BMW Mac 1 by Tony’s Toy, la special ufficiale di inSella
Una delle reginette del nostro stadn a EICMA 2014 era questa special nata sulle “ceneri” di una K 1600 GT. Il lavoro svolto dall’officina Moto Up è stato impressionante, ma il risultato ha ripagato di tanta fatica e anche su strada la Mac 1 non delude le aspettative
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Fuoriserie
Tutto è cominciato due anni fa con una R 1100 S trasformata da Tony Calasso in motard “dakariana”: condivideva lo stand di inSella con due moto da corsa ultravittoriose, ma le attenzioni e le foto erano tutte per lei. Poi nel 2013 abbiamo proposto due variazioni sul tema GS, una motard e una tassellata, erano così “avanti” che le avevano fotografate persino gli ingegneri del reparto R&D di BMW, quando ancora nessuno parlava di “pensionare” il Telelever... Per EICMA 2014, la collaborazione con Tony’s Toy by MotoUp (questo è il marchio ufficiale del customizer milanese, info www.motoup.it, instagram: tonystoy87) è stata ancora più stretta: l’editore di inSella gli ha commissionato tre fuoriserie per le foto-ricordo dei lettori sul palco dello stand. Visto il loro successo, cominciamo a raccontarvi come è fatta quella che ha riscosso indubbiamente il maggior successo, la Mac 1 nata sulle “ceneri” di una BMW K 1600 GT.
Pronta per la demolizione ma…
Dopo una scivolata senza conseguenze per ciclistica e meccanica, il primo proprietario di questa K 1600 GT si era visto presentare un preventivo da brivido per i danni alla carrozzeria e aveva deciso di demolire la moto. Calasso invece gliel’ha comprata, perché aveva già in mente cosa farne... e aveva visto giusto. In realtà questa è forse la meno modificata tra le moto di Tony’s Toy, visto che meccanica e ciclistica sono rimaste quelle di serie. La carrozzeria è minimale, al posto dei pannelli in plastica della K 1600 originale troviamo delle reticelle fissate su telai in tubicini di metallo, un lavoro di alto artigianato fatto in lunghe giornate passate in officina con ore e ore di impegno, ma il risultato senza dubbio ha ripagato della fatica. Il lavoro forse più difficile però è stato un altro: riuscire a “nascondere” tutte le componenti elettroniche dentro scatole e barilotti in alluminio è stata davvero un’impresa. Il risultato è davvero incredibile: chi ha visto la Mac 1 (è il suo nuovo nome) ad EICMA lo sa bene. In ogni caso eliminando l’intera carrozzeria della K 1600, le borse, i terminali di scarico e i vari telaietti di supporto, la BMW sei cilindri è “dimagrita” di circa 80 kg, i comandi a pedale, come quelli al manubrio, sono quelli originali come lo sono anche i fondelli dei terminali di scarico, ma qui sono montati su scarichi semiliberi…
Chi è Tony
Antonio Calasso, per gli amici Tony, ha 51 anni, un’officina molto nota a Milano (MotoUp) e un passato da pilota di buon livello: tra l’altro è stato vicecampione europeo SuperSport nel 1992. Ha corso anche nella BMW Boxer Cup (foto sotto), imparando a conoscere pregi e difetti delle bicilindriche tedesche portate al limite. Da quell’esperienza sono nate molte delle idee e delle soluzioni ciclistiche delle sue odierne “fuoriserie”. Ma il passato da pilota emerge anche da un’altra caratteristica delle sue moto: tutte le creazioni di Tony’s Toy by MotoUp non sono “show bike”, ma moto efficaci e divertenti da guidare su strada. E noi abbiamo voluto vedere se è così anche per la Mac 1.
Come va
Bastano pochi metri per rendersi conto che la Mac 1 ha ben poco da spartire con la BMW K 1600 GT da cui deriva. Pur mantenendo le stesse quote ciclistiche, la seduta ridotta all'osso la rende meno confortevole, ma la posizione di guida è rassicurante, con il manubrio alto ma stretto e il pilota ben inserito nella moto, con le gambe ben ancorate negli incavi del grosso serbatoio. I fianchi snelli la rendono facile in manovra, nonostante la discreta altezza da terra della seduta, grazie anche al peso ben distribuito. Il grosso sei cilindri in linea spinge come un trattore già in origine, configurato proprio per dare il meglio ai bassi, ma con la moto “spogliata” e alleggerita la spinta risulta molto più forte: se si apre il gas con decisione bisogna aggrapparsi al manubrio. Fortunatamente la gestione elettronica “di serie”, con tre mappature disponibili (Rain, Road e Dinamic), permette di “domare” la Mac 1 e i suoi 160 CV alla ruota. Gli scarichi artigianali (ricavati dagli originali ma meno "soffocati") emettono un suono cupo e grintoso ai bassi, che con il salire dei giri diventa sempre più rauco e acuto allo stesso tempo. Grossa, lunga ma ben bilanciata, la Mac 1 soffre solo nelle curve strette e nei tornanti, mentre sul veloce è stabile e veloce nello scendere il piega, restando sempre precisa. La sospensione anteriore duolever, con ammortizzatore centrale tarato per sopportare i quasi 350 kg "di serie" della K 1600 GT, risulta invece rigida per l’avantreno “alleggerito” della Mach1. Potente (per fortuna…) la frenata, con l’ABS assolutamente necessario soprattutto sul bagnato e sulllo sconnesso.
