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Harley-Davidson: il sistema di frenata automatica controlla l'attenzione del pilota

Impegnata nello sviluppo di sistemi radar, Harley-Davidson sta sviluppando un sistema di frenata di emergenza automatica. I brevetti depositati dalla Casa americana mostrano soluzioni alternative in grado anche di valutare il grado di concentrazione del pilota
Sistemi radar Harley - Davidson

Da BMW e Ducati, che già li hanno montati sulla R 1250 RT e sulla Multistrada V4, a KTM con la 1290 Super Adventure, fino alla lussuosa Gold Wing di Honda, i sistemi radar rappresentano ad oggi un nuovo “campo di battaglia”. Non si astiene dallo scontro Harley-Davidson che, benché non abbia al momento nessun modello in gamma dotato di una simile tecnologia, risulta in realtà da anni impegnata nello sviluppo di sistemi ancor più complessi rispetto a quelli visti finora.

Harley: frenata di emergenza sulle moto
Harley ha depositato molteplici domande di brevetto dal 2018 a questa parte, dimostrando un vivo interesse per la materia. Il sistema immaginato dal marchio americano utilizza un radar anteriore progettato per rilevare la distanza dal veicolo che precede al fine di gestire il cruise control adattivo. Tuttavia, anziché limitarsi a modulare la velocità della moto per tenere il passo con il traffico, il sistema Harley fa molto di più, prevdendo la possibilità di attivare in automatico la frenata di emergenza.
L’idea, già applicata nel settore automobilistico, pone a quello delle due ruote non poche difficoltà: mentre un’automobile può essere configurata in modo relativamente sicuro per eseguire automaticamente manovre di frenata di emergenza, nel caso di una moto qualsiasi attivazione imprevista dei freni potrebbe essere potenzialmente disastrosa, specialmente se il pilota non è preparato. 
Per superare l’ostacolo, il sistema di frenata di emergenza automatizzata studiato da Harley si affida, prima di intervenire, a una complessa serie di controlli specifici eseguiti mediante sensori in grado di valutare la “prontezza” del pilota e la sua posizione in sella. Così come esplicitato dal brevetto, il computer potrebbe per esempio controllare che il pilota stia già effettivamente frenando: se la risposta è “sì”, il sistema interverrebbe con più decisione, applicando più forza frenante; se la risposta è "no", potrebbe allora eseguire una serie di controlli per verificare la posizione e l’attenzione del pilota, utilizzando specifici sensori che misurano i punti di pressione sulla sella e la forza applicata su ciascuna manopola al fine di giudicare se è o non è sicuro procedere con l'arresto di emergenza. Il brevetto mostra anche una telecamera posizionata nel cruscotto che inquadra il volto del pilota e potrebbe essere utilizzata per giudicare il suo livello di attenzione o di distrazione. In quest’ultimo caso, l’intero sistema potrebbe allora attivare un allarme acustico, luminoso o aptico (per esempio vibrazioni su sella e manopola) per attirare la sua attenzione prima di procedere con l'arresto di emergenza.

Guida in gruppo
Le idee di Harley non finiscono qui: un altro brevetto di cui già si accennava nel 2019 rivela infatti un inedito sistema basato sul GPS anziché sui sensori di velocità pensato appositamente rendere la vita più facile a gruppi di motociclisti che utilizzano il Cruise control. I motociclisti - spiega Harley - possono spesso viaggiare insieme in gruppo. Durante i lunghi viaggi, possono impostare la velocità servendosi del Cruise control. Tuttavia, possono verificarsi leggere variazioni tra le velocità delle diverse moto presenti nel gruppo: queste variazioni variano nel tempo le distanze tra i veicoli, obbligando i motociclisti ad agire manualmente sui comandi. Il problema, sottolinea Harley, si aggrava all'aumentare delle dimensioni del gruppo, poiché in questo modo, sempre più motociclisti dovranno modificare le loro impostazioni di velocità durante il percorso senza alcuno specifico coordinamento delle singole velocità. La soluzione? Connettere tra loro tutti i sistemi presenti su tutte le moto del gruppo, lasciando al GPS il compito di assicurarsi che i membri del gruppo si spostino esattamente alla stessa velocità. 
Sembrerebbe quasi fantascienza ma, in un futuro, che ormai è il presente, fatto di automobili a guida autonoma e veicoli iper connessi, ciò che prima sembrava impossibile oggi appare tuttalpiù complesso (o costoso). Ad ogni buon conto, va ricordato, si tratta per ora di soli brevetti: da qui al loro effettivo sviluppo molte cose potrebbero cambiare. 
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