Ducati Streetfighter V4 SP, per chi non ne ha mai abbastanza
Per chi non si accontenta mai Ducati ha pronta una versione ancora più spinta della super naked Streetfighter V4: è la Streetfighter V4 SP dove l’acronimo di Sport Production indica una componentistica ancora più raffinata e caratteristiche ancora più estreme.
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Gioiellino top di gamma
Riconoscerla non è difficile: la livrea “Winter Test” richiama i prototipi dei test pre-stagionali delle MotoGP e Superbike. Carrozzeria nero opaco, cerchi e ali in carbonio, serbatoio in alluminio spazzolato a vista e alcuni accenti in rosso acceso; sulle ali i colori della bandiera italiana e sul serbatoio il numero progressivo, perché la Streetfighter V4 SP verrà realizzata in serie limitata.
Pesa 196 kg in ordine di marcia, cioè 3 in meno della versione V4 S, e quasi metà del risparmio è dovuto ai cerchi a cinque razze doppiate in carbonio: sono più leggeri di 1,4 chili rispetto a quelli forgiati in alluminio della V4 S e il vantaggio è non solo in termini di peso ma anche di agilità, perché viene ridotto del 26% il momento di inerzia all’anteriore e del 46% al posteriore.
Tra i punti di rilievo anche le nuove pinze monoblocco Brembo Stylema R accoppiate ai due dischi anteriori di 330 mm di diametro, i cui pistoncini di derivazione racing sono dotati di fori di ventilazione che migliorano la stabilità della corsa leva sotto sforzo e riducono la coppia residua.
Le sospensioni sono uguali a quelle della Streetfighter V4 S, forcella Öhlins NIX-30 e ammortizzatore Öhlins TTX36 controllati dal sistema Öhlins Smart EC 2.0 con sistema di funzionamento “event based”; a differenza della”S” però, molle e idraulica sono identiche a quelle della Panigale V4 dalle quali differiscono soltanto per il precarico molle della forcella ridotto da 11 mm a 6 mm.
Il motore di per sé non è cambiato, resta il Ducati Desmosedici Stradale a quattro cilindri di 1103 cm³ con scoppi ”Twin Pulse”, accreditato di una potenza di 208 CV a 13.000 giri/minuto e una coppia di 123 Nm a 9500 giri/minuto. Quello che cambia, rispetto alla”S”, è la frizione a secco STM EVO-SBK a nove dischi, che paragonata a quella in bagno d’olio garantisce una più efficace funzione anti-saltellamento e una maggiore fluidità a gas chiuso; alla consegna la moto viene corredata di un cover frizione aperto in fibra di carbonio per chi vuole sentire il caratteristico rumore metallico. Quando la vedremo dal vivo? Ovviamente a EICMA, seguite la sezione dedicata cliccando qui.
Riconoscerla non è difficile: la livrea “Winter Test” richiama i prototipi dei test pre-stagionali delle MotoGP e Superbike. Carrozzeria nero opaco, cerchi e ali in carbonio, serbatoio in alluminio spazzolato a vista e alcuni accenti in rosso acceso; sulle ali i colori della bandiera italiana e sul serbatoio il numero progressivo, perché la Streetfighter V4 SP verrà realizzata in serie limitata.
Pesa 196 kg in ordine di marcia, cioè 3 in meno della versione V4 S, e quasi metà del risparmio è dovuto ai cerchi a cinque razze doppiate in carbonio: sono più leggeri di 1,4 chili rispetto a quelli forgiati in alluminio della V4 S e il vantaggio è non solo in termini di peso ma anche di agilità, perché viene ridotto del 26% il momento di inerzia all’anteriore e del 46% al posteriore.
Tra i punti di rilievo anche le nuove pinze monoblocco Brembo Stylema R accoppiate ai due dischi anteriori di 330 mm di diametro, i cui pistoncini di derivazione racing sono dotati di fori di ventilazione che migliorano la stabilità della corsa leva sotto sforzo e riducono la coppia residua.
Le sospensioni sono uguali a quelle della Streetfighter V4 S, forcella Öhlins NIX-30 e ammortizzatore Öhlins TTX36 controllati dal sistema Öhlins Smart EC 2.0 con sistema di funzionamento “event based”; a differenza della”S” però, molle e idraulica sono identiche a quelle della Panigale V4 dalle quali differiscono soltanto per il precarico molle della forcella ridotto da 11 mm a 6 mm.
Il motore di per sé non è cambiato, resta il Ducati Desmosedici Stradale a quattro cilindri di 1103 cm³ con scoppi ”Twin Pulse”, accreditato di una potenza di 208 CV a 13.000 giri/minuto e una coppia di 123 Nm a 9500 giri/minuto. Quello che cambia, rispetto alla”S”, è la frizione a secco STM EVO-SBK a nove dischi, che paragonata a quella in bagno d’olio garantisce una più efficace funzione anti-saltellamento e una maggiore fluidità a gas chiuso; alla consegna la moto viene corredata di un cover frizione aperto in fibra di carbonio per chi vuole sentire il caratteristico rumore metallico. Quando la vedremo dal vivo? Ovviamente a EICMA, seguite la sezione dedicata cliccando qui.
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