Pronta per la demolizione ma…
Dopo una scivolata senza conseguenze per ciclistica e meccanica, il primo proprietario di questa K 1600 GT si era visto presentare un preventivo da brivido per i danni alla carrozzeria e aveva deciso di demolire la moto. Calasso invece gliel’ha comprata, perché aveva già in mente cosa farne... e aveva visto giusto. In realtà questa è forse la meno modificata tra le moto di Tony’s Toy, visto che meccanica e ciclistica sono rimaste quelle di serie. La carrozzeria è minimale, al posto dei pannelli in plastica della K 1600 originale troviamo delle reticelle fissate su telai in tubicini di metallo, un lavoro di alto artigianato fatto in lunghe giornate passate in officina con ore e ore di impegno, ma il risultato senza dubbio ha ripagato della fatica. Il lavoro forse più difficile però è stato un altro: riuscire a “nascondere” tutte le componenti elettroniche dentro scatole e barilotti in alluminio è stata davvero un’impresa. Il risultato è davvero incredibile: chi ha visto la Mac 1 (è il suo nuovo nome) ad EICMA lo sa bene. In ogni caso eliminando l’intera carrozzeria della K 1600, le borse, i terminali di scarico e i vari telaietti di supporto, la BMW sei cilindri è “dimagrita” di circa 80 kg, i comandi a pedale, come quelli al manubrio, sono quelli originali come lo sono anche i fondelli dei terminali di scarico, ma qui sono montati su scarichi semiliberi…
Chi è Tony
Antonio Calasso, per gli amici Tony, ha 51 anni, un’officina molto nota a Milano (MotoUp) e un passato da pilota di buon livello: tra l’altro è stato vicecampione europeo SuperSport nel 1992. Ha corso anche nella BMW Boxer Cup (foto sotto), imparando a conoscere pregi e difetti delle bicilindriche tedesche portate al limite. Da quell’esperienza sono nate molte delle idee e delle soluzioni ciclistiche delle sue odierne “fuoriserie”. Ma il passato da pilota emerge anche da un’altra caratteristica delle sue moto: tutte le creazioni di Tony’s Toy by MotoUp non sono “show bike”, ma moto efficaci e divertenti da guidare su strada. E noi abbiamo voluto vedere se è così anche per la Mac 1.
Come va
Bastano pochi metri per rendersi conto che la Mac 1 ha ben poco da spartire con la BMW K 1600 GT da cui deriva. Pur mantenendo le stesse quote ciclistiche, la seduta ridotta all'osso la rende meno confortevole, ma la posizione di guida è rassicurante, con il manubrio alto ma stretto e il pilota ben inserito nella moto, con le gambe ben ancorate negli incavi del grosso serbatoio. I fianchi snelli la rendono facile in manovra, nonostante la discreta altezza da terra della seduta, grazie anche al peso ben distribuito. Il grosso sei cilindri in linea spinge come un trattore già in origine, configurato proprio per dare il meglio ai bassi, ma con la moto “spogliata” e alleggerita la spinta risulta molto più forte: se si apre il gas con decisione bisogna aggrapparsi al manubrio. Fortunatamente la gestione elettronica “di serie”, con tre mappature disponibili (Rain, Road e Dinamic), permette di “domare” la Mac 1 e i suoi 160 CV alla ruota. Gli scarichi artigianali (ricavati dagli originali ma meno "soffocati") emettono un suono cupo e grintoso ai bassi, che con il salire dei giri diventa sempre più rauco e acuto allo stesso tempo. Grossa, lunga ma ben bilanciata, la Mac 1 soffre solo nelle curve strette e nei tornanti, mentre sul veloce è stabile e veloce nello scendere il piega, restando sempre precisa. La sospensione anteriore duolever, con ammortizzatore centrale tarato per sopportare i quasi 350 kg "di serie" della K 1600 GT, risulta invece rigida per l’avantreno “alleggerito” della Mach1. Potente (per fortuna…) la frenata, con l’ABS assolutamente necessario soprattutto sul bagnato e sulllo sconnesso.
Foto e immagini
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