BMW, il nuovo casco sarà "touch"?
Per servire garantire ai motociclisti un crescente sicurezza, i caschi sembrerebbero ormai farsi di giorno in giorno più intelligenti. Un nuovo brevetto di BMW mostra come la casa tedesca stia sviluppando anche le potenzialità delle interfacce che danno informazioni tramite comandi "fisici": una leggera vibrazione della nuca potrebbe per esempio avvertire il pilota della presenza nascosta di un veicolo sulla carreggiata
Caschi
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Il casco del futuro?
Multiconnessioni con navigatori e dispositivi portatili, visiere anti-sole a cristalli liquidi, HUD digitali che forniscono decine di dati e informazioni, dalla temperatura esterna alla distanza percorsa, telecamere che permettono una visione a 360°. I caschi, è sotto gli occhi di tutti, si fanno sempre più intelligenti e, in questo senso, la nuova frontiera parrebbe essere quella legata alla tecnologia touch. Per essere più precisi, in realtà, sarebbe meglio parlare, più che di touch, di “haptics interface”: di un’interfaccia cioè capace di ricevere e inviare come feedback determinati stimoli sensazioni tattili e non visivi o sonori. Dal greco apto, “tocco”, questa tecnologia si rende indispensabile in situazioni in cui l’utente necessiti di una risposta tangibile, che lo avverta fisicamente del funzionamento del dispositivo. È in realtà più facile di quello che sembra: le vibrazioni inviateci dallo schermo dello smartphone in risposta ai nostri “touch” ne sono un esempio comune.
Un nuovo brevetto di BMW - e qui arriviamo al dunque - sembra prevedere un casco dotato di questa tecnologia e progettato con al suo interno una sorta di anello formato dagli “attuatori tattili” sopra descritti, in grado di vibrare o applicare una diversa pressione alla testa del pilota, comunicandogli in questo modo dati e informazioni. L’applicazione più ovvia parrebbe quella relativa ai navigatori GPS: invece di “scomodare” o distrarre gli occhi del motociclista con uno schermo ad altezza manubrio o con indicazioni sulla visiera, il casco tattile potrebbe semplicemente inviare una vibrazione su un lato, per esempio, della fronte o della nuca, indicando in questo modo la direzione da prendere allo svincolo autostradale. Altro esempio: una vibrazione o un ronzio diffuso in un punto cieco della calotta potrebbe avvertire il pilota della presenza di un’automobile o di un ostacolo in avvicinamento. Chiaramente una simile tecnologia non escluderebbe quella operante in ambito visivo o sonoro, ma, al contrario, potrebbe lavorare in armonia con queste.
Gli investimenti della casa tedesca confermano le potenzialità tecnologiche del brevetto; tuttavia, essendo ancora in fase di studio, è oggi difficile ipotizzare una data entro la quale il casco “aptico” potrebbe diventare realtà.Un nuovo brevetto di BMW - e qui arriviamo al dunque - sembra prevedere un casco dotato di questa tecnologia e progettato con al suo interno una sorta di anello formato dagli “attuatori tattili” sopra descritti, in grado di vibrare o applicare una diversa pressione alla testa del pilota, comunicandogli in questo modo dati e informazioni. L’applicazione più ovvia parrebbe quella relativa ai navigatori GPS: invece di “scomodare” o distrarre gli occhi del motociclista con uno schermo ad altezza manubrio o con indicazioni sulla visiera, il casco tattile potrebbe semplicemente inviare una vibrazione su un lato, per esempio, della fronte o della nuca, indicando in questo modo la direzione da prendere allo svincolo autostradale. Altro esempio: una vibrazione o un ronzio diffuso in un punto cieco della calotta potrebbe avvertire il pilota della presenza di un’automobile o di un ostacolo in avvicinamento. Chiaramente una simile tecnologia non escluderebbe quella operante in ambito visivo o sonoro, ma, al contrario, potrebbe lavorare in armonia con queste.
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