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Motomondiale e Sbk: pagelle da sogno per Rea e Dalla Porta, Miller e Alex Marquez a caccia di conferme

Il Cannibale è l'unico a meritare un 10, ma il campione del mondo di Moto3 è andato vicino alla perfezione. Da rivedere Iannone, Bagnaia, Baldassarri, mentre Di Giannantonio e Bastianini potranno fare bene se non si accontenteranno di quanto hanno già mostrato
Dopo la prima parte con le pagelle di MotoGP, ecco la seconda tornata di voti. Non solo classe regina, con categorie minori e Superbike sotto la lente del nostro Guido Sassi. Iniziamo però dagli ultimi rider - non necessariamente in classifica- della top class.

Jack Miller – VOTO 6
Mezzo punto in più ci starebbe per un pilota che fa sempre divertire. L'australiano nel 2019 finalmente è entrato nella top10 del campionato, mettendo insieme 5 podi. Jackass era alla quinta stagione in MotoGP, l'esperienza ormai ce l'ha, ma solo quest'anno ha avuto tra le mani una moto da top rider. In quest'ottica ha fatto anche meglio del 2018 di Petrucci, ma gli manca ancora qualcosa nella gestione della gara, dove spesso parte a razzo ma finisce a gambero.

Andrea Iannone – VOTO 5
L'Aprilia non è moto che permette grossi exploit, ma Aleix Espargaro ha comunque fatto una ventina di punti in più rispetto all'italiano. Certo, lo spagnolo conosceva il mezzo, ma Andrea è stato preso per aiutare Noale nel salto di qualità e invece dopo poche gare il pilota di Vasto appariva già demoralizzato per difficoltà che potevano essere messe in conto. Il sesto posto di Phillip Island sembrava una speranza per un 2020 migliore, poi è arrivata la notizia della sospensione per doping. La squalifica per ora è solo un'ipotesi, ma Aprilia al momento non ha tempo per un solo pensiero in più da aggiungere a un programma di lavoro molto nutrito.

Francesco Bagnaia – VOTO 5
Un bellissimo quarto posto a Phillip Island, un altro arrivo in top10, qualche sprazzo di velocità e moltissime cadute. Il primo anno di Pecco sarebbe anche sufficiente, se il pilota della VR46 non fosse arrivato in classe regina da campione del mondo di Moto2. Va detto che la Ducati non è la moto più semplice per un rookie. Per fare un paragone, Iannone nell'anno del debutto segnò solo 3 punti in più di Bagnaia, con un ottavo posto come miglior risultato. L'anno prossimo Bagnaia rimarrà in Pramac ma avrà una moto ufficiale. Servirà più costanza a buoni livelli per sognare un futuro con il team factory.

Alex Marquez – VOTO 7
Il giudizio è un po' stretto ma il fratellino di Marc ha conquistato il mondiale al quinto tentativo, dopo avere diviso negli anni passati con Rabat, Morbidelli e Mir. Con tutti e tre ha anche perso il confronto diretto. Nel 2019 il 73 è stato bravo a capire per primo il nuovo pneumatico posteriore Dunlop, ha capitalizzato 5 vittorie quasi in serie e ha amministrato nella seconda parte di stagione. Nel suo titolo c'è molta ragioneria ma a tratti Alex è stato pure velocissimo. Il piccolo Marquez è comunque l'unico pilota dai tempi di suo fratello ad arrivare alla top class dopo avere vinto sia nella classe minore che in quella intermedia. Solido

Italiani in Moto2 – VOTO 6
La sufficienza è data dalla media di prestazioni marcatamente altalenanti. Baldassarri ha vinto 3 delle prime 4 gare, ha illuso tutti di camminare nella scia di Morbidelli e Bagnaia, non è più salito sul podio nella seconda parte di stagione. Bastianini e Di Giannantonio hanno chiuso il campionato tra i primi 10 e sono saliti sul podio. Diggia è stato anche “derubato” di una vittoria a Misano, ma nel finale di stagione entrambi hanno interrotto i propri progressi. Marini, torturato da problemi alla spalla, è stato capace di due vittorie ma ha mostrato anche una curva di apprendimento un po' lenta con i nuovi motori da 765cc Triumph.

