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I fantastici "stesini", cinquantini sportivi da 90 km/h

L'era d'oro dei cinquantini ha visto splendere anche modelli sportivi, capaci di raggiungere  i 90 km/h. Il fascino per questi piccoli missili soprannominati "stesini" è durato meno di un decennio, ma ancora oggi tutti se li ricordano: ecco i più memorabili

I cinquantini di una volta, quelli degli anni '60, '70 e anche '80, ci hanno fatto sognare e continuano a farlo anche a distanza di oltre mezzo secolo. Non a caso, i 6 modelli più iconici che abbiamo selezionato vi hanno fatto girare la testa. Tante moto da regolarità, trial, mini-bike ma anche sportive: questa volta ci concentriamo proprio sugli "stesini", soprannominanti così per la posizione di guida sdraiata che si assumeva per ricercare la massima velocità. Debitamente "sbloccati" questi missili potevano anche sfiorar ei 90 km/h. Altri tempi... 

Ispirati dal libro "Cinquantini... due ruote in libertà" di Alberto Pasi e Vittorio Crippa rispolveriamo un po' di ricordi con semimanubri, gomme sottili e serbatoi allungati.

 

Aprilia Colibrì

Questo modello è uno dei più importanti della storia di Aprilia, infatti è il primo "stesino" ad uscire dalla fabbrica di Noale. Il successo si spinge ben al di là dei confini regionali, merito delle linee slanciatissime da vera moto da corsa e dei componenti tecnici di qualità. Il telaio era a doppia culla e abbracciava un motore monocilindrico a 5 rapporti prodotto dalla F. Morini. Grazie al generoso carburatore da 19 mm e allo scarico a spillo con silenziatore asportabile, la potenza toccava i 6 CV a 8.500 giri/min. Tra i dettagli più interessanti c'era il freno anteriore a quattro ganasce, i semimanubri regolabili e le pedane arretrate con una coppia aggiuntiva per assumere una posizione più aerodinamica.

 

Beta Camoscio

Il marchio nasce negli anni '40 e, della moltitudine di produttori in voga negli anni '60 e '70, è uno dei pochi che oggi è ancora presente con una ricca gamma di modelli da fuoristrada e motard. Dal 1965 è proprio il Camoscio a guidare il futuro di Beta, anche se si tratta di una vera e propria famiglia di moto con gomme stradali e tassellate. Il propulsore di propria produzione, condiviso, ha il cambio a 4 marce, il cilindro in ghisa e la testa in alluminio, che sui modelli più sportivi ha le alettature più estese per migliorare il raffreddamento. Il telaio è più rigido e i semimanubri ad altezza serbatoio. Tutte le versioni sono vendute con carburatore da 19 mm per un potenza massima di 5 CV a 9.000 giri/min.

 

Italjet Mustang

È il modello più celebre della casa italiana nata alla fine degli anni '50. Caratterizzato da un design molto sportivo, questo cinquanta venduto dal 1965 ha un telaio a doppia culla rialzata e il serbatoio che ricorda molto quello dell'Aermacchi Ala Verde 250. Il motore era un Minarelli 50 cm3 a quattro rapporti, 5,2 CV a 9.000 giri/min per una velocità massima di ben 90 km/h. Dell'Italjet Mustang ne uscirono molte versioni e dal 1971, verso la fine della moda degli "stesini", si trasforma in turistico.

 

Malaguti Gran Sport

Il brand emiliano è stato tra i più popolari in tutta Europa, proprio perché spinse molto sull'esportazione. Il Gran Sport era il modello sportivo di punta ma, per essere più precisi, quello che vedete in foto è un Olympique Gran Sport Lusso del 1967, riconoscibile per il colore giallo e le bande rosse. La linea è sì sportiva ma anche molto ricercata: in bella mostra il monocilindrico F. Morini con cambio a pedale, quattro marce, e doppia marmitta. Immancabile il manubrio basso e stretto, la sella con codino e il freno anteriore a doppia camma con prese d'aria, anche se finte.

 

Mondial Record

Un marchio dedito alle corse e infatti, negli anni '50, si è aggiudicato ben 10 titoli iridati (tra piloti e costruttori). L'esperienza nel mondo del motorsport si tramanda anche sui modelli di serie, tra cui spicca la Record, moto sportiva dalla caratteristiche inedite. Presentato nel 1965, questo cinquanta montava il freno anteriore a disco ad azionamento meccanico. Il motore era capace di 5 CV a 8.000 giri/min, prestazioni che permettevano al Mondial Record di raggiungere i 90 km/h di velocità. Dal '71 diventa Record Special, versione che adotta testa e cilindro Minarelli ed espansione a spillo. In questi anni c'è anche un modello più economico e meno sportivo denominato SS.

 

Moto Guzzi Super Sport

I primi modelli sportivi della casa di Mandello arrivano a metà degli anni '60 e, come le versioni da fuoristrada, sono soggetti ad aggiornamenti ed evoluzioni tecniche per tenere testa alla concorrenza. Purtroppo lo stesino dell'aquila, battezzato prima Super e poi Super Sport, ha vita breve ed esce di scena nel '71. Le forme erano meno sportive di quelle di molti avversari e, in alternativa ai manubri bassi, si poteva richiedere anche quello alto. I cerchi avevano misure da 18" e gomme strette per ricercare la velocità massima. La potenza di quasi 5 CV gli permetteva di raggiungere gli 80 km/h in quarta.

 

Moto Morini Corsarino ZZ

La casa di Bologna ha un asso nella manica, il motore a 4 tempi. Infatti, nonostante le piccole cilindrate e la concorrenza a 2 tempi, Moto Morini punta comunque cinquantini tecnicamente più vicini ai modelli più grandi e a quelli da corsa. Nel 1965 viene presentato il Corsarino ZZ, versione sportiva a manubrio basso del ZT. Era rifinito con cura, la tinta bicolore argento e rosso era attraente e la tabella porta numero sul codino faceva sognare i giovani. Il telaio a doppia culla era chiuso dal motore con misure superquadro (alesaggio x corsa 41 x 37 mm): cilindro in ghida inclinato di 30°, distribuzione ad aste e bilancieri e valvole parallele. Il blocco, molto affidabile e dal sound suggestivo, aveva il cambio a tre rapporti con azionamento a pedale. Il carburatore di serie Dell'Orto SH 14.12.2 era sostituito dal UA 15 BS per migliorare le prestazioni. A inizio anni '70, la perdita di interesse versogli stesini porta a trasformare lo ZZ da sportivo a turistico.

 

Informazioni e immagini: "Cinquantini... due ruote in libertà" di Alberto Pasi e Vittorio Crippa

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