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Yamaha SDR: la perla nascosta del motociclismo giapponese

Ecco la breve storia della piccola sportiva giapponese che ha provato a distinguersi in un'epoca dominata dalle maxi cilindrate, purtroppo con poco successo

A metà degli anni 80, il mercato motociclistico era dominato da maxisportive a quattro cilindri sempre più potenti e tecnologicamente avanzate. In questo contesto, nel 1987, Yamaha introdusse un modello che provò a rompere gli schemi: la SDR. Destinata esclusivamente al mercato giapponese, questa moto rappresentava una vera e propria antitesi rispetto alla direzione presa dal settore motociclistico di quel periodo.

Un'alternativa al mainstream

La SDR, acronimo di "Super Design Racing", si distingueva fin dal nome dalle altre sportive dell'epoca. Il suo design minimalista e la sua filosofia costruttiva rappresentavano una sfida al concetto di moto come concentrato di potenza e tecnologia. Yamaha voleva offrire una due ruote che mettesse al centro il piacere di guida e l'individualità del motociclista, in contrapposizione alla rincorsa alle prestazioni che caratterizzava il mercato dell'epoca. E cercò di farlo nel contesto giapponese, che a differenza di quello italiano (ma anche europeo e mondiale), era fortemente orientato verso le piccole cilindrate. Questo perché, in Giappone, le moto fino a 400 cm3 richiedono una patente più facile da ottenere rispetto a quelle di cilindrata superiore, oltre a essere  economicamente più accessibili. 

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Tecnica innovativa 

Nonostante la sua filosofia anticonformista, la SDR non rinunciava a soluzioni tecniche innovative e a prestazioni di tutto rispetto. Il telaio a traliccio placcato, il motore monocilindrico a 2 tempi raffreddato a liquido da 195 cm3 e 34 CV, e il peso piuma di soli 105 kg, la rendevano una moto agile e divertente da guidare, inoltre era dotata di tecnologie avanzate come i sistemi YPVS e YESS che gestivano la valvola allo scarico, in grado di garantire una buona erogazione anche nella fascia bassa e media del contagiri. La SDR era una moto che non aveva paura di sfidare le sportive più blasonate tra le curve, grazie alla sua maneggevolezza e al suo carattere grintoso.

Leggenda... sconosciuta

Nonostante le sue qualità, però, la SDR non ottenne il successo commerciale sperato e la sua produzione fu interrotta dopo breve tempo. Tuttavia, il suo design essenziale e la sua filosofia anticonformista l'hanno resa una moto di culto tra gli appassionati, una vera e propria leggenda nascosta nel mondo delle piccole cilindrate.

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