Speed Up – VOTO 7
Un successo in stagione sarebbe valso un 8 pieno, ma se la moto di Boscoscuro ci è andata solo vicino parte del demerito va a Navarro, a cui manca sempre il click finale per diventare vincente. L'anno prossimo Speed Up raddoppia le forniture, associando il proprio impegno a un'ottima squadra come l'Angel Nieto Team e a due piloti meritevoli: Aron Canet e Hafizh Syarhin.

Lorenzo Dalla Porta – VOTO 9
Il pilota toscano ha corso la stagione quasi perfetta: ha impiegato 9 gare per vincere la prima gara stagionale, ma nel frattempo aveva raccolto punti su punti con ben 4 secondi posti. Tanta costanza a un passo dal successo è stata l'indizio di una tempra forte, che abbiamo avuto modo di conoscere meglio nella seconda parte di campionato. Il pilota di Lundberg - a fronte di un importante lutto familiare- è riuscito a prendere il largo in classifica a suon di vittorie. Lorenzo ha guidato una delle migliori moto del paddock sfruttandola al meglio e passo dopo passo ha ottenuto un successo ben costruito.

Tony Arbolino – VOTO 7
Alla terza stagione nel motomondiale e alla seconda con una moto competitiva, Tony ha ottenuto la sue prima vittoria e molti podi. Da Misano in poi però il pilota di Garbagnate ha combinato più di un pasticcio e raccolto pochi punti, buttando via un piazzamento sul podio virtuale del campionato. Il vero banco di prova per Arbolino sarà la prossima stagione, quando avrà molti occhi puntati addosso.

Johnny Rea – VOTO 10
Il titolo che vale la manita in Superbike è stato il più sudato per il nordirlandese. La corona d'alloro è stata ampiamente meritata: chi altro sarebbe stato capace di infilare una serie di 10 secondi posti consecutivi senza demoralizzarsi, mentre Bautista faceva man bassa di vittorie sulla nuova Panigale V4R? Rea è un vero animale da competizione: al momento giusto si è preso un'ampia rivincita. A differenza di colleghi forse meno affamati, non ha tirato i remi in barca nemmeno quando il campionato era già stato messo in banca e ha chiuso la stagione con 5 vittorie consecutive. Se lo chiamano Il Cannibale un motivo c'è.

Alvaro Bautista – VOTO 6
Troppo severi? Ma dopo 12 vittorie consecutive non puoi davvero buttare al vento un campionato, non come ha fatto il buon Alvaro. La seconda parte di stagione è stata un calvario, con pochissime luci e tantissime polemiche. Bau Bau ha poi scelto di cambiare: i soldi e il progetto di Honda lo hanno convinto più che Ducati, ma alla sua età le occasioni non vanno sprecate. L'ultimo campionato vinto da Bautista è stato quello in 125 del 2006, i successi in gara si fermavano al 2009 in 250 prima dell'approdo a Borgo Panigale. Forse il lavoro lasciato a metà nel box rosso meritava un secondo tentativo.

Toprak Razgatlioglu – VOTO 8
Al secondo anno in Superbike e con la Kawasaki privata del team Puccetti si è tolto la soddisfazione di vincere due gare, conquistando tanti podi e un bel quinto posto in campionato. Introdotto come il protetto di Kenan Sofuoglu, di questo passo Toprak rischia di oscurarne la fama. Pilota spettacolare e dal temperamento focoso, ha scelto di non aspettare il proprio turno per salire sulla verdona ufficiale. Capitalizzerà i buoni risultati passando al banco con Yamaha. Chissà se la scelta pagherà.

La Superbike – VOTO 7
Dopo anni di vacche magre, finalmente la stagione è stata divertente. Certo non per l'assurda trovata della Superpole Race (tra l'altro confermata nel 2020), ma grazie innanzitutto a Ducati. I tecnici italiani hanno buttato nella mischia una moto che ha alzato parecchio il livello della competizione. Borgo Panigale ha smosso le acque e ora Honda rilancia. Bmw sta arrivando e qualche pilota interessante non manca. Dopo Bautista anche Redding si è unito alla comitiva e l'inglese è un personaggio. Il 2020 potrebbe anche essere meglio di questa stagione, Rea permettendo.
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