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Moto pagata e mai arrivata? Ecco i vostri diritti

Ecco come comportarsi al momento dell’acquisto per evitare che il concessionario ritardi la consegna. Se non rispetta il termine, si possono riavere indietro i soldi

Comprare una moto, pagarla e poi non riuscire a farsela consegnare è l’incubo peggiore per qualsiasi motociclista. Ma succede spesso, purtroppo: più di quanto si pensi. Vediamo come prevenire il problema e come difendersi.

Caparra, può essere raddoppiata

Nella maggior parte dei contratti si parla esplicitamente di caparra, con questa soluzione si intende una cifra che anticipa parte del pagamento, ma soprattutto serve come garanzia per venditore e compratore.

  • Se la moto non arriva, il compratore ha diritto ad avere indietro il doppio della caparra.
  • Se il venditore non viene pagato, può trattenere senza problemi la caparra versata in precedenza.

Acconto, va restituito

Se nel contratto non si parla di caparra, quanto versato sarà un acconto, in questo caso la cifra non è a tutela degli interessi di venditore ed acquirente, ma si tratta solo di un anticipo. Così se la vendita non va a buon fine (non importa di chi è la colpa), l’acconto va restituito. Chi è rimasto “scottato” (compratore senza moto oppure concessionario senza soldi), potrà poi fare causa per chiedere il risarcimento dei danni all’altra parte.

Quanto bisogna anticipare

L’importo di caparra e acconto viene stabilito dalle parti, generalmente è intorno al 20% del prezzo della moto, ma non c’è un limite stabilito per legge. Se però è il compratore a chiedere una consegna “ritardata” l’anticipo salirà parecchio perché al concessionario resta la moto con la responsabilità di custodirla. Quindi danni o (peggio) furto sarà sua responsabilità. Ecco 3 cose da sapere:

  • Stabilite bene la data della consegna.
  • Fate delle foto alla moto, per avere prova dello stato della carrozzeria.
  • Fotografate il cruscotto, per avere prova del chilometraggio.



     


Difendetevi così

Ecco come far valere i propri diritti se la moto non arriva.
Scrivete la data -  Sul contratto di acquisto bisogna far segnare una data di consegna, anche se sul modulo non c’è uno spazio apposito: basta una scritta a penna. Questo è già un passo importante, perché, secondo il Codice civile, il mancato rispetto della data di consegna ci dà il diritto di sciogliere il contratto e richiedere indietro il doppio della caparra o tutto l’importo versato. Si può anche accettare di inserire un periodo di “tolleranza” nel caso la moto arrivi in ritardo rispetto al previsto (comunque non superiore a 45 giorni) dopodiché il contratto è annullato. La restituzione va richiesta con una raccomandata scritta/PEC.

Inviate la lettera di diffida -  Se sul contratto non è stata scritta una data di consegna, per legge non esiste un termine preciso. Lo può però fissare il cliente, aspettando almeno un mese o fino al periodo che il concessionario ha indicato verbalmente. Per fissarlo si invia una lettera di diffida con raccomandata o PEC dove si impone al venditore di consegnare la moto entro 15 giorni dal ricevimento della raccomandata: in caso contrario si considera risolto il contratto (come nel punto sopra). La diffida si usa anche se non ci interessano i soldi, ma vogliamo in ogni caso la moto. È consigliabile passare subito a questa forma di contestazione scritta, invece che perdere i giorni con telefonate continue che non sono verificabili e non hanno valore giuridico.

Se non arriva nulla -  Se allo scadere dei 15 giorni non arrivano né la moto né il denaro, non resta che passare alla denuncia vera e propria. Se la somma che il venditore vi deve è inferiore a 5.000 euro si va dal Giudice di Pace, se è superiore bisogna rivolgersi al Tribunale ordinario. A questo punto, la palla passa ad avvocati e giudice.

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OrsoMarsicano
Mar, 17/04/2012 - 15:34
Fortunatamente il mio concessionario di fiducia non mi ha mai tirato pacchi simili. Roba da gambizzazione, altro che diffida...