MotoGP 2014 Ducati, Iannone “La Desmosedici adesso è più amica”
Notizie MotoGP – Al secondo anno nella categoria regina, sempre in sella alla Desmosedici del team Ducati Pramac, Andrea Iannone ha raccontato come e quanto è migliorata la "rossa", spiegato il suo rapporto con i social network e come mai corre con il numero 29

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Iannone contento con questa Ducati
Andrea Iannone si è fatto conoscer quando correva nella la Moto 2: dal 2010 al 2012 ha collezionato diciassette podi e otto vittorie, concludendo sempre al terzo posto in classifica. La passata stagione era in sella alla Ducati Desmosedici del team Pramac, esperienza che continua anche quest'anno, la la "musica" è completamente differente: “La moto è cambiata nel comportamento è molto più "amica", più competitiva rispetto a quello dello scorso anno. Io in primis (ma anche gli altri piloti Ducati) sono molto contento. Adesso si riesce a spingere a fondo, il limite non è così facile da raggiungere. E anche una volta raggiunto, devi poi esser bravo a spostarlo un passo più avanti. Quando con la moto ti senti un po' "impiccato", continui a lavorare per trovare quel qualcosa in più che ti faccia andare oltre. La moto ora si guida con più facilità, ma allo stesso tempo riusciamo adesso a mantenere una velocità di punta con più costanza e questo per noi è un grande salto in avanti”. In Qatar avrebbe potuto ottenere un buon piazzamento, se non fosse caduto all'inizio: “È stato un vero peccato, sono sinceramente dispiaciuto per la caduta, ma dall’altra parte invece ho fatto un gran weekend: sono stato sempre veloce, costantemente tra i primi. Per quel che riguarda l’accaduto, è sotto gli occhi di tutti il passo con cui ho condotto la mia gara e quello che hanno avuto i primi cinque piloti del gruppo di testa. Sicuramente mi sarei collocato lì”. E questo è proprio il suo obiettivo della stagione: “Voglio tornare a lottare (anche qui in MotoGP) con Marc Marquez: in Moto2 abbiamo vissuto delle grandi sfide, delle grandi battaglie che hanno dato vita a delle belle gare, mi manca questa lotta”. Potrebbe arrivare subito nella gara di Austin? Difficile secondo Iannone che ha parlato così del circuito delle Americhe: “È un tracciato molto bello ma non è assolutamente facile. Lì ci sono quei rettilinei molto lunghi dove noi potremo trarre dei vantaggi. Ma non basta avere solo una moto veloce; bisogna riuscire a guidarla bene, ad esser incisivi anche nelle curve e in tutte le parti della pista. In Qatar e in Malesia non siamo andati affatto male, ma dobbiamo capire dove ci troviamo: forse in alcuni tracciati ci sarà da soffrire. Non so cosa aspettarmi da Austin; guardiamo avanti, gara dopo gara. Io e la mia squadra vogliamo arrivare quanto più avanti possibile. Questo è certo”. Nell'intervista Andrea ha anche affrontato l'argomento social network: “Una volta si usava tutti Messenger, ora invece impazzano Facebook, Twitter e Instagram. Mi piace interfacciarmi con le persone e quando i fan mi fanno delle domande, spesso rispondo direttamente. È bello comunicare con le persone che ti seguono”. Proprio le icone dei social le ha stampate sul casco: “Quest’inverno ho cambiato grafico, mi sono legato ad Aldo Drudi. Eravamo in ritardo e la prima idea che mi è venuta in mente è stata quella di puntare sui social: una volta messe le icone su, il casco era bello che pronto”. Ultima curiosità, la storia del numero #29 con cui corre: “Quando ho iniziato a correre in realtá avevo il #53, perchè adoravo i film di Herbie, "il Maggiolino tutto matto". Quando ho iniziato a fare le gare di minimoto avevo il 9, il numero della mia data di nascita, mentre mio fratello aveva il 2. Lui correva insieme a Corsi, Sic e Dovi, e quando ha smesso ho deciso di prendere il suo numero e (visto che che era il maggiore) metterlo davanti al mio: è stato così che è nato il mio 29!”
