Sguardo al futuro: i veicoli che si muovono da soli (in attesa della moto)
Passeggini, carrelli della spesa, valige, sedie a rotelle, sottomarini e trimarani. Oltre alle automobili, i veicoli progettati per muoversi in completa autonomia sono moltissimi: la robotica sembra prendere sempre più piede promettendo semplicità e comodità assoluta. Che piacere potrebbe però derivare dal salire in sella ad una moto completamente automatica?
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La lista è lunga
Prepotentemente entrata nella vita di tutti, la “tecnologia” fa rima, oggi più di ieri, con il concetto di robotica e, più in generale, di automazione. Restringendo il campo e dando uno sguardo all’orizzonte della mobilità, ai più verrà subito in mente la Google car, protagonista negli ultimi mesi di numerosi test, anche se, in realtà, di veicoli progettati per muoversi in quasi totale autonomia ce ne sono ad oggi molti di più. SmartBe, per esempio, è stato progettato e realizzato per accompagnare le mamme nelle passeggiate quotidiane: un passeggino intelligente che, dotato di sensori e motore elettrico, precede i genitori rimanendo a una distanza costante e, ovviamente, evitando gli ostacoli. Non manca poi la serie di optional tecnologici, come il connettore per smartphone o le casse musicali, indispensabili, nell’epoca della “connettività”, anche per il passeggino…
Omri Elmalech e Ohad Rusnak, ingegnosi studenti del Technion-Israel Institute of Technology, armati di un Arduino, una Kinect e una fotocamera 3D hanno invece progettato un carrello della spesa super intelligente, capace cioè di seguirci durante gli acquisti al supermercato. “Tutti gli oggetti possono essere smart e robotici. La nostra missione è portare i robot nella vita di tutti i giorni” ha spiegato il fondatore dalla società israeliana Nua Robotics, autrice del progetto che riguarda la prima valigia “smart”, addestrata cioè per seguire o precedere diligentemente il suo proprietario.
Estremamente all’avanguardia i progetti in ambito medico, tra i quali citiamo la sedia a rotelle, uno dei primi veicoli non automobilistici su cui s’è iniziato a studiare il principio di robotica: dotata di raffinati sensori e processori, la sedia è in grado di presentarsi al paziente o al personale medico quando semplicemente “chiamata”… Ma la lista potrebbe allungarsi ancora, comprendendo addirittura sottomarini progettati per lo scansionamento del fondale o le ricerche in mare. Battezzato “Mayflower Autonomo Research Ship” in onore della celebre nave che 400 anni fa trasportò i primi pellegrini al di là dell’Atlantico, un trimarano di oltre 30 metri equipaggiato con computers e pannelli solari è invece già pronto per compiere la prima traversata in, situò dire, completa autonomia… Sempre per quanto riguarda i robot va menzionata Yamaha che sta studiando un pilota meccanico in grado di guidare correttamente una moto.
Non manca -alla fine ci siamo arrivati- chi ha già tra le mani il progetto di una due ruote automatizzata: oltre alla Car, a Cupertino si starebbe infatti studiando il modo migliore per permettere a una moto di accelerare, frenare, curvare e, soprattutto, restare in equilibrio in completa autonomia. La notizia, riportata dal Sunday Times lo scorso anno, ha avuto in realtà poco seguito: d’altra parte, nonostante i molti usi che se ne potrebbero fare, è lecito chiedersi quale piacere potrebbe mai derivare dall’acquisto di una moto che, è un fatto, non si può guidare…
Prepotentemente entrata nella vita di tutti, la “tecnologia” fa rima, oggi più di ieri, con il concetto di robotica e, più in generale, di automazione. Restringendo il campo e dando uno sguardo all’orizzonte della mobilità, ai più verrà subito in mente la Google car, protagonista negli ultimi mesi di numerosi test, anche se, in realtà, di veicoli progettati per muoversi in quasi totale autonomia ce ne sono ad oggi molti di più. SmartBe, per esempio, è stato progettato e realizzato per accompagnare le mamme nelle passeggiate quotidiane: un passeggino intelligente che, dotato di sensori e motore elettrico, precede i genitori rimanendo a una distanza costante e, ovviamente, evitando gli ostacoli. Non manca poi la serie di optional tecnologici, come il connettore per smartphone o le casse musicali, indispensabili, nell’epoca della “connettività”, anche per il passeggino…
Omri Elmalech e Ohad Rusnak, ingegnosi studenti del Technion-Israel Institute of Technology, armati di un Arduino, una Kinect e una fotocamera 3D hanno invece progettato un carrello della spesa super intelligente, capace cioè di seguirci durante gli acquisti al supermercato. “Tutti gli oggetti possono essere smart e robotici. La nostra missione è portare i robot nella vita di tutti i giorni” ha spiegato il fondatore dalla società israeliana Nua Robotics, autrice del progetto che riguarda la prima valigia “smart”, addestrata cioè per seguire o precedere diligentemente il suo proprietario.
Estremamente all’avanguardia i progetti in ambito medico, tra i quali citiamo la sedia a rotelle, uno dei primi veicoli non automobilistici su cui s’è iniziato a studiare il principio di robotica: dotata di raffinati sensori e processori, la sedia è in grado di presentarsi al paziente o al personale medico quando semplicemente “chiamata”… Ma la lista potrebbe allungarsi ancora, comprendendo addirittura sottomarini progettati per lo scansionamento del fondale o le ricerche in mare. Battezzato “Mayflower Autonomo Research Ship” in onore della celebre nave che 400 anni fa trasportò i primi pellegrini al di là dell’Atlantico, un trimarano di oltre 30 metri equipaggiato con computers e pannelli solari è invece già pronto per compiere la prima traversata in, situò dire, completa autonomia… Sempre per quanto riguarda i robot va menzionata Yamaha che sta studiando un pilota meccanico in grado di guidare correttamente una moto.
Non manca -alla fine ci siamo arrivati- chi ha già tra le mani il progetto di una due ruote automatizzata: oltre alla Car, a Cupertino si starebbe infatti studiando il modo migliore per permettere a una moto di accelerare, frenare, curvare e, soprattutto, restare in equilibrio in completa autonomia. La notizia, riportata dal Sunday Times lo scorso anno, ha avuto in realtà poco seguito: d’altra parte, nonostante i molti usi che se ne potrebbero fare, è lecito chiedersi quale piacere potrebbe mai derivare dall’acquisto di una moto che, è un fatto, non si può guidare…
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