima stradale prodotta dalla Casa di Arcore. La livrea in questo caso rimanda a quella usata nella 250 GP da Alessandro Gramigni. Telaio Twinbox abbinato a un'inedito forcellone monobraccio, con dischi freno da 320 e 240 mm sono le componenti esclusive della ciclistica. Mentre riguardo al motore, i tecnici Gilera hanno spremuto al suo massimo il propulsore alleggerendone l'imbiellaggio, tanto da farle raggiungere la soglia impressionante di 12.500 giri.

Image

Gilera GFR SP

Yamaha TZR-R

La Casa di Iwata presenta nel 1990 la Yamaha TZR-R 125 che verrà lanciata sul mercato nel 1991. Una moto italiana, di fatto, come accaduto anche per la concorrente nipponica Honda, perché prodotta interamente dall'importatore Belgarda ricorrendo a componenti asiatici e al nostrano propulsore Minarelli da 32 CV a 11.500 giri. In parallelo arrivano anche qui le versioni SP, impreziosite da alcune migliorie tra le quali le sospensioni regolabili.

L'acuto del modello di matrice italiana arriva nel 1993 con la Red Rocket, una vera e propria replica della 500 di Wayne Rainey in livrea Marlboro, che non viene però venduta in allestimento SP.

Image

Yamaha TZR-R 125 Red Rocket

Aggiungi un commento