Andrea Iannone si è fatto conoscer quando correva nella la Moto 2: dal 2010 al 2012 ha collezionato diciassette podi e otto vittorie, concludendo sempre al terzo posto in classifica. La passata stagione era in sella alla Ducati Desmosedici del team Pramac, esperienza che continua anche quest'anno, la la "musica" è completamente differente: “La moto è cambiata nel comportamento è molto più "amica", più competitiva rispetto a quello dello scorso anno. Io in primis (ma anche gli altri piloti Ducati) sono molto contento. Adesso si riesce a spingere a fondo, il limite non è così facile da raggiungere. E anche una volta raggiunto, devi poi esser bravo a spostarlo un passo più avanti. Quando con la moto ti senti un po' "impiccato", continui a lavorare per trovare quel qualcosa in più che ti faccia andare oltre. La moto ora si guida con più facilità, ma allo stesso tempo riusciamo adesso a mantenere una velocità di punta con più costanza e questo per noi è un grande salto in avanti”. In Qatar avrebbe potuto ottenere un buon piazzamento, se non fosse caduto all'inizio: “È stato un vero peccato, sono sinceramente dispiaciuto per la caduta, ma dall’altra parte invece ho fatto un gran weekend: sono stato sempre veloce, costantemente tra i primi. Per quel che riguarda l’accaduto, è sotto gli occhi di tutti il passo con cui ho condotto la mia gara e quello che hanno avuto i primi cinque piloti del gruppo di testa. Sicuramente mi sarei collocato lì”. E questo è proprio il suo obiettivo della stagione: “Voglio tornare a lottare (anche qui in MotoGP) con Marc Marquez: in Moto2 abbiamo vissuto delle grandi sfide, delle grandi battaglie che hanno dato vita a delle belle gare, mi manca questa lotta”. Potrebbe arrivare subito nella gara di Austin? Difficile secondo Iannone che ha parlato così del circuito delle Americhe: “È un tracciato molto bello ma non è assolutamente facile. Lì ci sono quei rettilinei molto lunghi dove noi potremo trarre dei vantaggi. Ma non basta avere solo una moto veloce; bisogna riuscire a guidarla bene, ad esser incisivi anche nelle curve e in tutte le parti della pista. In Qatar e in Malesia non siamo andati affatto male, ma dobbiamo capire dove ci troviamo: forse in alcuni tracciati ci sarà da soffrire. Non so cosa aspettarmi da Austin; guardiamo avanti, gara dopo gara. Io e la mia squadra vogliamo arrivare quanto più avanti possibile. Questo è certo”. Nell'intervista Andrea ha anche affrontato l'argomento social network: “Una volta si usava tutti Messenger, ora invece impazzano Facebook, Twitter e Instagram. Mi piace interfacciarmi con le persone e quando i fan mi fanno delle domande, spesso rispondo direttamente. È bello comunicare con le persone che ti seguono”. Proprio le icone dei social le ha stampate sul casco: “Quest’inverno ho cambiato grafico, mi sono legato ad Aldo Drudi. Eravamo in ritardo e la prima idea che mi è venuta in mente è stata quella di puntare sui social: una volta messe le icone su, il casco era bello che pronto”. Ultima curiosità, la storia del numero #29 con cui corre: “Quando ho iniziato a correre in realtá avevo il #53, perchè adoravo i film di Herbie, "il Maggiolino tutto matto". Quando ho iniziato a fare le gare di minimoto avevo il 9, il numero della mia data di nascita, mentre mio fratello aveva il 2. Lui correva insieme a Corsi, Sic e Dovi, e quando ha smesso ho deciso di prendere il suo numero e (visto che che era il maggiore) metterlo davanti al mio: è stato così che è nato il mio 29!”
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