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In autostrada a 150 km/h, per l'ASAPS è inutile e pericoloso

Portare i limiti di velocità in autostrada da 130 a 150km/h avrebbe solo effetti negativi. Ne è convinta l'ASAPS, che, per voce del suo presidente Giordano Biserni, spiega: più consumi, più inquinamento, più rischi di incidenti e inesistenti guadagni di tempo
Inutile e pericoloso
La proposta, ora in via di formalizzazione, formulata dal presidente della commissione Trasporti della Camera Alessandro Morelli non piace - proprio per nulla - al presidente di ASAPS Giordano Biserni. L’Associazione sostenitori polizia stradale non ha dubbi: portare il limite massimo a 150 km/h avrebbe solo effetti negativi, alcuni dei quali davvero seri, senza portare inoltre a nessun beneficio concreto. Tanto per cominciare, aumenterebbero i consumi di carburante e, di conseguenza, anche l’inquinamento atmosferico, le multe e le contravvenzioni perderebbero di equità, il rischio di incidenti sarebbe decisamente più elevato e i tempi necessari a coprire il tragitto anziché accorciarsi potrebbero addirittura allungarsi.
I 20 km/h in più in un tratto come quello da Milano a Rimini - evidenzia Biserni - farebbero guadagnare il prezioso risultato di arrivare al mare poco più di 15 minuti prima”. Se va bene: “è dimostrato che ad una elevazione del limite anche di soli 10 km (di più per 20 km)  aumenterebbero parallelamente i sinistri, magari anche di lieve entità ma che causerebbero più frequenti code e rallentamenti, quindi si correrebbe di più per fermarsi più spesso”.
Tempo e denaro: anche i consumi infatti, per forza di cose, aumenterebbero: “la differenza da 130 a 150 km/h comporta un aumento percentuale della velocità di solo il 15%, ma l’energia accumulata aumenta del 33%”, che con i prezzi medi dei carburanti, oggi, non è poco. E le multe? “con questa modifica - continua ASAPS riportando i calcoli necessari ad ottenere il risultato -  si verificherà la situazione assurda che chi corre fino a 200 km/h (di media!) se la caverà con appena 169 euro di sanzione e solo 3 punticini di prelievo. Infatti, tenuto conto del 5% di tolleranza sul misurato avremo 200 – 5%=190 e saremo entro i 40 km oltre il limite”.
I principali rischi riguardano però la sicurezza: anche ammettendo una prontezza di riflessi da pilota - cosa non certo diffusa tra l’automobilista medio - lo spazio di frenata si allungherebbe di molto: “a 130 con strada asciutta ci servono 93,14 metri a 150 ce ne servono 124,01. Con strada bagnata a 130 ci servono 130,40 metri. A 150 ce ne servono 173,71”.
Chi va piano va sano e va lontano: da considerare c’è infatti anche il differenziale di velocità. Esempio: “accadrà di vedere un camion che va in sorpasso ad 82 km/h rispetto ad un altro che va ad 80. Il che significa che per un paio di km le due corsie di destra e centrale saranno occupate e nella terza di sorpasso si butteranno tutti compresi quelli che viaggeranno ad almeno 157 km/h senza sanzione e gli altri che non se ne preoccupano. Lì si vedranno gli schianti e i micidiali salti di corsia. Assisteremo a continui ed “abbrozzanti” lampeggi alle nostre spalle, perché ci sarà sempre un numero elevato di automobilisti che si fionderanno sulla terza di sorpasso a velocità assurde”.
E a quanti in disaccordo volessero portare l’esempio della Germania, Biserni ricorda che da una parte il limite di velocità per un tedesco è davvero un limite e non, come per un italiano, un consiglio e, dall’altra, le riflessioni in merito già avviate anche nel paese della Merkel, oltre che in Francia e in Spagna dove i limiti si stanno, al contrario, abbassando di 10 km.
In conclusione - leggiamo - l’elevazione del limite secondo ASAPS non porterà concretamente nessun vantaggio, ma comporterà solo svantaggi: più consumi, più inquinamento, più rischi di incidenti e inutili e spesso inesistenti guadagni di tempo”.
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