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Che follia! Con due palloni al posto delle ruote la moto sta in equilibrio da sola

James Bruton è un bizzarro inventore britannico specializzato in veicoli autobilancianti, la sua ultima creazione è davvero sconcertante

Se vi piacciono le follie a due ruote, questa è proprio grossa. Ammesso che si possano chiamare ruote, perché in realtà si tratta di due grandi sfere che ruotano e danno il movimento al veicolo. È l’ultima trovata di James Bruton, un bizzarro inventore britannico specializzato in veicoli autobilancianti, cioè che stanno in equilibrio da soli. Ne ha già fatti altri in passato, sempre con tecnologia autobilanciante, ma dotati di ruote vere e proprie. Cose molto stravaganti. Ma questa… lo è ancora di più. 

4 motori per stare in equilibrio

Normalmente per ottenere l’equilibrio del veicolo Bruton impiega sistemi costituiti da cilindri montati ad angolo lungo il bordo della ruota, questa volta invece ha optato per due grandi ruote sferiche. Per fare avanzare la moto, se così volete chiamarla, c’è un motore alloggiato nella parte superiore e anteriore di ciascuna delle due sfere; altri quattro motori servono per ottenere il bilanciamento dinamico. Due sono nella parte posteriore della ruota davanti e altri due sulla parte anteriore di quella dietro; azionano le ruotine che muovono le sfere trasversalmente e mantengono la moto in equilibrio. Così quando i sensori posizionati nella motocicletta rilevano che si sta inclinando troppo in un modo o nell’altro, entrano in azione i quattro motori e fanno ruotare la sfera nella direzione opposta ritrovando così l’equilibrio. Con un po’ di pratica possono anche fare ruotare il veicolo che quindi è in grado di muoversi pure a destra e a sinistra, in qualunque direzione.

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In questo disegno si vedono i motori elettrici che mantengono l'equilibrio sui lati delle sfere e quelli che fanno avanzare il mezzo

I pezzi costruiti con stampanti 3D

Ovviamente molte delle parti necessarie per realizzare gli strani oggetti di Bruton non si trovano in commercio, né quelle del layout né tantomeno tutto quello che riguarda l’elettronica. Infatti molte di quelle impiegate dall’Archimede Pitagorico britannico sono autocostruite, con l’aiuto della sua notevole abilità nell’utilizzare stampanti 3D. Certo, al momento non è chiarissimo a cosa possa servire un veicolo del genere, ma a pensarci bene potrebbero esserci molte applicazioni interessanti. Forse ne sentiremo ancora parlare. Nel frattempo, potete togliervi qualche curiosità guardando questo video.

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