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Troppo giusta! Zündapp KS 125, la moto dei paninari

La KS 125 ebbe un successo folgorante agli inizi degli anni 80 diventando la moto ufficiale dei “paninari”, oggi come allora disposti a spendere cifre “folli” per portarsene a casa una

Il fermento di Milano e la nascita dei paninari

Giubbotto Moncler verde o arancione, Levi’s 501, Timberland, bassa con la suola a carro armato oppure alta a scarponcino, Ray Ban (abbinato all’abbronzatura forzata) e ciuffo cotonato. Questa era la divisa dei Paninari, movimento giovanile dei primi anni 80 che segnò l’epoca della Milano "da bere" diffondendosi in tutta Italia e arrivando anche in TV sul mitico palcoscenico del Drive In. 

Nel capoluogo milanese i ragazzi si davano appuntamento davanti al Burghy di Piazza San Babila, primo fast food "americano" in Italia (da qui il nome Paninari...) e proprio a Milano aveva sede l'importatore della Zündapp che proponeva col contagocce moto raffinate e costose, l'ideale per chi voleva distinguersi (e ne aveva i mezzi...). Così la rivoluzione giovanile fatta di stile, musica e… mobilità adottò e rese mitico un modello stradale fino ad allora poco conosciuto, la Zündapp KS 125 che lanciò inconsapevolmente la moda delle stradali sportive, mandando in pensione le regolarità che avevano imperato nel decennio precedente. 

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La KS si meritò parecchie copertine del Paninaro, giornale "ufficiale" del movimento

La teutonica Zündapp

Prima di dedicarci alla KS 125 ed alle sue caratteristiche tecniche vere e proprie, per meglio contestualizzare il discorso conviene un brevissimo “ripasso” su origini e lo sviluppo di un marchio non a tutti così noto. Fondata nel 1917 a Norimberga, la Zündapp si affermò nel dopoguerra come una casa motociclistica capace di produrre modelli “popolari”, soprattutto nelle cilindrate ridotte. Dopo aver trasferito gli stabilimenti a Monaco, negli anni Sessanta, l’azienda tedesca si specializzò nella produzione di moto a due tempi, distinguendosi con le versioni da regolarità (GS) e le stradali (KS). La “nostra” KS 125, in particolare, nacque come evoluzione della versione da 100 cm3, modello nato agli inizi degli anni Sessanta, certamente più “semplice” rispetto alla 125, ma che rappresentava comunque un laboratorio evolutivo in cui vennero sperimentati gli elementi che, in seguito, avrebbero definito l’identità distintiva dell’intera gamma KS. Ad ogni modo, nel 1984 la Zündapp chiuse per bancarotta e l’azienda fu venduta ai cinesi che trasformarono il marchio in Xun-Da prima di essere assorbita da Honda. L'epilogo della sua storia coincise con la nasciata dei "paninari" che prima di trovare degne sostitute nei modelli proposti da Aprilia, Gilera, Malanca e altri produttori nostrani, diedero vita a una vera "caccia" a questo modello.

La tecnica della KS 125

Il cuore della KS 125 era il monocilindrico derivato dalle GS da fuoristrada, capace di erogare circa 17 CV a 7.700 giri/min e una coppia di 1,6 kgm a 7.400 giri/min, con dimensioni quadre (54×54 mm) che permettevano di spingere il regime di rotazione in alto. L’alimentazione era gestita da un carburatore Mikuni VM 28 SS, abbinato a un cambio a cinque rapporti e a un’accensione elettronica CDI. Cosa che garantiva una velocità massima dichiarata di circa 120 km/h. Robusta ed affidabile, la ciclistica prevedeva invece un telaio a doppia culla chiusa in tubi tondi in acciaio abbinato a sospensioni Marzocchi (la forcella anteriore era da 32–35 mm e il doppio ammortizzatore posteriore un Koni) e ad un impianto frenante Brembo con disco anteriore da 260 mm e tamburo posteriore da 160 mm. I cerchi, in lega, erano entrambi da 18 calzati da pneumatici 2.75 davanti e 3.25 dietro. Il tutto per un peso dichiarato poco superiore ai 105 kg.

Che look!

La KS 125 si distingueva per il serbatoio di maggiore capacità e per il telaio che, nei restyling successivi, passò dal classico rosso ad un ben più sobrio nero. Il motore “quadrato”, ben in vista nel telaio, sfoggiava alettature attorno al cilindro come a sottolineare il suo retaggio sportivo derivato dalle versioni da off road. 

La versione dai paninari fu la KS-WK presentata nel 1977 dotata di raffreddamento a liquido e di un cupolino, dettaglio distintivo che non solo contribuiva all’aerodinamica, ma ne enfatizzava l’aspetto moderno.

Ecco la KS 125 nella versione dei paninari

La rivoluzione della KS 125 e il restyling del ’77

Introdotta sul mercato nel 1970, la KS fu sottoposta nel corso degli anni a diversi interventi: tra il 1970 e il 1974 vennero prodotte quattro serie con restyling progressivi, e nel 1974 il serbatoio passò da 12 a 14,2 litri, mentre la ciclistica venne rivista con telaio nero al posto del rosso.  Come accennato sopra, la vera svolta si ebbe però nel 1977 con l’introduzione della versione KS-WK, dove “WK” stava appunto per Wasser Kühler, ossia raffreddamento a liquido. Scelta pionieristica per un modello di piccola cilindrata che permise non solo di risolvere alcuni problemi legati alle emissioni inquinanti, ma anche di ridurre le fastidiose vibrazioni e risonanze lamentate da molti possessori. Nel 1975 arrivò quindi la versione 175 che, dalla 125, si distingueva solo per il solo motore di alesaggio maggiorato a 62 mm e cilindrata effettiva 163. Poi, nel 1976, fu la volta della 350, la cui produzione durò però solo 1 anno. 

Il motore della KS my 1977 aveva il cilindro alettato, ma il raffreddamento era a liquido

Eredità e fascino senza tempo

Nonostante la chiusura degli stabilimenti Zündapp nel 1984 e la concorrenza di modelli di nuova generazione, la KS 125 continuò a esercitare un forte richiamo sul mercato dell’usato, con quotazioni che allora come oggi, erano elevate. Attualmente per una bella KS bisogna mettere in contro almeno 7.000 euro. Al di là delle qualità tecniche, non per ultima l’ottima affidabilità del motore, è chiaro che a far gola agli appassionati è proprio il contesto culturale di cui la KS s’è fatta in qualche modo portatrice: i nostalgici degli Anni Ottanta, specialmente se “ex paninari” sarebbero disposti a spendere molto di più: da qui la relativa difficoltà a trovarne di usate…

Ecco uno dei primi modelli della KS stradale

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