MotoGP 2020 - Lorenzo ad Ago: "Ai tuoi tempi le differenze tra le moto erano enormi"
Continua la discussione tra il 15 volte iridato e il pentacampione: "Una volta l'ergonomia non faceva la differenza, ma io ho corso in un'epoca nella quale si vince o si perde per millesimi. Sono stupito che un campione come Agostini dia dei giudizi così banali e basati solo sulla conta dei risultati"
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Che tra Jorge Lorenzo e Giacomo Agostini non corresse buon sangue lo si era capito già da qualche giorno, sulla scorta di una polemica nata tra il pentacampione spagnolo e il 15 volte iridato italiano. Il botta e riposta era iniziato con un’intervista alla Gazzetta dello sport, nella quale Ago aveva definito in un certo senso fallimentari le esperienze di Jorge in sella a Honda e Ducati. A quel punto il maiorchino aveva invitato al silenzio la leggenda nostrana, affermando che è facile la critica “da parte di chi non corre in moto da cinquant’anni”. Come in una partita a tennis è arrivata l'ulteriore replica di Giacomo: “la verità fa male”, ma Lorenzo non si è sottratto al confronto e ha rimandato la palla in campo avversario: “Io non vorrei mai rimanere fossilizzato nei ricordi delle mie vittorie, confrontando il futuro con il mio passato (…) Penso che ciò che il signor Giacomo Agostini dovrebbe capire è che ogni epoca del motociclismo ha la sua storia, ogni campione ha la sua importanza nel contesto in cui ha vissuto, sia per quanto riguarda i suoi rivali che la sua tecnologia”.
Si va sul tecnico
Il pentacampione è sceso poi nei dettagli, ricordando come negli anni ’60 ci fossero grosse differenze tra le moto più competitive e quelle meno performanti. “Alcuni piloti hanno goduto di un tale vantaggio da potersi permettere di correre (e vincere) in varie categorie nello stesso anno… Negli ultimi decenni, sia i circuiti che la tecnologia hanno fatto enormi progressi. Con la centralina unica e il monogomma abbiamo raggiunto un grande equilibrio tra tutte le moto. Le fabbriche cercano qualsiasi piccolo vantaggio per battere i loro rivali e molte delle vittorie vengono raggiunte per pochi millesimi (…) Al contrario, quando la differenza viene misurata in decine di secondi, minuti o persino giri, i piccoli dettagli diventano insignificanti e ci si può accontentare anche di un' ergonomia imperfetta (riferimento alla discussione sul famoso serbatoio su misura per Lorenzo prodotto in Ducati, ndr). E questa, caro Giacomo, è una verità irrefutabile. Quindi quando qualcuno (che conosce le circostanze e i fatti) dice che non ho ottenuto risultati in Ducati, non posso fare a meno di essere stupito. Con tutto il rispetto, penso che ricorrere a “io ai miei tempi …” o al puro “resultadismo” per valutare la capacità di un campione dell’era moderna, mi sembra una banalità impropria da una leggenda come te”.
Si va sul tecnico
Il pentacampione è sceso poi nei dettagli, ricordando come negli anni ’60 ci fossero grosse differenze tra le moto più competitive e quelle meno performanti. “Alcuni piloti hanno goduto di un tale vantaggio da potersi permettere di correre (e vincere) in varie categorie nello stesso anno… Negli ultimi decenni, sia i circuiti che la tecnologia hanno fatto enormi progressi. Con la centralina unica e il monogomma abbiamo raggiunto un grande equilibrio tra tutte le moto. Le fabbriche cercano qualsiasi piccolo vantaggio per battere i loro rivali e molte delle vittorie vengono raggiunte per pochi millesimi (…) Al contrario, quando la differenza viene misurata in decine di secondi, minuti o persino giri, i piccoli dettagli diventano insignificanti e ci si può accontentare anche di un' ergonomia imperfetta (riferimento alla discussione sul famoso serbatoio su misura per Lorenzo prodotto in Ducati, ndr). E questa, caro Giacomo, è una verità irrefutabile. Quindi quando qualcuno (che conosce le circostanze e i fatti) dice che non ho ottenuto risultati in Ducati, non posso fare a meno di essere stupito. Con tutto il rispetto, penso che ricorrere a “io ai miei tempi …” o al puro “resultadismo” per valutare la capacità di un campione dell’era moderna, mi sembra una banalità impropria da una leggenda come te”.
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