Sicurezza stradale, anche nel 2015 poca manutenzione per le strade italiane
La situazione delle strade italiane, già parecchio grave, non può che peggiorare: come dimostrano i dati più recenti sugli investimenti dedicati alla loro manutenzione. SITEB denuncia come la mancata manutenzione di questi anni abbia portato alla necessità di ancor più costosi lavori straordinari: per rimettere in sesto le arterie italiane servirebbero oggi 50 miliardi di euro
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Politica e trasporti
Più manutenzione, più sicurezza, meno costi
Con meno di 22 milioni di tonnellate di asfalto impiegato per la costruzione e la manutenzione delle strade nel corso del 2015, l’Italia rischia di raggiungere un nuovo record negativo. Il trend, d’altra parte, è coerente con quanto registrato nel corso degli ultimi nove anni, durante i quali, con soli 96 milioni di tonnellate impegnate per la manutenzione, la situazione del manto stradale non è che peggiorata. Per garantire la sicurezza di automobilisti e motociclisti, categoria quest’ultima ancora più a rischio, di tonnellate ne occorrerebbero almeno 40 milioni: secondo quanto denunciato da SITEB, l’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade, per i quali ci sarebbe bisogno oggi di un investimento straordinario in un piano di manutenzione da 50 miliardi di euro.
“Il mancato investimento in opere stradali di questi ultimi anni - ha evidenziato il Presidente del SITEB Michele Turrini - ha generato un meccanismo perverso che fa lievitare i costi della manutenzione ordinaria, creando un nuovo tipo di “debito grigio o “invisibile. L’Italia è stata la prima nazione a dotarsi di moderne autostrade, poi si è fermata e ora ne paghiamo le conseguenze, non tanto in termini di nuove realizzazioni, quanto in termini di qualità e funzionalità delle stesse. Non è accettabile che le Provincie siano costrette, come è accaduto recentemente, a vietare la circolazione su alcune strade perché non possono garantirne la fruibilità in sicurezza ed è altrettanto incredibile che sulle tratte ANAS vi siano carreggiate chiuse per buche e deformazioni del manto stradale con cartelli di pericolo e limitazione della velocità”.
L’investimento è sì elevato, ma anche necessario se non si desidera assistere ad un ulteriore peggioramento della situazione, responsabile, anche, di un successivo aumento dei costi di manutenzione. Il mancato rifacimento dei “tappetini d’usura”, quelli cioè destinati a consumarsi nel tempo, ha infatti determinato spaccature e infiltrazioni sulla superficie stradale, compromettendo così le fondamenta stesse di alcune delle principali arterie della viabilità italiana e rendendo necessari ancora più costosi lavori straordinari.
“E’ oggi necessario - ha concluso Turrini - mettere mano a un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade. Il nostro Paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi.
Auspichiamo che il promesso allentamento del patto di stabilità per gli Enti Locali, previsto per i lavori stradali nel testo attuale della Legge di Stabilità 2016 illustrato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ridia ossigeno al settore e consenta una messa in sicurezza del nostro patrimonio stradale”.
“Il mancato investimento in opere stradali di questi ultimi anni - ha evidenziato il Presidente del SITEB Michele Turrini - ha generato un meccanismo perverso che fa lievitare i costi della manutenzione ordinaria, creando un nuovo tipo di “debito grigio o “invisibile. L’Italia è stata la prima nazione a dotarsi di moderne autostrade, poi si è fermata e ora ne paghiamo le conseguenze, non tanto in termini di nuove realizzazioni, quanto in termini di qualità e funzionalità delle stesse. Non è accettabile che le Provincie siano costrette, come è accaduto recentemente, a vietare la circolazione su alcune strade perché non possono garantirne la fruibilità in sicurezza ed è altrettanto incredibile che sulle tratte ANAS vi siano carreggiate chiuse per buche e deformazioni del manto stradale con cartelli di pericolo e limitazione della velocità”.
L’investimento è sì elevato, ma anche necessario se non si desidera assistere ad un ulteriore peggioramento della situazione, responsabile, anche, di un successivo aumento dei costi di manutenzione. Il mancato rifacimento dei “tappetini d’usura”, quelli cioè destinati a consumarsi nel tempo, ha infatti determinato spaccature e infiltrazioni sulla superficie stradale, compromettendo così le fondamenta stesse di alcune delle principali arterie della viabilità italiana e rendendo necessari ancora più costosi lavori straordinari.
“E’ oggi necessario - ha concluso Turrini - mettere mano a un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade. Il nostro Paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi.
Auspichiamo che il promesso allentamento del patto di stabilità per gli Enti Locali, previsto per i lavori stradali nel testo attuale della Legge di Stabilità 2016 illustrato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ridia ossigeno al settore e consenta una messa in sicurezza del nostro patrimonio stradale”.
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