Itinerari in moto: passo Giau
È uno dei principali passi dolomitici nella zona compresa tra la provincia di Belluno e l'Alto Adige, una tappa obbligata per i motociclisti che vogliono diventare viaggiatori “certificati”
Il passo Giau (o passo di Giau, Jof de Giau in ladino fodom, Suogo de Jou in ladino ampezzano), è uno dei principali passi dolomitici nella zona compresa tra la provincia di Belluno e l'Alto Adige, una tappa obbligata per i motociclisti che vogliono diventare viaggiatori “certificati” e per gli amanti dei tornanti. Lo scenario montano (2236 metri di altitudine) è mozzafiato, ma bisogna sempre prestare attenzione al traffico, molto sostenuto in estate per la gran quantità di turisti presenti in zona.
La storia
Il passo Giau è antichissimo e la sua storia racconta di vecchie dispute tra ampezzani e cadorini per il controllo dei suo pascoli, tanto che a un certo punto (anno 1752) fu costruita una muraglia per dividere i possedimenti ed evitare sconfinamenti. In tempi più recenti il valico ha segnato anche il confine tra impero austro-ungarico e repubblica di Venezia. Solo nel secondo dopoguerra la strada è stata elevata al rango di statale (SS638) per tornare alla denominazione di provinciale (SP638) in tempi più recenti.
Lo sviluppo
La SP638 ha inizio in località Pocol (nel comune di Cortina d'Ampezzo), dalla ex strada statale 48 delle Dolomiti, ed è una tipica strada di montagna, con tratti panoramici e raccordi di curve e tornanti. Valica il passo di Giau (2233 m s.l.m.) e degrada fino ad arrivare a Selva di Cadore, dove si innesta sulla ex strada statale 251 della val di Zoldo e val Cellina.
Come per lo Stelvio, si tratta di uno dei passi leggendari del Giro d'Italia, soprattutto dal versante cadorino, per la sua durezza (misura 10,1 km con una pendenza media del 9,1%) e la sua costanza. Lungo il percorso si incontrano 29 tornanti e 3 gallerie, mentre il versante ampezzano è più breve (8,6 km) e leggermente più facile (8,3% di pendenza media). Soprattutto la parte finale però si impenna anche salendo da Cortina. Dalla conca ampezzana a Selva di Cadore bisogna calcolare una trentina di chilometri, per una mezz'ora di viaggio in assenza di traffico; ma consideriamo spesso è trafficato, anche se meno rispetto ad altri valichi, come il Falzarego.
Il passo si colloca sotto la possente mole del Nuvolau, con il versante ampezzano che si insinua tra lo stesso Nuvolau e il massiccio della Croda da Lago.
Consigli per il viaggiatore: percorso ad anello
Il passo Giau può essere incluso nel classico itinerario ad anello con partenza e arrivo a Cortina d'Ampezzo: saliti al valico si prosegue verso Selva di Cadore. Prima di entrare in paese si prende la SP251 del Colle di Santa Lucia e quindi la SR203 fino a Cernadoi. Da qui ci si innesta sulla SS48 delle Dolomiti, risalendo fino a Pian Falzarego. È una bella strada di montagna con ampi tornanti. Raggiunto il valico si scende nuovamente verso Cortina d'Ampezzo, lasciando l'imponente mole delle Tofane alla propria sinistra. L'anello è lungo una sessantina di chilometri e richiede un paio d'ore al netto delle soste, che però sono vivamente consigliate. Le bellezze paesaggistiche si sprecano e si può mangiare nei diversi rifugi e ristoranti che si trovano sul percorso.
Attenzione agli autovelox, che su questi passi dolomitici sono spesso piazzati nei posti più impensabili, e con limiti di velocità poco compatibili con una guida disinvolta, anche nel rispetto della sicurezza propria e altrui. Meglio perciò informarsi prima di partire e prendere nota dei punti “sensibili”.
Cosa vedere nei dintorni
Il passo Giau è una meta prevalentemente estiva, anche se le mezze stagioni (soprattutto il primo autunno e la tarda primavera), possono ancora garantire eccellenti condizioni di fruibilità. Il percorso si presta a sessioni fotografiche di sicuro effetto; è altamente consigliata una gita alle Cinque Torri, sfruttando gli impianti di risalita o dedicandosi a un trekking nemmeno troppo impegnativo. Sul versante opposto i prati all'ombra della Croda da Lago sono uno scenario incantevole, mentre per gli amanti della vita mondana, una tappa a Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti, sarà irrinunciabile.
Fermarsi in vetta
Se volete fermarvi al passo per gustare un buon pranzo o una cena non si può non citare il ristorante Da Aurelio, attivo dal 1970 quando fu inaugurato da Aurelio e Fernanda Daritz, genitori di Gigi l’attuale gestore. Offre piatti ricercati da gustare nelle accoglienti sale o sulla splendida terrazza con vista panoramica sull’Averau, il massiccio del Sella e la Marmolada.
Molto apprezzato anche il Berghotel Passo Giau permette anche di pernottare, ci sono 6 camere con vista che si affacciano sulle cime più celebridelle Dolomiti come La Marmolada, le Tre Cime di Lavaredo e il Gruppo del Sella. La cucina del ristorante segue le tradizioni della montagn acon specialità a base di funghi, selvaggina, formaggi e salumi locali. Ogni giorno vengono sfornati dolci e biscotti fatti in casa serviti a pranzo e a colazione.
La cantina e ricca di etichette di piccoli e grandi produttori con vini di carattere prodotti nelle regioni che circondano le Dolomiti senza dimenticare i classici italiani.